Se apriamo un dizionario e cerchiamo la definizione del termine “pioniere”, scopriremo che è con questa parola che viene definito chi scopre o promuove una o più nuove possibilità in un territorio sconosciuto. Se parliamo del mondo del rock and roll, ad esempio è difficile trovare un nome più calzante di Jerry Lee Lewis nel rappresentare alla perfezione questa figura: un vero e proprio innovatore, la cui eredità è tutt’oggi più viva che mai.
Come Elvis Presley o Little Richard, Jerry Lee Lewis è stato un fondamentale apripista di questo genere musicale: i suoi concerti dal vivo scatenati e memorabili, il suo modo unico di muoversi, cantare e suonare, ma anche l’incredibile personalità lo hanno da tempo consegnato allo status di leggenda. Se volete scoprire qualcosa di più sulla sua vita e la sua storia, continuate a leggere!
L’infanzia povera e i primi passi nel mondo della musica
Come spesso accade nelle storie di successo americane, anche quella di Jerry Lee Lewis inizia nella povertà. Siamo infatti nella Louisiana contadina del 1935 quando Elmo e Mamie Lewis partoriscono il loro unico figlio: l’infanzia del nostro trascorre serena, certo, ma senza grandi opportunità considerata la precaria situazione economica dei suoi genitori. Il giovane cresce ascoltando la musica dalle trasmissioni radiofoniche locali e imparando ad apprezzare fin da piccolo artisti come Jimmie Rodgers, Hank Williams e Al Jolson.
È a casa della zia che scopre la sua passione per il pianoforte ed impara a suonare le prime note in compagnia dei suoi cugini Mickey e Jimmy (il primo diventerà un famoso cantante country, il secondo un noto predicatore evangelista). Quando il padre di Jerry nota la passione del figlio, decide di ipotecare la sua fattoria – praticamente tutto ciò che possedeva – per acquistargli un pianoforte nuovo fiammante. Fu così che a soli 14 anni la futura stella del rock and roll iniziò a esibirsi in pubblico, dando conferma di un talento davvero precoce!
Jerry Lee Lewis aveva creato il proprio sound cercando di emulare l’inconfondibile stile dei predicatori e dei musicisti afroamericani, dei quali amava osservare le esibizioni nei club della Louisiana. Sua madre lo iscrisse al Southwest Bible Institute, una scuola profondamente religiosa: qui venne sorpreso dal Decano mentre suonava una scatenata versione boogie woogie di My God is Real, un fatto all’epoca considerato increscioso e che gli costò l’espulsione dall’Istituto. A Jerry non rimase che esibirsi nei locali.
L’esordio discografico e i live esplosivi di Jerry Lee Lewis
Iniziavano così a diventare famose le eccitanti performance di Jerry Lee Lewis: nel giro di poco tempo era già diventato parte integrante della nascente scena musicale del Mississippi. Nel 1954 incise la sua prima demo in studio e l’anno successivo partì alla volta di Nashville – città celebre per la sua cultura musicale – in cerca di fortuna. Qui arrivò ad un passo dal partecipare al Grand Ole Opry, celebre trasmissione radiofonica country locale, salvo poi esserne escluso perchè si era già esibito con la rete concorrente in Louisiana.
La tappa successiva del suo viaggio alla ricerca del successo fu Memphis: i più ricorderanno questa città per aver reso grande Elvis Presley. Ma la capitale del Tennessee fu una tappa fondamentale anche per il giovane Jerry Lee Lewis, che riuscì a strappare un contratto alla Sun Records: nel 1956 iniziò così a registrare i suoi pezzi incessantemente, sia da solista che come pianista per altri artisti (tra i quali lo stesso Elvis e l’immenso Johnny Cash). Il primo successo arriva l’anno successivo, con Whole Lotta Shakin’ Goin’ On…
Il pezzo in questione suonava davvero come poche altre cose all’epoca: quello scatenato sound rock and roll accompagnato da un irresistibile pianoforte finì subito in cima a tutte le classifiche pop, country e R&B. A rendere ancora più esplosiva la sua proposta c’erano le esibizioni dal vivo, che Jerry Lee Lewis amava portare all’estremo per il visibilio dei suoi fan: nasce in questo periodo la folle consuetudine di infiammare – letteralmente – il pianoforte, caratteristica che è valsa all’artista il soprannome di “The Killer”!
Il grande successo e l’induzione nella Hall of Fame del Rock
Sul finire degli anni ‘50 Jerry Lee Lewis viveva il suo massimo periodo di successo: dopo Whole Lotta Shakin (che dal 2005 è stata scelta dagli Stati Uniti come una delle canzoni da preservare all’interno della Biblioteca del Congresso) arrivò una hit ancor più clamorosa, quella Great Balls of Fire che diventerà il suo pezzo più celebre. Le sue dinamiche esibizioni dal vivo continuarono ad arricchirsi di mosse sceniche e di spettacolarità, con l’artista che suona il piano stando in piedi e calciando via lo sgabello.
Nel 1963 il contratto con la Sun Records scade e Jerry Lee Lewis sceglie di proseguire la sua carriera sotto la Smash, un’etichetta dedita alla pubblicazione di dischi rock and roll; sotto questa egida continuò a pubblicare dischi che non ebbero però il successo dei precedenti. Tuttavia, ciò non impedì a Jerry Lee Lewis di esibirsi in Europa e di continuare a infiammare i cuori dei suoi fan anche nel Vecchio Continente. Le vendite dei dischi, però, continuarono a deludere fino ai primi anni ‘70, quando il nostro tornò inaspettatamente alla ribalta…
Fu proprio nel 1973 infatti che Jerry Lee Lewis si esibì per la prima ed unica volta a quello stesso Grand Ole Opry, in una performance che lo rese una stella del country. Abbiamo volontariamente escluso da questa storia gli eccessi dell’artista, i suoi problemi con l’alcol, con le droghe e con le donne per concentrarci sulla sua musica: la sua personalità e il suo talento gli hanno permesso di essere introdotto per primo nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1986, e noi non possiamo fare altro che continuare a ballare sulle sue note!