Il rock and roll è da sempre terreno fertile per artisti stravaganti, ricchi non solo di inventiva ma anche di quella sana e indispensabile follia. La figura di Little Richard è stata davvero importante da questo punto di vista: la sua personalità rumorosa, sprizzante gioia e in perenne bilico tra i generi (sessuali e musicali) ha reso la sua opera un caposaldo della storia della musica degli anni ‘50 e un modello per tutto il rock a venire.
Un vero e proprio vulcano sul perenne punto di esplodere, che con la sua energia e il suo talento ha lasciato un segno indelebile nella cultura popolare. Dai suoi primi successi discografici passando per i momenti difficili della sua carriera, fino alla sua anzianità, Little Richard non ha mai smesso di stupire: nelle prossime righe andremo a scoprire insieme tutti i segreti della sua carriera e della biografia.
La giovinezza di Little Richard e la scoperta della musica
Prima di diventare per tutti “Little Richard”, l’autore di Tutti Frutti si chiamava richard Wayne Penniman. Nato il 5 dicembre del 1932 nella piccola città di Macon, in Georgia, era il terzo di ben dodici figli. Il padre Charles e la madre Leva Mae erano entrambi molto religiosi, e fu proprio questo aspetto che avvicinò il giovane Richard alla musica fin dalla tenera età: l’intera famiglia si esibiva infatti nelle chiese con il un nutrito gruppo canoro, i Penniman Singers. E la voce stridula di Richard già spiccava fra tutte!
L’infanzia del nostro fu comunque povera e infelice: il padre si occupava di vendere whiskey di contrabbando e non vedeva di buon occhio certi atteggiamenti del piccolo Richard, tanto da non supportarlo nella sua volontà di diventare un musicista e colpevolizzandolo, addirittura, per certi atteggiamenti che lui definiva omosessuali. Richard non aveva nemmeno tredici anni quando decise di lasciare la propria famiglia e di trasferirsi con una famiglia di bianchi; nella sua nuova casa, il giovane è finalmente libero di fare le sue scelte.
Alle superiori, Richard impara a suonare il sassofono e si esibisce assieme alla banda della scuola. In questi anni diventa amico di Otis Redding – che da adulto diventerà uno dei più grandi cantanti soul di sempre – ed inizia a lavorare dietro al bancone dell’Auditorium di Macon, dove scopre l’R&B, il blues e la musica country. La sua strada era ormai decisa e lo studio non faceva per lui: fu così che abbandonò la scuola per iniziare a esibirsi nei locali, assieme ad altri musicisti. Era solo l’inizio di una carriera incredibile.
I primi passi di Little Richard da professionista
Fu proprio in questi anni, nel periodo dell’adolescenza, che Richard Wayne Penniman divenne ufficialmente “Little Richard”… non solo perché all’epoca il mondo del blues era ricco di nomi simili (basti pensare a Little Esther o a Little Milton) ma anche perché non ne poteva più di sentir sbagliare il suo nome (che per tutti era sempre “Penny-Man”). La svolta avviene nel 1951, con la firma del primo contratto da professionista: fu la RCA a proporsi per prima, dopo una sua entusiasmante esibizione al Tick Tock Club di Macon.
La gioia però fu breve: solo l’anno successivo la famiglia Penniman venne colpita da una tragedia. Il 12 gennaio del 1952, infatti, il padre di Richard viene raggiunto da un colpo di pistola e perde la vita sul colpo. Una tragedia che, nonostante le divergenze fra i due, colpì duramente l’artista. Il successo tardava ad arrivare e nel 1953 Richard firma per la Peacock Records, pubblicando diversi dischi senza mai riuscire a sfondare: l’insoddisfazione della carriera in solitaria lo porterà a cercare la gloria con un gruppo, gli Upsetters.
I mancati successi e l’omicidio del padre, però, lo costrinsero presto a tornare a un lavoro più umile. Nel 1955, mentre lavorava come lavapiatti per poter sostenere la famiglia, arriva una lettera da parte della Specialty Records: la demo che aveva inviato loro pochi mesi prima era piaciuta molto… e la canzone incisa in quel nastro era una certa Tutti Frutti. Nel giro di pochissimo tempo le radio iniziarono a trasmetterla in loop e la canzone divenne un incredibile – e irresistibile – successo. Nasceva finalmente la leggenda di Little Richard!
Gli anni del grande successo discografico
Con Tutti Frutti il rock and roll entrava definitivamente nelle classifiche e diventava un genere accettato anche dal pubblico non afroamericano (il pezzo in sé è un inno al multiculturalismo). Poche settimane dopo fu il turno di Long Tall Sally, un altro enorme successo, al quale seguì Slippin’ and Slidin: una miscela sfrenata di boogie, gospel e blues che suonava come nessun’altra cosa sentita in precedenza. Il suo stile e il suo look lo fecero accomunare, dal suo pubblico, ad altri immensi artisti come i contemporanei Elvis Presley e Jerry Lee Lewis.
Ed anche ai suoi concerti, ormai, il pubblico reagiva in maniera scomposta e scatenata. Assieme agli altri due già citati artisti, Little Richard iniziava a comparire in tv e nei film al cinema, diventando un vero fenomeno di costume: i suoi abiti colorati e sbrilluccicanti, la pettinatura stravagante tenuta assieme dalla brillantina ed un aspetto ambiguo e lascivio lo rendeva tanto malvisto dai benpensanti quanto amato dai più giovani. All’apice della fama, nel 1957, Little Richard lascia improvvisamente il mondo della musica…
Inizia qui un periodo davvero tormentato, nel quale il nostro si dedica a tempo pieno alla religione con l’intento di diventare un predicatore. Tornerà sui palcoscenici solo negli anni ‘60, continuando con la sua vita di eccessi: il decennio successivo fu ancor più duro e lo vide lottare duramente contro le dipendenze. Little Richard continuò comunque ad esibirsi fino a oltre 80 anni, influenzando generazioni di grandi artisti: una figura incredibile e larger than life, la cui musica rimane ancora oggi immortale.