La cravatta è dubbio uno degli accessori più importanti quando si parla di stile vintage; dopotutto questo piccolo ritaglio di stoffa ha contribuito in maniera sostanziale a caratterizzare il guardaroba dell’uomo nel corso del ‘900, diventando prima sinonimo di eleganza e in seguito corredo obbligatorio per chiunque desideri ottenere un perfetto look d’altri tempi. Ma qual è la storia di questo capo così affascinante e ricco di suggestioni? E soprattutto, con quali criteri possiamo scegliere la perfetta cravatta vintage per completare il nostro outfit? In questo articolo proveremo a fare un po’ di luce su queste domande.
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La cravatta, accessorio d’altri tempi: storia e curiosità
Pare che una versione primitiva della cravatta sia stata vista per la prima volta al collo dei cavalieri croati che operavano in Francia come mercenari, nella prima metà del 1600, durante il regno di Luigi XIV. Ulteriori studi ci hanno insegnato che la cravatta ha origini ben più remote, con buona pace dei croati che ogni anno – per la precisione l’8 ottobre – festeggiano il Giorno della Cravatta: sembra infatti molto più verosimile che questo accessorio sia nato parecchi anni prima, considerate le testimonianze scritte che risalgono addirittura alla seconda metà del 1300. Aldilà dell’origine tutt’ora indefinita, l’unica cosa certa è che le cravatte iniziarono a diffondersi concretamente solo nei primi anni del 1700, nel corso di una breve era glaciale che colpì l’Europa costringendo gli uomini a coprirsi il collo per evitare malanni di sorta: in quel periodo le cravatte erano quindi più una necessità che una questione di stile; le più economiche arrivavano dall’India ed in Gran Bretagna fu perfino varata una legge per contrastare il loro contrabbando. Proprio nel Regno Unito, e per la precisione a Macclefield, nel 1850, nasce ufficialmente la cravatta che conosciamo e indossiamo tutt’oggi: il suo aspetto era leggermente diverso in quanto all’epoca si usavano leggermente più corte e larghe, ma in buona sostanza questo accessorio carico di storia è da allora rimasto invariato. Fin da allora i principali nodi utilizzati per indossarla e legarla al collo sono tre, ovvero l’Orientale, il Windsor ed il mezzo Windsor… ma quello del nodo è un argomento complesso che meriterebbe un articolo a sé: basti pensare che l’ammontare totale dei nodi possibili – almeno stando alla matematica e a quanto sperimentato finora – raggiunge gli 85 tipi diversi!
Scegliere la cravatta vintage: stampa o tinta unita, seta o cotone?
Scegliere il tipo di cravatta perfetta è impresa ardua in quanto molto cambia di situazione in situazione; in particolare è fondamentale sapere abbinare una cravatta a un abbigliamento vintage che si rispetti!
Per manifestare il proprio gusto in fatto di stile o per partecipare ad un evento in cui è richiesta una certa eleganza, seguire qualche linea guida è quindi sempre buona cosa. Un solo consiglio è obbligatorio e va tenuto sempre ben presente: il colore della cravatta dev’essere sempre più intenso di quello dell’abito, e comunque rigorosamente più scuro della camicia. Per il resto libero spazio alla propria personalità: per questo è possibile scegliere una cravatta stampata o ricamata, che possa valorizzare appieno il gusto del singolo individuo che la indossa; una trama particolarmente bizzarra permette di uscire dai soliti monotoni schemi e sarà in grado di farvi distinguere a dovere. L’importante è non risultare eccessivi e ridondanti: lo scopo di una cravatta stampata, infatti, dovrebbe essere quello di variare un outfit altrimenti piatto e monocorde, pertanto il suo compito sarà quello di arricchire e non di appesantire. Per chi invece ama la sobrietà e l’eleganza, la tinta unita è la via da seguire; in questo caso vale il contrario di quanto detto in precedenza: una cravatta dal colore raffinato andrà a valorizzare il tessuto del nostro abito, aumentandone l’impatto visivo. La scelta può variare in base al gusto personale ma è bene tener conto del colore dei nostri capelli e della carnagione. Il secondo aspetto fondamentale da tenere in considerazione quando si parla di cravatte è il tessuto: la seta è la prima scelta nel caso si voglia essere davvero eleganti, considerato il pregio del materiale. Tuttavia, una cravatta in lino può essere altrettanto valida, nella sua semplicità. Negli ultimi anni sono invece sempre più comuni le cravatte in cotone: oltre ad essere più economiche sono decisamente più leggere e versatili, tendono a durare nel tempo e a garantire una certa facilità di lavaggio; un tessuto ottimo, quindi, per un uso quotidiano e senza grosse pretese.
Le cravatte vintage del Novecento, quale stile scegliere?
Nel corso del ‘900 si sono succedute diverse mode e quasi ogni decennio ha visto gli uomini portare al collo delle cravatte seguendo stili e criteri diversi fra loro. Gli anni ‘20, ad esempio, si possono tranquillamente definire come il decennio della cravatta per eccellenza dato l’incredibile numero di modelli che circolavano; fino a poco prima il papillon era considerato la norma, ma la cravatta ha iniziato a diventare sempre più importante tanto da definire il ceto sociale di un individuo; all’epoca erano molto comuni le cravatte in lana cucite a mano, e assai diffusi erano anche i foulard per uomo. Negli anni ‘30 queste varianti finirono per lasciare il passo unicamente alle cravatte in seta ed iniziarono a diffondersi le fantasie a righe o a pois, oltre ad essere più stravaganti nei colori: fu un’era ricca di innovazioni nel campo della moda, presto purtroppo soppiantata dall’avvento della guerra; la difficoltà nelle importazioni di seta costrinse prima ad un passo indietro – e quindi ad un ritorno alla lana ed alle cravatte cucite in casa – ed in seguito, nella seconda metà del decennio, ad una vera e propria esplosione di colori. A partire dalla seconda metà degli anni ‘40 iniziano infatti a diffondersi le fantasie più variopinte, un trend che scaturì definitivamente nel decennio successivo: gli anni ‘50 sono forse i nostri preferiti per quel che riguarda le cravatte, dando vita ai design più creativi. La pittura cubista, astratta e l’arte moderna in generale erano la norma nelle cravatte, che soprattutto fra i più giovani erano una vera e propria tendenza; le firme più note, come Wembley e Manhattan, hanno sfornato dei pezzi davvero storici ora molto ambiti anche dai collezionisti. Un periodo d’oro che terminò con un ritorno alla sobrietà negli anni ‘60, generalmente più semplici nel design.
[…] nella loro parte superiore, e tra gli accessori non poteva mancare l’orologio da taschino, una cravatta e delle bretelle. Ai piedi, invece, delle scarpe a coda di rondine – spesso bianche e nere – ed […]
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