Free Jazz

Cos’è il Free Jazz? Struttura musicale e caratteristiche del suono

Il Free Jazz è un genere musicale che si caratterizza per la ricerca di una libertà totale sia a livello armonico che ritmico. Esso si basa principalmente sull’improvvisazione senza limiti formali prestabiliti.

Nato tra New York e Chicago tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60, in concomitanza con i grandi movimenti di lotta razziale di Martin Luther King e Malcolm X, il Free form  è diventato un mezzo di espressione sociale per i musicisti “Free”.

Storia del Free Jazz

Premessa sul genere

Prima di addentrarci nella storia del free Jazz occorre precisare che l’identità “rivoluzionaria” del genere è ancora oggetto di dibattito fra gli intenditori.

Alcuni cultori del genere vedono il Free jazz come un punto di svolta che segna una profonda rottura con il jazz dell’immediato dopoguerra. Altri, invece, vedono nel genere un naturale punto di arrivo, frutto proprio dell’evoluzione già iniziata in precedenza.

Storia del Free Jazz

Ufficialmente il Free Jazz nasce con l’omonimo disco di Ornette Coleman del 1961, il quale contribuisce a segnare un punto di svolta nell’evoluzione del jazz.

In realtà, questo stile, definito free per il suo carattere libero e innovativo, ha i suoi prodromi fra i musicisti neri, già  dalla seconda metà degli anni 50.

Artisti di spessore come Jackie McLean e Cecil Taylor cominciavano in quegli anni a sperimentare nuove forme di espressione  del suono nel bebop. Nel giro di qualche anno molti gruppi nel ambito jazz iniziarono a suonare con un approccio innovativo: “liberato” da certi schemi rigidi e stereotipati (che avevano sempre caratterizzato lo swing).

Bisogna dire, però che la nuova forma musicale non era priva di strutture formali; era, quindi, in continuità, sotto molti aspetti, con la propria tradizione.

Free Jazz e lotta per i diritti civili

La forma di libertà del free jazz viene spesso collegata alla lotta per i diritti dei neri, anche se ripercorrendo la storia della musica jazz si evince come la lotta sia intrinseca al genere stesso.

Partendo dal blues, agli spirituals e al primissimo jazz, la musica nera ha sempre costituito la rivendicazione di una cultura che definiva l’identità di un’etnia posta ai margini della società americana.

Artisti come Duke Ellington, Ella Fitzgerald e altri hanno sempre rivendicato l’affermarsi della cultura nera nello swing, benché fosse il genere più contaminato dalla cultura europea.

Durante gli anni 40, con il bebop, i neri hanno cercato di liberarsi delle influenze europee creando uno stile che fosse unicamente nero. Tuttavia, alcuni musicologhi, considerano il percorso evolutivo del bop come il proseguimento di una sperimentazione già avviata da alcuni virtuosi in precedenza, tra cui Coleman Hawkins e Lester Young.

Possiamo, quindi affermare che i musicisti più significativi, che hanno segnato il passaggio dal bop al free jazz, quali: Miles Davis, Charles Mingus, Sonny Rollins e Max Roach, hanno continuato una strada già aperta. Hanno raggiunto, cioè, un “naturale punto di arrivo”.

Certamente la componente identitaria, all fine degli anni 50, era più determinante perché intrecciata con il contesto socio-politico in mutamento, segnato dalle battaglie di Martin Luther King e Malcom X.

Pietre miliari del free jazz

Se l’album di Ornette Coleman è considerato il primo vero disco Free Jazz, il più importante è senza dubbio l’album di Max Roach.

Nel 1960, il musicista registra, quello che si può considerare un “disco-manifesto” del free jazz We Insist! Max Roach’s Freedom Now Suite. Il disco, infatti, contiene molti elementi di quello che caratterizzerà il nascente genere musicale: le forti tematiche razziali, l’assoluta libertà di esecuzione della suite, e certi passaggi musicali particolarmente ostici all’ascolto. Per questo motivo si può considerare un’opera fondamentale per lo sviluppo del genere free jazz.

Importanti sono anche le sperimentazioni corali di Mingus; ma, soprattutto, le registrazioni di Archie Ship, noto all’interno del movimento per le sue posizioni ideologiche afrocentriche. Coltrane, insieme a Ship, divenne punto di riferimento del genere nell’ambito newyorkese.

Caratteristiche dello stile e del suono

Il free Jazz si distingue per essere definito libero dagli schemi. È una musica capace di raggiungere i limiti più estremi dell’improvvisazione, nonostante l’entrata di più strumenti insieme. Un esempio è la partitura per quintetto che prevede, appunto, la libera improvvisazione di tutti gli strumenti secondo l’estro del momento.

La novità di questo stile rispetto ai precedenti è data dalla frammentazione e irregolarità del ritmo e della metrica,  ma anche dall’atonalità, che può arrivare fino al rumorismo e dall’assorbimento.

Tuttavia, alcuni esperti del genere ritengono che non si possa parlare di vera rottura con i sottogeneri precedenti. Nella musica free jazz, infatti, si ritrovano sempre alcuni stilemi che riconducono alla tradizione jazzistica, riportando anche alle origini.

Per comprendere meglio il Free Jazz ti consigliamo di ascoltare l’album di Ornette Coleman

 

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Alla prossima!