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La Graziella, bicicletta vintage italiana: dove trovarla e come restaurarla

Ogni amante della cultura vintage italiana che si rispetti dovrebbe avere, nel suo garage, un mezzo di trasporto che ne esalti la passione e l’amore per i bei tempi che furono; dopotutto, ci sono poche cose più ricche di fascino che andarsene in giro così come facevano i nostri nonni. Abbiamo già parlato dei mezzi a motore, ad esempio della Vespa, della sua storia e del suo successo del mondo; e si è già detto anche di come recuperare e restaurare una Fiat 500, vero e proprio simbolo dell’Italia all’estero. Ma esistono anche delle alternative, magari al femminile, per tutte coloro che preferiscono muoversi in maniera più green ed ecologica? Certo che sì: stiamo ovviamente parlando della bicicletta vintage, un mezzo che in Italia non può che identificarsi nella mitica Graziella!

La bici più famosa d’Italia: storia della Graziella, bicicletta pieghevole

Così come gli altri mezzi a motore che abbiamo citato, anche la Graziella è a suo modo un’icona dei suoi anni. In questo caso parliamo dei favolosi ‘60, quando un paese nel pieno del cosiddetto “boom economico” riusciva a creare – grazie alla fantasia e all’inventiva di una popolazione dalle infinite risorse – un mezzo di locomozione compatto e geniale: la principale caratteristica di questa bicicletta, infatti, risiede nella sua natura pieghevole che ne facilita immensamente il trasporto. Raggiungere una meta in automobile per poi aprire il portabagagli ed estrarne una Graziella era un classico di quei tempi: la sensazione di libertà rappresentata da questa bicicletta è stato uno dei motivi principali che hanno contribuito a renderla l’incarnazione non solo dell’anticonformismo, ma anche dell’emancipazione femminile.

Le origini di questo mezzo si perdono nel Veneto dei primi anni ‘60 e per la precisione nell’azienda Carnielli, che produceva la Graziella sotto il pregiato marchio Bottecchia; oltre alla possibilità di ripiegarla per poterla trasportare, furono diverse le innovazioni e le intuizioni che resero questa bicicletta un must inconfondibile: il portapacchi unito al telaio stesso, ad esempio, ma anche l’aggressiva campagna pubblicitaria che vedeva protagonista addirittura la divina Brigitte Bardot; quella che era considerata fino a pochi anni prima come un mezzo di trasporto per poveri, con la Graziella si trasformò definitivamente in qualcos altro. Non più uno strumento per i meno abbienti e nobilitato dalla sola attività sportiva, quindi, ma un vero e proprio status symbol.

L’evoluzione della Graziella negli anni: quali sono i suoi modelli più noti?

A partire dall’anno della sua commercializzazione, ovvero il 1964, la Graziella non ha mai smesso di essere un punto di riferimento per tutti i designer e le industrie operanti nel settore ciclistico; non si contano infatti i tentativi di imitazione, anche da parte dei brand più noti. La Graziella si è comunque sempre saputa evolvere, rimanendo perennemente un passo in avanti alla concorrenza. Un’azienda come la Carnielli, da questo punto di vista, è davvero riuscita a compiere dei piccoli miracoli non solo a livello di costruzione ma anche per quanto riguarda la cura e l’attenzione nei confronti dei suoi clienti: basti pensare al piccolo tubetto di vernice munito di pennello che veniva fornito a tutti coloro che acquistavano una delle loro biciclette, affinché si potesse restaurare eventuali graffi ed imperfezioni al telaio.

Ma non è tutto: l’accortezza della Carnielli per rendere inimitabile la sua Graziella si nasconde anche nelle numerose varianti prodotte all’epoca e che tutt’oggi fanno impazzire i collezionisti di tutta Italia (e non solo). Oltre ai primi modelli classici, di colore bianco o blu oltremare, sono poi uscite diverse varianti ed accessori: dalla Graziella Oro, distinguibile proprio dalla livrea dorata, agli optional aggiuntivi come la doppia marcia oppure il contachilometri. Alcuni modelli disponevano addirittura di un bloccasterzo con chiavi, mentre ulteriori varianti si presentavano in dimensioni diverse l’una dall’altra (come la versione baby, per i più piccoli) oppure in formato tandem o triplet. Un vero, piccolo universo a due ruote.

Come recuperare, restaurare e rimettere a nuovo una bicicletta Graziella

Ma come trovare una vecchia Graziella ai giorni nostri? Purtroppo il mercato del collezionismo rende difficile reperirne una d’epoca in buone condizioni e ad un prezzo popolare. Tuttavia, con un po’ di fortuna, in un mercatino dell’usato o nel vecchio garage di qualche parente è ancora possibile trovare una bicicletta magari un po’ malconcia ma ancora recuperabile! Nel caso vi accadesse di entrare in possesso di una Graziella leggermente arrugginita, la prima cosa da fare sarà dargli una rinfrescata (prima) e una bella riverniciata (poi): fortunatamente, una delle maggiori intuizioni della Carnielli dal punto di vista progettuale è stata quella di assemblare una bici semplicissima da smontare nelle sue singole componenti.

Per cui, una volta suddiviso il tutto, sarà sufficiente carteggiare leggermente le parti del telaio particolarmente rovinate prima di procedere alla verniciatura; dopodiché, con l’ausilio di una vernice spray wrapper, si potrà stendere il colore desiderato e rimettere a nuovo il corpo della bicicletta. Vi consigliamo di utilizzare questa particolare sostanza in quanto il risultato finale sarà simile a quello di una sottile pellicola adesiva: oltre ad essere removibile all’occorrenza, riesce a proteggere dall’acqua, dai graffi e anche dai raggi del sole, mantenendo l’integrità estetica del telaio in ogni situazione.

Per quanto riguarda gli altri pezzi, fortunatamente sono tutti sostituibili e se non siete dei puristi dell’originale ad ogni costo non farete grande fatica a trovare una catena nuova e ben oliata; così come la corona e i pedali stessi: in questo caso potete davvero sbizzarrirvi con materiali e colori, anche se il nostro abbinamento preferito è il classico marrone/nero. E se proprio una componente genuina sulla vostra Graziella, assicuratevi di trovare un campanello originale dell’epoca: lo riconoscerete senz’altro, con la sua caratteristica “G” in rilievo al centro!