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Chi erano i Beatles? Storia breve della grande band rock di Liverpool

In ogni libro sulla storia del rock and roll che si rispetti, il capitolo dedicato agli anni ‘60 sarà sempre inevitabilmente dedicato a loro… i Beatles, ovvero uno dei gruppi più rivoluzionari ed influenti della storia! Questi quattro ragazzi di Liverpool sono riusciti, con la loro musica, ad entrare nell’immaginario collettivo e a cambiare questo genere per sempre, dando vita a un vero e proprio fenomeno di costume che oggi ricordiamo con il nome di Beatlesmania.

Nel giro di pochissimi anni, questa band è riuscita a conquistare letteralmente l’intero pianeta, replicando – e per alcuni addirittura superando – il successo che Elvis Presley ebbe negli Stati Uniti nel decennio precedente. Nelle righe a venire andremo a raccontarvi proprio di questa rapida scalata al successo, cercando di farvi rivivere quegli anni nel corso dei quali i Beatles erano “più popolari di Gesù”: buona lettura!

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Da dove vengono i Beatles e in che anni si sono formati

Prima di salire sul tetto del mondo, i Beatles erano solo quattro ragazzi di Liverpool come molti altri. Senza neanche grandi prospettive, in fondo: la miglior prospettiva di vita per molti dei loro coetanei, infatti, era quella di riuscire a sbarcare il lunario nel porto della metropoli in questione. Nel 1957 però il destino ci mette del suo: il sedicenne John Lennon, chitarrista ritmico nella band dei Quarrymen, conosce Paul McCartney tramite il suo bassista Stuart Sutcliffe. Fu così che i due divennero amici e iniziarono a suonare assieme

C’era solo un ostacolo: McCartney non riusciva proprio ad eseguire gli assoli di chitarra e preferiva di gran lunga limitarsi a cantare. Fu così che John, Paul e Stuart reclutarono George Harrison, un loro coetaneo anche lui di umili origini: i quattro continuarono con il nome di Quarrymen, suonando le loro canzoni ovunque potessero. La loro più grande ispirazione era la musica di Buddy Holly e dei suoi Crickets (i “grilli”); proprio in suo onore decisero di cambiare nome in Beatles, fondendo il termine beetle (scarafaggio) al genere musicale beat.

La strada era ormai tracciata e alla band serviva solo un batterista per completare la band. Nel 1960 il loro manager Allan Williams presenta loro Pete Best: con lui i Beatles riescono finalmente a suonare all’estero e si concedono un lungo tour Germania. Per spiccare il balzo definitivo, però, ci voleva anche un manager ambizioso: fu così che scelsero di affidare la loro carriera a Brian Epstein, che in futuro – grazie alle sue brillanti intuizioni – si rivelerà fondamentale per il successo del combo di Liverpool…

Il successo mondiale e la “Beatlesmania”

Proprio in questo periodo avvengono due eventi fondamentali nella storia dei Beatles. La prima riguarda l’abbandono di Stuart Sutcliffe, mai davvero convinto di voler diventare un musicista: il beffardo destino lo vide morire prematuramente nel 1961, poco dopo il suo ritiro, a causa di un’emorragia cerebrale. La seconda fu un’intuizione di Brian Epstein, che individuava in Pete Best l’anello debole della band: ci voleva un batterista più carismatico e all’altezza. Fu così che venne reclutato Ringo Starr, che si integrò perfettamente fin dall’inizio.

I Beatles nella loro formazione definitiva erano così pronti a conquistare il mondo, forti del loro accordo con la EMI: esce nell’ottobre del 1962 Love me do, il primo vero successo del gruppo, e la Beatlesmania scoppia immediatamente. Nel giro di un paio d’anni la loro musica giunge oltreoceano, facendo schizzare cinque delle loro canzoni ai primi posti delle classifiche americane. La loro musica è così travolgente che nel 1965 la Regina Elisabetta li fregia del titolo di Baronetti, per il pregio che hanno portato alla Corona e al paese.

L’impatto dei Beatles sul mondo della musica, comunque, è senza precedenti. Non solo per le splendide canzoni, ma anche per il culto che si forma attorno alla band in sé: le ragazze impazziscono per i quattro giovani di Liverpool, contribuendo a creare quella che si può considerare la prima boy band della storia. Nel 1966, all’apice della popolarità della band, John Lennon ebbe a dire che i Beatles erano ormai più popolari di Gesù: una dichiarazione che fece scalpore e lo costrinse a scusarsi ufficialmente pochi giorni dopo.

Quali sono le canzoni più belle dei Beatles?

Proprio in questi anni, a cavallo tra il 1966 ed il 1967, escono i migliori album – e di conseguenza le migliori canzoni – dei Beatles. Il 1966 è l’anno di Revolver, al cui interno sono contenuti pezzi del calibro di Eleanor Rigby, Yellow Submarine (che ispirerà anche un omonimo film musicale) e Tomorrow Never Knows. L’anno successivo esce invece Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, tutt’oggi considerato come uno dei migliori album non solo dei Beatles ma della storia della musica in generale.

Difficile citare le canzoni più belle di questo disco, in quanto ognuna di essere è una piccola pietra miliare… ma Lucy in the Sky with Diamonds, con la sua atmosfera acida ed il testo apparentemente senza senso, consolida quella che possiamo definire l’era “lisergica” dei Beatles. Il successivo White Album è il capolavoro della maturità: le individualità nella band erano ormai emerse con prepotenza e i continui litigi fra i membri lasciano spazio a un solo ultimo disco, lo splendido Abbey Road.

In seguito all’inevitabile scioglimento, ognuno dei Beatles trovò la propria strada, fra brillanti carriere soliste e attivismo politico. John Lennon scomparse prematuramente nel 1980, raggiunto dai colpi di pistola di un pazzo, George Harrison ci lascia nel 2001 a causa di un brutto male. Ma a noi piace ricordarli all’apice della creatività, con quelle canzoni che negli anni ‘60 hanno contribuito a forgiare l’immaginario collettivo e a scrivere la storia della musica rock: la Beatlesmania, a ben vedere, non si è mai spenta del tutto!