Quante volte avete sentito i vostri nonni o genitori parlare di quando, negli anni ‘60, si usava “andare a letto dopo aver visto Carosello”? Molti di voi si saranno chiesti che cosa fosse o magari se lo saranno fatto spiegare… altri ancora si saranno documentati sul web e avranno visto in prima persona alcune di quelle celebri pubblicità, che sono entrate nell’immaginario collettivo e hanno contribuito a fare la storia della tv italiana.
In questo articolo ripercorreremo le vicende che hanno portato alla nascita di questo fenomeno, cercando di capire quanto ha influenzato le generazioni che ci hanno preceduto e per quali ragioni è stato così importante. Vedremo inoltre quali sono state le pubblicità e i personaggi più amati di Carosello. Insomma, allacciatevi le cinture: state per tuffarvi in una fetta indimenticabile di cultura italiana degli anni ‘60!
Come è nato il programma tv Carosello?
Sul finire degli anni ‘50 vigeva una legge che impediva alla RAI – allora come oggi la televisione di stato italiana – di inserire degli sponsor o di pubblicizzare dei prodotti nel corso dei propri programmi. Al fine di aggirare questo vincolo, i dirigenti dell’azienda si inventarono un interessante compromesso: le pubblicità potevano andare in onda solo una volta al giorno, fra le 20:50 e le 21:00, e solo sotto forma di spettacolo televisivo (filmato o animato) dalla durata totale di un minuto e quarantacinque secondi.
Di questo breve spettacolo, solo gli ultimi trenta secondi – il cosiddetto codino – potevano essere occupati dalla pubblicità vera e propria, con il protagonista che nomina il prodotto di turno e ne recita l’eventuale sponsor. Molte aziende italiane adottarono con entusiasmo questo inedito format, consapevoli della potenza del mezzo televisivo; fu così che il 3 febbraio del 1957 si inaugura ufficialmente l’era del Carosello, che offriva a tutti gli italiani dieci minuti di pubblicità gradevoli, creative e spesso molto divertenti.
Sì, perchè grazie alla nostra fiorente – quantomeno all’epoca – industria cinematografica, questi brevi spot erano davvero delle piccole opere d’arte realizzate con mezzi produttivi di alto livello. Ogni sera, dunque, milioni di famiglie si riunivano davanti al televisore per godersi lo spettacolo del Carosello; il nome in sé deriva dalla natura stessa del programma, un vero e proprio “carosello napoletano” di prodotti e storie limitato a quattro spot (in seguito sei) trasmessi consecutivamente.
Perchè Carosello fu così importante negli anni ‘60?
Molti giovani al giorno d’oggi potrebbero rimanere stupiti dal fatto che, negli anni ‘60, milioni di bambini consideravano un divertimento guardare le pubblicità alla tv… tanto da essere addirittura l’ultima gioia della giornata, prima di andare a letto e coricarsi per affrontare la scuola il giorno dopo (e magari parlare con i propri compagni proprio degli spettacoli visti la sera prima su Carosello!). Sì, perchè la qualità di questi piccoli spot era indubbia e molti dei tormentoni allora ideati sono ancora oggi molto conosciuti.
Inoltre, grazie a Carosello l’Italia conosce per la prima volta quello che oggi chiameremmo – magari con un’accezione più negativa di quanto non l’avesse allora – il consumismo: le pubblicità permettono alle famiglie di conoscere molti nuovi prodotti, contribuendo a una crescita dei consumi e contribuendo al periodo storico che oggi chiamiamo “gli anni del boom economico”. Lungo tutto il corso degli anni ‘60, le aziende erano disposte a tutto pur di avere uno spazio all’interno del Carosello!
La fortuna di questo format innovativo durò fino al 1977, proseguendo ininterrottamente per la bellezza di vent’anni. Nel corso di questo ventennio l’economia italiana non fece che crescere ininterrottamente, mentre sugli schermi televisivi prendevano forma personaggi e tormentoni che sarebbero rimasti immortali. Carosello si interruppe solo in poche e tragiche occasioni: la morte dei papi Pio XII (1958) e Giovanni XXIII (1963), ad esempio, così come l’assassinio di John F. Kennedy (1963) e la strage di Piazza Fontana (1969).
Le migliori pubblicità e i protagonisti di Carosello
Fare un elenco delle migliori pubblicità che passarono su Carosello è impresa ardua, considerato l’incredibile numero di maestranze eccellenti che vi hanno preso parte. Le scene andate in onda nel corso di quei vent’anni furono infatti realizzate da alcuni dei nomi migliori della cultura e dello spettacolo: figure come Totò, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Renzo Arbore e decine di altri attori. Ma anche fra i registi non mancano delle vere e proprie eccellenze, come Sergio Leone, Pier Paolo Pasolini e Federico Fellini.
Oltre alle scene con attori dal vivo, Carosello passò alla storia anche per le numerose pubblicità con protagonisti pupazzi e cartoni animati. Fra questi ultimi ricordiamo Jo Condor, il pennuto di casa Ferrero, e Calimero, il pulcino nero testimonial del detersivo Ava. Per quanto riguarda i pupazzi, invece, è impossibile non ricordare i Carmencita e Caballero della Lavazza, così come Topo Gigio: in pochi oggi lo sanno, ma questo celebre pupazzo nasce proprio nel contesto di Carosello per pubblicizzare dei biscotti!
Nella seconda metà degli anni ‘70, il mercato della pubblicità in Italia – e nel resto del mondo – ha attraversato un periodo di profondo rinnovamento, grazie all’avvento delle reti televisive private e alla necessità delle aziende di raggiungere anche il pubblico all’estero. Gli spettatori sono ovviamente cambiati di conseguenza, iniziando a sentire la necessità di una promozione più dinamica e moderna. Si chiudeva così, il 1° gennaio del 1977, la gloriosa storia di Carosello: un capitolo fondamentale per l’Italia degli anni ‘60 e non solo.