Il bebop è uno stile di jazz che prende vita nei primi anni quaranta, a New York. Si evolve dallo swing e diviene il genere che più si contrappone alla musica delle sale da ballo.
Mentre la seconda guerra mondiale bussava alle porte dell’Europa e le big band tenevano occupate le menti dei cittadini americane; i neri americani esercitavano con gli strumenti la loro forma di ribellione. In questo articolo ti raccontiamo il passaggio dallo swing al jazz moderno con la nascita del bebop.
Storia e origini del bebop
Il bop è una forma di jazz che si caratterizza per le improvvisazioni molto estese su giri armonici preesistenti; i temi delle melodie restano quasi sempre appena accennati all’inizio o alla fine del brano. Lo stile si evolve dallo swing, una forma di jazz spesso caratterizzato dai ritmi veloci e dall’escuzione delle note con andamento ritmico “dondolante”, (swingato).
Il brano che oggi è considerato il punto di passaggio fra swing e bebop è Body and soul di Coleman Hawkins; un brano che si stacca dall’esecuzione classica dei brani swing, seppur ne mantiene ancora la struttura principale.
Body and soul diviene una fonte di ispirazione per musicisti come Charlie Parker o Dizzy Gillespie, considerati fra i punti di riferimento principali del bebop.
Questa forma di Jazz è oggi considerata la più moderna, quella che ha dato vita al proliferare di stili jezzistici diversi che possiamo racchiudere nel jazz mainstream. Lo sviluppo del bebop è fortemente legato al contesto storico-sociale dell’epoca.
Dal Bebop allo Swing
Negli Stati Uniti degli anni ’40 il genere che imperversava nei locali alla moda e nelle sale da ballo era lo swing; un genere allegro e brioso, ormai ampiamente codificato dai musicisti bianchi che ne avevano compreso il linguaggio. Le big band di quegli anni, infatti, erano prevalentemente formate da musicisti bianchi che riuscivano facilmente ad ottenere gli ingaggi al posto dei neri.
Proprio negli stessi anni i neri si vedevano segregati e privati dei diritti degli altri cittadini americani. Nasce, quindi, anche nella musica il bisogno di ribellarsi alle convenzioni musicali dello swing perché ormai veniva considerato proprietà dei musicisti bianchi.
Del resto gli anni ’40 sono anche gli anni delle sperimentazioni poetiche e dei versi ritmati della beat generation. Il bop esplode anche come forma di ribellione nello stile comportamentale e verrà citato da Allen Ginsberg nell’Urlo.
I Boppers
I musicisti che più hanno contribuito alla nascita di questo stile sono Dizzy Gillespie, Thelonious Monk, Charlie parker, ma anche Billy Eckstin e, soprattutto, per le evoluzioni future Miles Davis.
Sono loro a riunirsi nei piccoli locali newyorkesi per sperimentare nuove sonorità musicali, quando le band swing hanno smesso di suonare per far ballare i clienti.
Alcuni di loro derivano dalle big band ma se ne sono staccati presto.
Eckstin, Parker e Monk formano la prima bop band per iniziare a sperimentare nuovi modi di esecuzione, dando vita ad una nuova forma di jazz.
Lo stile bebop
Lo stile bebop si libera completamente dai tipici arrangiamenti delle orchestre swing e si caratterizza, invece per l’ampio spazio all’improvvisazione. Il tema melodico, infatti, viene proposto solo all’inizio del brano per dissolversi completamente nell’improvvisazzione e ricomparire solo alla fine.
Le melodie bop, invece, sono:
- scattanti
- spezzettate
- dissonanti (elemento tipico dello stile)
La creazione avviene, invece, su giri armonici preesistenti che vengono modificati a seconda delle necessità: si utilizzano accordi aumentati o diminuiti, nuove scale armoniche e note dissonanti.
Le differenze con lo swing
La differenza più lampante fra lo swing e il bebop è che il primo era nato per far ballare gli ascoltatori, mentre il secondo era un genere che richiedeva il solo ascolto.
Le musiche bebop spesso erano suonate con tempi troppo veloci per essere ballati o al contrario troppo lenti; non erano orecchiabili e usavano armonie complesse.
Lo swing che veniva suonato nelle big band di Glen Miller o Benny Goodman era fatto di accodi perfetti; suoni armoniosi e melodie saltellanti e uniformi.
Per questo motivo all’inizio della sua diffusone, il bebop venne disprezzato dai ballerini swing e considerato un genere di nicchia per gli amanti del jazz.
Conclusioni
Se ti sei fatto rapire dal bebop al punto tale che non riesci più a star seduto è ora di tornare allo swing. Noi di Millelire abbiamo le scarpe giuste per farti sgambettare a sufficienza.
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