El-Cachafaz

El Cachafaz: La canaglia che diventò un mito del tango argentino

Il Tango argentino è un genere musicale e una danza che, nel corso degli anni, ha generato leggende e personaggi iconici. Tra questi, spicca la figura di “El Cachafaz”, un ballerino che ha rivoluzionato il modo di approcciare il tango in pista. In questo articolo, esploreremo la vita e il mito di questo tanguero affascinante, analizzando il suo impatto sulla danza nazionale argentina.

Nascita di una Leggenda

El Cachafaz, il cui vero nome era Ovidio José Bianquet, nacque il 14 Febbraio 1885 a Buenos Aires, nel pittoresco quartiere di Barracas. La sua personalità vivace e il talento straordinario nel ballare il tango lo resero uno dei più grandi e famosi ballerini del passato. Il soprannome “Cachafaz” significa insolente, canaglia, e sembra derivare dal suo comportamento audace verso le donne; tanto che pare sia stato proprio il padre di Ovidio a rifilarglielo.

El Cachafaz era una presenza frequente nelle strade e nelle “academias” del quartiere Abasto di Buenos Aires, dove fioriva il tango nell’epoca d’oro. Amico di Carlos Gardel, un’icona del tango, El Cachafaz ha contribuito a plasmare la danza con la sua eleganza e il suo senso del ritmo unico.

Viaggi e Insegnamenti

Tra il 1911 e il 1913, El Cachafaz intraprese un viaggio negli Stati Uniti, al ritorno del quale aprì la sua accademia. Qui, impartiva lezioni di tango a persone dell’alta società, guadagnandosi una reputazione di maestro stimato. Il suo stile unico e la sua capacità di creare nuovi passi lo resero una figura di spicco nella scena tanguera.

Eleganza e Creatività: Il Tango di El Cachafaz

El Cachafaz brillava per la sua eleganza e creatività nel tango. Pur avendo molti “cortes” in comune con un altro famoso ballerino, Jose Giambuzzi, Ovidio li rendeva impeccabili con una delicatezza che trasformava la danza. La sua partner Carmen Calderon, sua partner di ballo fissa dal 1933, fu intervistata nel 1997, in occasione del 55° anniversario della morte del tanguero e affermò che lui era il migliore, descrivendolo come un ballerino dall’aspetto poco attraente, ma elegante nella figura, che indossava una giacca nera e pantaloni di fantasia, sempre impeccabile nelle esibizioni.

La Personalità Contraddittoria

Nonostante il suo soprannome da scansafatiche, la personalità di El Cachafaz era morbida e piacevole, inoltre era un uomo estremamente educato con le proprie compagne di ballo. Tuttavia, quando si arrabbiava, la sua presenza era sufficiente a far tremare chiunque. Non aveva bisogno di una pistola; una sberla bastava a mettere a tacere chiunque.

L’Ultima Danza

L’ultima notte di ballo di El Cachafaz avvenne in un luogo chiamato El Rancho Grande a Mar del Plata, insieme a Carmen Calderon. Dopo l’esibizione, disse a Carmen: “La aspetto dopo la partita di calcio per bere mezzo whisky.” Purtroppo, quella sera, la notizia della sua morte nel cortile del locale sconvolse tutti gli amanti del tango.

Il Mito Musicale

La musica del tango ha tributato a El Cachafaz con due temi ispirati a lui: “El Cachafaz“, un tango del 1913 di Manuel Aróztegui, e “Bailarin Compadrito“, un tango del 1929 di Miguel Bucino, cantato da Carlos Gardel. Questi brani rappresentano l’eredità duratura di un uomo che ha influenzato profondamente il mondo del tango.

In conclusione, El Cachafaz rimane una leggenda del tango argentino, una canaglia che ha danzato attraverso la storia con il suo stile unico e la sua personalità indimenticabile. La sua eredità vive ancora oggi, incastonata nei passi e nelle note del tango argentino.

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