La musica rock and roll inizia a spopolare negli Stati Uniti nel corso degli anni ‘50, grazie soprattutto a nomi come Elvis Presley, Little Richard e Chuck Berry. Per vedere arrivare questo fenomeno anche da noi, in Italia, si è dovuto aspettare qualche anno: inizialmente l’unico modo per ballarlo consisteva nell’inserire qualche monetina in un juke box, sperando che all’interno ci fossero i dischi giusti!
Tuttavia, durante gli anni ‘60 ci furono due nomi che più di ogni altro portarono in alto il vessillo del rock and roll anche in Italia (e soprattutto in italiano): se il primo era senza dubbio Little Tony, del quale vi abbiamo raccontato la storia in questo articolo, il secondo (solo in ordine anagrafico, però!) era altrettanto indubbiamente il mitico Bobby Solo. Ma partiamo dall’inizio…
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I primi anni di Bobby Solo e la sua formazione musicale
Prima che il Belpaese iniziasse a conoscerlo con l’ormai celebre pseudonimo di Bobby Solo, esisteva solo Roberto Satti. Nato a Roma il 18 marzo del 1945 da una famiglia di origini friulane, il giovane Bobby dimostra tutto il suo interesse per la musica fin dall’adolescenza: il suo idolo – chi lo avrebbe mai detto? – era il Re del rock and roll, il grande Elvis Presley, dal quale il nostro inizierà fin da giovanissimo a imitare sia il look che lo stile di ballo e canto. Imparare a suonare la chitarra, dunque, fu un primo passo quasi naturale.
Quando Roberto inizia a scrivere le sue prime canzoni sono i primi anni ‘60; proprio in questo periodo avviene la prima grande svolta della sua vita: il padre – funzionario in Alitalia – si deve trasferire a Milano per lavoro e finirà per portare con sé tutta la famiglia. Qui arrivano le prime esperienze come musicista nei locali: il talento c’è e la sua proposta è ancora inedita per il nostro mercato. Il manager Vincenzo Micocci è il primo ad accorgersene e lo scrittura per la pubblicazione di un disco.
È il 1963 quando esce Ora che sei già una Donna/Valeria, il primo 45 giri ufficiale dell’appena diciottenne Bobby Solo: ed è molto divertente l’aneddoto che porta alla nascita di questo soprannome. Inizialmente il padre dell’artista non voleva che il proprio cognome fosse associato alla musica rock, al tempo considerata ribelle; pertanto il manager chiese alla segretaria di usare solo il nome del cantante: “Bobby, solo Bobby”. L’impiegata capì male, e fu così che nacque una leggenda tutta italiana!
I primi grandi successi: Sanremo e il Festivalbar
La prima grande occasione che Bobby Solo ha per sfondare anche davanti al grande pubblico arriva solo dodici mesi dopo, nel 1964: risale a quest’anno, infatti, la sua prima partecipazione al Festival di Sanremo, in coppia con il leggendario cantante americano Frankie Laine. La canzone che il due porta sul palco non ha certo bisogno di presentazioni: si tratta di Una lacrima sul viso, un capolavoro della nostra musica che ancora oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, tutti ancora cantiamo e riconosciamo.
Il tutto viene in parte macchiato da un caso singolare e fino ad allora unico: dei problemi alla voce costrinsero Bobby Solo a esibirsi in playback, un fatto del tutto vietato ai tempi. Contrariamente alle aspettative, però, il gran parlare della questione non fece altro che aumentare il successo e le vendite della canzone, che finì ai primi posti non solo delle classifiche italiane ma anche di quelle europee! Il passo naturale e successivo per Bobby fu la pubblicazione del primo album da solista, che uscì poco più avanti lo stesso anno.
Ma non è tutto: il successo del nostro non si ferma e la sua popolarità lo fa arrivare addirittura al cinema, dove interpreterà le sue canzoni in un film intitolato proprio Una lacrima sul viso. Nel 1964 trionfa anche al Festivalbar grazie alla splendida Credi a me, mentre l’anno seguente tornerà a Sanremo – ma stavolta come vincitore assoluto – con Se piangi se ridi, un altro dei suoi migliori pezzi. Anche in questo caso, i primi posti in classifica arrivarono nel giro di brevissimo tempo.
Bobby Solo ed Elvis Presley, un legame indissolubile
Se c’è stata una figura che fin da subito ha guidato Bobby Solo verso la sua grande carriera come musicista e cantante, fu senz’altro quella di Elvis Presley. Come lo stesso Bobby ammette più volte, senza l’influenza di Elvis la sua carriera non sarebbe neanche mai iniziata: anzi, probabilmente avrebbe seguito le orme del padre nel mondo dell’aeronautica. Fu la sorella a introdurlo al Re del Rock and Roll, inviandogli dagli Stati Uniti alcuni dei suoi dischi più famosi: Love me tender e Jailhouse rock.
Iniziò così ad imitarlo, lasciandosi crescere i capelli quel tanto che bastava per pettinarsi allo stesso modo – con un ciuffo che non avrebbe mai più abbandonato – e imparando i primi accordi di chitarra. Fu così che negli anni ‘60 raggiunsero la fama ben due “Elvis” italiani, Little Tony e Bobby Solo: il primo più scatenato e rock and roll, il secondo più melodico e romantico. Il fatto che ci volessero ben due (grandissimi) artisti italiani a riproporre un solo Elvis la dice lunga sull’immensità di quest’ultimo.
Bobby, comunque, non ha mai smesso di scrivere musica e di suonare dal vivo: anche se la gli anni d’oro sono ormai lontani, le sue canzoni non finiscono di fare innamorare del rock anche le nuove generazioni. Nel 2003 tornò addirittura a Sanremo, con il suo amico/rivale di sempre Little Tony, per presentare la loro Non si cresce mai: fin dal titolo, più che una canzone una vera e propria dichiarazione d’intenti… e il quindicesimo posto, considerato l’avanzare delle nuove leve, è stato un piccolo trionfo!