Uno dei capi d’abbigliamento maschili che più richiamano l’idea di vintage e di tempi andati è senza dubbio il gilet. Questa specie di maglione senza maniche, chiuso sul davanti con dei bottoni e scollato, sembra essere tornato in auge nel corso degli ultimi anni. È facile intuirne i motivi: un bel gilet può dare una decisa svolta al nostro outfit e farci risultare eleganti senza eccedere in stravaganze.
Per questa ragione molte aziende e molte grandi firme nel campo del menswear si stanno concentrando su questo indumento e sempre più giovani lo indossano. Senza sapere, però, che anche il gilet ha non solo una storia ma anche le sue piccole regole da seguire per essere portato con stile! Niente paura, però: Stile Millelire è qui per farvi luce su entrambe le cose. Continuate a leggere per fugare ogni vostro dubbio!
La storia del gilet, dall’antichità ai giorni nostri
Le origini del gilet, considerata l’eleganza che tutt’oggi contraddistingue chi lo utilizza, non potevano che essere nobili: siamo infatti nella Francia del XVII secolo quando Luigi XVI, detto anche “Re Sole”, impone questo abito ai suoi servitori. Nelle sue intenzioni, il gilet avrebbe dovuto distinguere i gentiluomini dalla più comune borghesia; fu così che questo capo prese piede, influenzando in breve tempo tutte le più grandi corti europee. In questi anni il gilet era molto più lungo di come lo conosciamo oggi, arrivando fino alle ginocchia.
Il suo scopo era infatti quello di proteggere i nobili e i loro servitori dalle rigide temperature invernali, quantomeno in primo luogo. Aveva inoltre la funzione di coprire le eventuali bretelle ed era spesso munito di un particolare sacchetto cucito all’interno… che oggi chiamiamo molto più comunemente tasca e che possiamo trovare su praticamente ogni capo! All’epoca, però, era un vezzo che solo i benestanti si potevano permettere; nei secoli a venire, come ben sappiamo, divenne indispensabile.
Negli anni ‘20 del Novecento il gilet tornò alla ribalta, sempre grazie alla nobiltà; questa volta fu Edoardo VII d’Inghilterra a lanciare uno stile tutto nuovo, rendendo comune l’abitudine di lasciare l’ultimo bottone in basso aperto. Tra i reali inglesi il gilet è tutt’oggi un capo immancabile; in Italia, invece, questo capo non ha mai davvero preso piede. Tuttavia alcune figure storiche del recente passato, come ad esempio Gabriele D’Annunzio, lo indossavano per enfatizzare la loro eccentrica personalità.
Quali sono le differenze fra un gilet e un panciotto?
Un errore che molti aspiranti gentiluomini commettono è quello di confondere il gilet con il panciotto. In realtà si tratta di una distinzione propria unicamente della lingua italiana: nel Belpaese il gilet è considerato un abito casual o sportivo ed è realizzato con materiali ben più pesanti dei panciotti. Dovendo rimanere ciecamente fedeli al termine, tecnicamente un gilet non dovrebbe essere neanche aperto sul davanti.
Stando al nostro vocabolario, infatti, l’indumento privo di maniche che indossiamo sotto alla giacca per partecipare a un evento formale dovrebbe essere chiamato panciotto; esso va rigorosamente abbinato a una cravatta e si può ornare, ad esempio, con la catena di un orologio da taschino. Ad ogni modo, si tratta di una categorizzazione prettamente italiana: il nostro panciotto, nei paesi di lingua inglese, viene chiamato semplicemente gilet!
Come si indossa correttamente un gilet o un panciotto?
La prima regola fondamentale del gilet (o del panciotto, se vogliamo essere precisi) è che va sempre e comunque indossato sopra alla camicia dal colletto ben abbottonato. La giacca che lo andrà a coprire, inoltre, dovrà essere rigorosamente monopetto: questo per permettere allo scollo di lasciare intravedere il gilet, che altrimenti risulterebbe eccessivamente coperto. In secondo luogo, il gilet perfetto dovrà essere perfettamente aderente al nostro corpo: proprio per questo la soluzione ideale consiste nel rivolgersi a una sartoria.
Anche per quanto riguarda gli abbinamenti ci sono delle convenzioni da seguire per non risultare pacchiani o fuori luogo quando si indossa un gilet. La scelta tradizionale per eccellenza rimane il panciotto in tinta, realizzato con lo stesso colore e gli stessi tessuti della giacca e del pantalone con cui lo accompagneremo: in pratica, il cosiddetto “abito a tre pezzi”. Seguendo questo stile non brillerete per originalità, ma sarete assolutamente certi di non sbagliare e di risultare comunque eleganti.
Se amate rischiare c’è l’alternativa del gilet a contrasto: scegliendone uno dal colore diverso dall’abito, infatti, risulterà molto più visibile e giocherà un ruolo da vero protagonista nel vostro outfit. Ma se sbagliate accostamento cromatico saranno guai: attenzione a non eccedere! Gli ulteriori abbinamenti sono specifici per occasioni ben precise, come il gilet grigio chiaro con abito scuro (ideale per i matrimoni) oppure un gilet marrone sotto a una giacca beige (una scelta casual e senza pretese di eccessiva eleganza).
Gli accessori da abbinare e i nostri consigli di stile
Quando si parla di accessori da abbinare al gilet, il primo pensiero va ovviamente alle bretelle: non a caso una delle sue funzioni originali era proprio quella di nasconderle, un compitp che può continuare ad adempiere tutt’oggi! Se il vostro dubbio risiede invece nella scelta tra un papillon o una cravatta, il nostro consiglio è di optare per quest’ultima: una vera e propria garanzia d’eleganza. Certo, il papillon non va escluso a priori, ma il rischio di sembrare eccessivamente stravaganti è sempre dietro l’angolo: a voi la scelta.
A tutti coloro che si stanno chiedendo se i bottoni di un gilet dovrebbero essere sempre tutti allacciati, invece, rispondiamo come avrebbe fatto il già citato Edoardo VII d’Inghilterra: la sua abitudine di lasciare aperto l’ultimo bottone in basso ha fatto scuola, in quanto permette di muoversi più facilmente e di essere più bilanciati dal punto di vista estetico. Vi abbiamo detto quasi tutto: siete pronti per scegliere un buon gilet (o a farvene realizzare uno) e a dare sfoggio di tutto il vostro stile vintage!