Chuck Berry è stato un musicista rock’n roll che con pochi successi ha segnato la storia della musica rock americana. Proveniente da un passato turbolento si è contraddistinto sia per la sua musica, sia per i suoi periodi di detenzione. In questo articolo ripercorriamo la storia di uno dei punti di riferimento del panorama rockabilly, con il suo caratteristico Duck Walk con la chitarra e i suoi testi sulla rivoluzione giovanile degli anni 50.
Chuck Berry: una vita spesa fra rock e rapine
Chuck Berry nacque a Saint Louis, il 18 ottobre 1926; era quartogenito in una famiglia benestante, composta da sei figli. Crebbe nel quartiere “The Ville”, una zona abitata da gente del ceto medio; suo padre, un imprenditore e diacono della locale chiesa battista, garantì a Berry una posizione sociale agiata.
Fu anche la posizione economica del padre che permise a Berry di esplorare il suo talento musicale. Fu così che nel 1941, ancora frequentando la Sumner High School, Chuck fece la sua prima esibizione pubblica.
La Svolta e il Successo Musicale
Nel giorno del suo 21º compleanno del 1947, Chuck Berry uscì di prigione. Pochi mesi dopo, il 28 ottobre, sposò Themetta “Toddy” Suggs, e nel 1950 nacque la figlia Darlin Ingrid Berry.
Nel corso degli anni ’50, Berry si esibì in vari locali di Saint Louis come secondo lavoro, suonando principalmente musica blues, ma consapevole che il genere country era molto popolare tra il pubblico bianco della zona.
Nel maggio del 1955, su raccomandazione di Muddy Waters, Berry si recò a Chicago per incontrare Leonard Chess della Chess Records. Fu così che il 21 maggio dello stesso anno, Berry registrò una versione di “Ida Red” reintitolata “Maybellene”, con la partecipazione di Johnnie Johnson al pianoforte, Jerome Green alle maracas, Jasper Thomas alla batteria e Willie Dixon al basso. “Maybellene” vendette quasi un milione di copie, raggiungendo il primo posto nella classifica Rhythm and Blues di Billboard e il quinto posto nella classifica generale di vendita negli Stati Uniti.
Nel 1956, “Roll Over Beethoven”, raggiunse la posizione numero 29 nella Billboard Hot 100, catapultando Berry verso il successo e la fama. Alla fine degli anni ’50, Chuck Berry era diventato un artista di successo a livello internazionale.
L’ultimo periodo della carriera di Chuck Berry
Dal 1966 al 1969, Berry pubblicò cinque album per la Mercury Records, tra cui il suo primo disco dal vivo, intitolato “Live at Fillmore Auditorium“. Tuttavia, questi album non riuscirono a ottenere lo stesso riscontro di critica e di pubblico rispetto ai suoi lavori precedenti.
Dopo alcuni anni di assenza dalla Chess Records, Chuck Berry fece ritorno all’etichetta dal 1970 al 1973. Durante questo periodo, registrò diversi singoli, tra cui “My Tambourine“, che a sorpresa divenne il suo primo e unico brano a raggiungere la vetta della classifica, mantenendosi al numero 1 per due settimane.
Il secondo periodo di Berry alla Chess Records si concluse con l’album “Chuck Berry” del 1975, che segnò la sua ultima registrazione per l’etichetta.
Nel 1979, pubblicò il suo ultimo album di studio vero e proprio, sotto l’etichetta Atco Records.
Nonostante le sfide personali e legali, Berry continuò a esibirsi intensamente negli anni ’80, tenendo tra i 70 e i 100 concerti all’anno. Nel 1986, il regista Taylor Hackford realizzò un documentario intitolato “Hail! Hail! Rock ‘n’ Roll” in occasione del sessantesimo compleanno di Chuck Berry. Il concerto celebrativo, organizzato da Keith Richards, grande fan di Berry, vide la partecipazione di artisti come Eric Clapton, Etta James, Julian Lennon, Robert Cray e Linda Ronstadt. Questi artisti salirono sul palco insieme a Berry per interpretare i suoi brani più famosi.
Chuck Berry è stato citato come fonte di ispirazione da diverse generazioni di chitarristi di vari stili musicali. La rivista Rolling Stone lo ha inserito al quinto posto nella lista dei 100 migliori artisti di tutti i tempi e al settimo posto nella lista dei 100 migliori chitarristi.
Problemi con la legge
Nel 1944 Chuck Berry venne arrestato insieme a un gruppo di amici per rapine a mano armata a Kansas City. Dopo aver commesso una serie di reati, tra cui il furto di un’auto. Berry venne condannato e inviato al riformatorio di Algoa, vicino a Jefferson City nel Missouri.
Durante il suo periodo di detenzione, Berry formò un quartetto vocale e si avvicinò anche alla pratica del pugilato.
Nel dicembre 1959, fu arrestato per aver avuto rapporti sessuali con una quattordicenne, impiegata in uno dei suoi locali. Riconosciuto colpevole, il musicista venne condannato a cinque anni di prigione e a una multa di 5.000 dollari.
Negli anni ’70, Chuck Berry affrontò ancora una volta problemi legali. Fu accusato di evasione fiscale per non aver pagato le tasse sui suoi compensi per i concerti. Berry si dichiarò colpevole e nel 1979 fu condannato a quattro mesi di prigione e 1.000 ore di servizio civile da scontare tramite concerti benefici.
Pietre miliari del rock e influenza sui nuovi musicisti
Tra il 1964 e il 1965, Chuck Berry pubblicò otto singoli: “No Particular Place to Go“, “You Never Can Tell“ e “Nadine“, che riuscirono a catturare l’attenzione del pubblico.
Molti artisti continuarono ad ispirarsi alla sua musica e reinterpretarono i suoi successi.
I Beach Boys basarono il loro successo del 1963 Surfin’ USA sulla melodia di Sweet Little Sixteen di Berry. Questa reinterpretazione non fu autorizzata e portò a una causa per plagio che si concluse con una multa di un milione di dollari a danno del gruppo.
Conclusioni
Chuck Berry ha influenzato generazioni di musicisti e il suo stile musicale, combinando il blues con il country e dotandolo di una carica rock ‘n’ roll, ha gettato le basi per il genere stesso. Nonostante le difficoltà personali e legali che ha affrontato lungo la sua carriera, il suo contributo alla musica rimane immortale, rendendo Chuck Berry una leggenda del rock ‘n’ roll.