Ella Fitzgerald è considerata da tutti la regina del jazz, ha avuto una lunga carriera segnata da grandissimi successi, con 49 milioni di copie vendute. Le sue doti canore si possono ritrovare nella difficoltà dei suoi pezzi, dove la modulazione della voce era fondamentale; ma era nello scat che Fitzgerald dava il meglio di sé.
La regina del jazz non era solo una fuori classe della musica; il suo contributo attivista è stato decisivo nella storia degli afroamericani.
In questo articolo ripercorriamo la bio della più grande vocalist della storia del Jazz e dello swing.
Biografia di Ella Fitzgerlad
Ella Fitzgerlad nasce a Newport News in Virginia, il 25 aprile del ’17, da genitori mulatti; quando la piccola Ella aveva solo 2 anni e mezzo i genitori si separano e lei vivrà con la madre e il suo nuovo compagno portoghese.
Sin da piccola si mostra una brava studentessa e si avvicina alla musica grazie alla Chiesa metodista, frequentata dalla famiglia. Si appassiona immediatamente al Jazz e Louis Armstrong, Bing Crosby e The Boswell Sister diventano i suoi miti.
La carriera della Fitzgerald inizia quando aveva solo 17 anni: a soli due anni dalla morte della madre in un incidente stradale. Il suo debutto avviene all’Apollo theater di New York, durante una competizione canora dei dilettanti.
Notata da Bardu Ali, membro dell’orchestra di Chick Webb, entra a farne parte. Già dal ’35 inizia ad esibirsi con l’orchestra e incide alcuni pezzi di successo con loro, come: A Tisket, A Tisket, Undecided e Mister Paganini: il suo stile unico e il suo virtuosismo la consacrano fra le stelle dello swing.
Nel ’39 Webb muore, lasciando a Ella l’orchestra in eredità. Fu così che la band cambiò nome in Ella Fitzgerald and famous Orchestra.
Nel ’41 inizia la sua carriera solista, sperimentando diversi generi musicali: continua con lo swing, ma inizia a farsi interprete del bebop nuovo genere in voga in quegli anni. Passa anche per il blues, il samba, il gospel e il calypso.
In questo periodo si esibisce con i più importanti musicisti, acquisendo il ruolo di strumentista della voce. Negli anni ’50 inizia un sodalizio musicale con Duke Ellington che la porta in tour per tutta l’Europa e in seguito registra tre dischi con Louis Armstrong: Porgy and the Bess; Ella and Louis e Ella and Louis Again.
A questo punto, la carriera della regina del jazz è inarrestabile e continua ad esibirsi, incidere dischi per tutti gli anni settanta, facendo anche alcuni apparizioni in TV. Negli anni ’80 partecipa alla serie TV, Time out – The White Shadow, in 3 episodi.
Muore nel ’94 in seguito all’aggravarsi della sua malattia, il diabete mellito, del quale soffre fin dall’infanzia.
Attivismo
Negli anni ’60 Ella Fitzgerald rilasciò un’intervista molto dura al conduttore radiofonico Fred Robbins; l’argomento era la paura per l’intensificarsi degli scontri fra attivisti neri e i razzisti del sud America.
La diva del jazz si descrisse molto preoccupata da ciò che stava avvenendo: se da un lato poteva esibirsi dall’altro lato dell’oceano davanti a migliaia di fan trepidanti, nel sud del suo paese le veniva vietato di esibirsi.
L’intervista fu censurata e non andò mai in onda. Fu riscoperta solo dopo anni in un documentario che celebrò la sua carriera.
Lo scat nel jazz
La Fitzgerald era una cantante completa con un’estensione vocale che andava oltre le 3 ottave; la sua padronanza nella modulazione della voce fu esaltata dalla tecnica Scat.
Lo scat era una tecnica che solo pochissimi cantanti riuscivano a padroneggiare; consisteva nell’imitare il virtuosismo degli strumenti durante un’improvvisazione con il suono della voce. Senza utilizzare le parole, ma solo suoni.
Un’improvvisazione scat poteva durare qualche minuto e spesso prevedeva di alternare note acute a note più basse, in melodie ricche di dissonanze. Fitzgerald faceva scat anche a ritmi molto veloci, senza mai perdere la tonalità principale.
La voce della signora del jazz rappresenta perfettamente il significato della frase “voce come strumento musicale”; lei stessa amava definirsi strumentista, più che cantante.
Il contributo swing: da Chick Webb a Duke Ellington
La voce unica e inimitabile di Ella Fitzgerald ha portato un fortissimo contributo allo swing degli anni ’30; La sua vocalità dai mille registri e il suo timbro fluido hanno dettato nuovi canoni nel modo di concepire il canto swing.
Nella sua lunga carriera, ha collaborato con grandissimi interpreti del mondo dello swing come: Chick Webb, Duke Ellington e Armstrong. Si è esibita in swing spumeggianti e ballabili, con la sua band e ha aggiunto alle sue performance canore un pizzico di ironia che è il marchio della musica swing.
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Alla prossima!