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Come restaurare e ripararare una Vespa d’epoca e mantenerla vintage

Noi di Stile Millelire, si sa, adoriamo tutto ciò che è vintage. Se poi oltre ad essere vintage è anche italiano, l’amore è a dir poco incondizionato! Non a caso quando sentiamo parlare di Vespa non stiamo più nella pelle: molti di noi ne usano una quotidianamente, così come i nostri padri ed ancor prima i nostri nonni; altri ancora ne hanno una parcheggiata in garage, magari vecchia e malconcia, e fa quasi piangere il cuore l’idea di non poterla rimettere a nuovo per farci un giro e tornare così nel passato… almeno per un po’. Nell’articolo di oggi parliamo proprio della Vespa (le stesse tecniche valgono anche per la Lambretta!), della sua storia e di come si può fare per cercare di rimetterne una a nuovo. Senza, chiaramente, snaturarne lo spirito vintage!

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In che anni è nata la Vespa e chi l’ha progettata: un po’ di storia

La Piaggio & C. S.p.A. lancia il suo modello a due ruote più iconico nell’ormai lontano 1946, e con i suoi 18 milioni di esemplari prodotti da allora si può considerare uno dei mezzi di trasporto più di successo di sempre; nei suoi settant’anni di storia, la Vespa è diventata un vero e proprio simbolo dello stile italiano, diventando non solo sinonimo di Belpaese ma anche di bellezza e di libertà; tutto nasce con il modello Vespa 98cc, all’epoca venduta ad un prezzo di 55.000 lire. Chi desiderava il modello di lusso, completo di contachilometri e pneumatici con fianco bianco, avrebbe dovuto pagare 6.000 lire in più; cifre che fanno sorridere nell’era dell’euro, ma anche allora si trattava di prezzi tutto sommato popolari.

Anche per questo la produzione iniziò presto a decollare, tanto che solo due anni dopo (nel 1948) già usciva dalle fabbriche il modello successivo, la Vespa 125: fu questo il vero momento della svolta, tanto che nel giro di soli altri cinque anni la Piaggio iniziò a produrre in ben tredici nazioni, commercializzando il suo due ruote più famoso in ben 114 paesi! Numeri che fanno girare la testa, soprattutto se rapportati al mercato di allora. Il passo successivo avvenne nel 1963, con l’avvento della Vespa 50: nasceva come risposta all’introduzione dell’obbligo della targa per i motocicli dalla cilindrata superiore ai 50 cc e fu anch’essa un enorme e immediato successo, tanto che la produzione di questo modello non fu più abbandonata. Certo, la storia della Vespa è proseguita negli anni ‘70 con la PX, probabilmente ancor più celebre della precedente, e continua il suo incedere tutt’oggi; noi, però, rimaniamo fedeli ai modelli della vecchia guardia, che consideriamo avere un fascino davvero inimitabile.

Restaurare un vecchio modello di Vespa: come agire, quali tecniche

Come la storia e i numeri testimoniano, quindi, non ci sono dubbi nell’affermare che la Vespa sia il veicolo d’epoca italiano in assoluto più amato nel mondo. E considerati i volumi di vendita, come già detto in apertura, non è difficile immaginare che in molti ne conservino una nel garage, magari lasciandola parcheggiata in balìa del tempo; come agire dunque nel caso trovassimo una vecchia Vespa abbandonata a sé stessa e volessimo riportarla al suo antico splendore? Intanto, è fondamentale attrezzarsi con tutti gli strumenti del caso e recuperare tutti i pezzi di ricambio che possono tornare utili al nostro lavoro di restauro.

Per fare ciò, la prima cosa da fare è controllare il numero di telaio, generalmente situato sulla lamiera dietro allo sportellino dal quale si può accedere al motore; una volta cercati (e trovati) i pezzi che vi occorrono, si può procedere allo smontaggio: la prima parte che andrà estratta è la sella, seguita dal portaoggetti, dai pomelli e dal carburatore. Prima di arrivare alla ruota posteriore ci sono gli ammortizzatori, i freni e la frizione: parti molto complesse che vi consigliamo di fotografare da diversi punti di vista per essere in grado di rimontare il tutto correttamente. Dopodiché si può procedere allo smontaggio del manubrio, del faro e di tutta la sezione anteriore della vostra Vespa; nella gran parte dei casi, i vari fili che estrarrete del telaio andranno cambiati. A questo punto, dovrete suddividere le scocche e iniziare l’operazione di sverniciatura.

Sabbiatura, lattonatura e verniciatura: come riportare a nuovo la vostra Vespa

Una volta conclusa l’operazione di smontaggio, inizia la parte più importante: la sabbiatura. Cosa significa? Con questo termine si identifica il trattamento che rimuove la vecchia vernice, assieme allo sporco e all’eventuale ruggine accumulatasi negli anni. Per fare ciò, però, sarà necessario possedere un apposito apparecchio e quindi rivolgersi ad un meccanico; altrimenti il procedimento si può ottenere anche con la spazzolatura a mano: certo sarà molto meno costoso, ma si tratta di una procedura che può rivelarsi davvero faticosa. Per aiutarsi, si può applicare delle spazzole a una levigatrice, andando ad agire sulle parti interessate; attenzione però a non erodere i numeri di telaio!

Una volta conclusa questa fase, che può portare via anche diversi giorni, si dovrà procedere alla lattonatura; ciò significa raddrizzare le varie eventuali ammaccature e sostituire i lamierati eccessivamente rovinati, senza andare a rovinare i punti di saldatura. Quando le singole parti della vostra Vespa saranno state rimesse a nuovo, scegliete un buon fondo antiruggine – che dovrà essere dello stesso colore del vostro modello – premurandovi di carteggiare bene la superficie prima di applicarne gli strati. A questo punto non resterà che verniciare il tutto: armatevi di mascherina e caricate la vostra pistola con il colore desiderato; con 700 grammi di vernice e un’oretta di attesa fra la prima e la seconda mano, avrete riportato la vostra Vespa (o Lambretta, se siete appassionati dell’altra squadra) allo splendore degli antichi fasti!