Gli anni ‘60 hanno rappresentato molto per l’Italia, sia dal punto di vista economico (il Belpaese fu protagonista di un vero e proprio “boom”) che da quello puramente artistico e culturale. Il decennio appena concluso, invece, ha visto il rock and roll americano diventare un fenomeno di massa anche da noi, grazie ad autori come Elvis Presley, Chuck Berry e Little Richard. Ma in Italia chi era il grande protagonista del rock?
Ci è voluto qualche anno per dare una risposta a questa domanda, ma alla fine è arrivato anche da noi un interprete in grado di regalare le stesse emozioni dei già citati artisti statunitensi: parliamo del grande Little Tony, una leggenda della musica e vera icona del rock and roll nostrano. In questo articolo vi racconteremo la sua storia, partendo dai suoi timidi esordi fino ad arrivare al successo internazionale…
Little Tony e gli inizi della sua carriera in Inghilterra
Era il 9 febbraio del 1941 quando Antonio Ciacci vedeva la luce a Tivoli, una cittadina del Lazio a poco più di 20 km dalla capitale. Il piccolo Antonio – sì, già da queste prime righe avete già capito le origini del suo celebre soprannome! – nasce con le sette note nel sangue: Novino, suo padre, canta e suona la fisarmonica mentre suo zio si diletta con le sei corde. Anche i suoi due fratelli Enrico ed Alberto suonavano rispettivamente la chitarra e il basso, completando il quadro di una famiglia da sempre attiva nel mondo della musica.
Fu dunque naturale, per lui, seguire le orme del padre e degli altri suoi famigliari, iniziando a esibirsi fin da ragazzino sui palchi delle balere, nei teatri d’avanspettacolo ma soprattutto nei numerosi ristoranti sparsi fra i Castelli Romani. A soli 16 anni il nostro vola a Londra assieme ai due fratelli: senza un soldo in tasca e senza conoscere mezza parola d’inglese, prende forma il gruppo di Little Tony and His Brothers. Qui il trio inizia a farsi notare sui palchi importanti e si confronta con le stelle della musica inglese dell’epoca.
Tutto nacque grazie all’intuizione di un impresario inglese, Jack Good, che si accorse del talento dei tre giovani e li convinse a tentare la fortuna oltremanica. Il nome d’arte voleva ricordare il mitico Little Richard, ma la vera ispirazione arrivò dal programma televisivo Boys Meet Girls e dall’incontro del giovane Antonio con uno degli autori delle canzoni di Elvis. Grazie al singolo Too Good, Little Tony riuscì addirittura ad entrare nella top 20 britannica, cosa che lo spinse a rimanere per qualche anno a Londra…
Il ritorno in Italia, Sanremo e il Cantagiro
Nel corso della sua permanenza in terra britannica, Little Tony ha la possibilità di respirare la stessa aria che avrebbe dato i natali, di lì a poco, ad alcune fra le più grandi leggende del rock anni ‘60 (i Beatles soprattutto, ovviamente). La passione per questo genere si fa così sempre più forte, così come la tentazione di portarlo con sé in Italia: una missione che si può considerare compiuta con grande successo, considerato che nel 1961 il nostro partecipa al festival di Sanremo assieme ad un altro astro nascente…
Il duo in questione era composto da Little Tony e Adriano Celentano, mentre la canzone rispondeva al nome di 24 Mila Baci: una pietra miliare del pop/rock tricolore, che tutt’oggi amiamo ballare e cantare, e che all’epoca concluse al secondo posto la partecipazione alla più grande kermesse musicale italiana (il premio andò a Betty Curtis e Luciano Tajoli con l’altrettanto celebre – ma ben più “classica” Al di là). Per l’appena ventenne Little Tony fu solo il primo di molti successi, nonché l’inizio di una lunga carriera.
Non si deve aspettare più di un anno, infatti, per vederlo esplodere definitivamente anche dal punto di vista discografico: Il Ragazzo col Ciuffo, uscito su etichetta Durium nel 1962, è il singolo che lo catapulta in testa alle classifiche italiane. Il riscontro è unanime e lo porta dritto al Cantagiro, la celebre manifestazione canora che rallegrava le estati degli italiani nel corso di quegli anni; con So che mi ami ancora (sempre del 1962) e con Se insieme ad un altro ti vedrò (1963), Little Tony consolida il suo nome di stella del rock all’italiana.
La consacrazione di Little Tony: “Cuore Matto”
Nel 1964, Little Tony torna a Sanremo – stavolta in veste solista – con Quando vedrai la mia ragazza: fu un’edizione particolare che vide, come al solito, un solo vincitore (in questo caso Gigliola Cinquetti con Non ho l’età) e tutti gli altri partecipanti posizionati secondi a pari merito. Tecnicamente, dunque, Little Tony colleziona il suo secondo posto nel più celebre festival della canzone italiana. Nel 1966 arriva un altro incredibile successo, ancora una volta al Cantagiro: la sua Riderà non vince il concorso ma entra nel cuore di tutti.
Una sorte ancor più fortunata toccherà a Cuore Matto, che Little Tony porta a Sanremo nel 1967: il festival verrà vinto da Claudio Villa, ma è la canzone del nostro rocker ad entrare per sempre negli annali della musica, vendendo milioni di copie e restando in cima alle classifiche per i tre mesi successivi alla manifestazione. Little Tony non scriverà più canzoni così celebri in futuro, ma il suo nome – al contrario della sua traduzione letterale – era già diventato quello di un gigante della musica!
Negli anni a venire, Little Tony parteciperà a innumerevoli trasmissioni televisive, interpreterà piccoli ruoli sul grande schermo e continuerà a proporre la sua immagine da eterno ragazzo innamorato del rock and roll. Una figura enorme e fondamentale per la nostra musica, che ci ha lasciati nel maggio del 2013 dopo una carriera ricca di successi e soddisfazioni: per questo ancora oggi Little Tony continua ad essere amato (e ballato) anche dai più giovani, a testimonianza di un mito che sembra ormai diventato immortale.