Con grande dispiacere, ma anche con un po’ di gioia iniziamo a sentire l’avvicinarsi della fine dell’estate. Almeno, noi di Millelire, e così come noi molti ballerini, viviamo questo momento divisi fra il dispiacere e la contentezza … Il motivo è che a settembre inizieranno i corsi della maggior parte delle scuole di Ballo. Ecco perché oggi parleremo di Charleston, una fra le danze swing più antiche e fra le più divertenti! Dopo aver letto questo articolo, dovrai solo trovare le scarpe giuste e iniziare il tuo corso alla grande!
Se vuoi conoscere tutto sulle tecniche, gli stili e la storia del charleston, continua la lettura del nostro magazine!
Storia e origini del charleston
Il Charleston nasce ufficialmente negli Stati Uniti nel 1923, almeno questa è la data più importante a cui viene collegato. Si potrebbe aggiungere che nasce a Broadway, poiché inizia a cavalcare la scena americana e le sale da ballo solo dopo che l’impresario George White inserisce la danza nel musical Running wild, su un pezzo del pianista afro James P. Johnson, denominato proprio Charleston!
Le origini del charleston sono, però, molto più lontane; il nome stesso di questa danza la localizza nell’omonima cittadina del Sud Carolina, alla fine dell’ottocento. Le leggende intorno al charleston raccontano che fossero gli scaricatori di porto afroamericani ad iniziare i primi passi di charleston come svago dopo il lavoro.
Probabilmente i primi movimenti di charleston non erano frenetici e scatenati come avvenne verso gli anni 20, sotto il ritmo del ragtime e dello swing; doveva consistere in passi rapidi, intervallati da battiti di mani e piedi, molto simili alla juba dance.
Questa danza, conosciuta anche come Pattin’ Juba, si era sviluppata nelle piantagioni e nei ghetti, evoluta dal mix di danze irlandesi e shuffle. La Juba dance infatti ha legami più diretti con il tip tap, ma tuttavia, si possono individuare alcuni passi e movimenti che fanno pensare allo sviluppo di una seconda danza, il charleston, appunto.
Dopo il debutto a Broadway, con il brano Charleston, la danza diventò famosa e trascinò nelle sale da ballo milioni di neofiti e ballerini scatenati. Divenne la danza iconica degli anni ’20, rappresentativa della golden era, della ribellione dell flappers girls, ma anche degli anni del proibizionismo e della mafia italoamericana.
Charleston anni ’30
A partire dagli anni ’30, il vecchio stile frenetico del decennio precedente, composto da il classico passo con la punta dei piedi rivolta verso l’interno, gli squat charleston e le braccia ciondolanti, tanto da dare un’apparenza di “snodatura” del corpo durante il ballo, venne affiancato da uno stile più armonico e un po’ meno frenetico.
Il Charleston anni ’30 si sviluppa sullo swing e si mescola allo stile del lindy hop, dando origine alla forma in coppia, denominata lindy charleston.
Abolisce il passo base con la punta dei piedi verso l’interno per una base di kick steps, aggiungendo un utilizzo delle braccia sempre contrapposto, ma in maniera più armonica. A questa si aggiungono altri passi già tipici del charleston anni ’20, dove il corpo, però, resta meno sbilanciato.
Tecnica e stile del Charleston
Come si balla lo stile originario degli anni ’20
Il charleston è fra i balli swing, quello che ha rivoluzionato di più i balli da sala. Infrange tutte le regole vigenti fino a quel momento, di derivazione europea.
Il corpo è sbilanciato in avanti e si basa sulla forte contrapposizione fra gambe e braccia. Queste vengono praticamente lanciate in direzioni opposte. Il passo base è a otto tempi e si costruisce mediante questo schema: tap step con punta del piede destro avanti, rivolta all’interno (le ginocchia devono restare unite), rotazione della gamba verso l’esterno per tornare al centro; il piede sinistro, che imita il destro nel movimento, resta prima al centro per sostenere il peso del corpo e poi appoggia dietro appena il piede destro torna al centro.
Si continua con lo scambio di peso fra destra e sinistra, utilizzando sempre la rotazione della gamba all’esterno e quella della punta del piede verso l’interno.
Alla base si aggiungono altri passi come i boogie steps, i kick steps e il battito delle mani su ginocchia e natiche, tipici sia della Juba dance, che della black botton, uno stile in voga al tempo, da cui nasce anche il mess around.
Come si balla lo stile anni ’30
Negli anni ’30 il charleston è cambiato e ha subito le influenze del lindy hop. Oltre al vecchio stile, nasce anche uno stile più semplice da ballare in coppia che si basa interamente sui kick (calcio) steps.
La base anni ’30 infatti mantiene la sequenza degli otto tempi con il passo in avanti e poi al centro, con lo scambio del peso con l’altra gamba che procede con passo al centro e poi in dietro.
Il classico passo con la punta rivolta all’interno e la rotazione viene sostituito da una sequenza di kick – appoggio e sparisce la rotazione della gamba verso l’esterno, che si mantiene dritta.
Questo stile che mantiene la contrapposizione di gambe e braccia, è meno sbilanciato ma si può ballare in tanti modi, anche con versioni più scatenate.
Un esempio è la versione con doppio kick-steps destro e doppio kicks-step sinistro, lanciando praticamente le gambe in avanti.
Bene! ora che sai tutto su questa frenetica e briosa danza, inizia a scatenarti iscrivendoti al primo corso di charleston che trovi; ma prima cerca le scarpe più comode sul nostro shop! Trovi scarpe da charleston di diversi modelli e colori per realizzare il tuo stile unico e personale tipico di questa danza!