Tra le pagine del magazine di Stile Millelire hanno sempre trovato spazio le più grandi icone di stile del Novecento, gran parte delle quali provengono dal cinema e dalla Hollywood della cosiddetta “golden age”. In questo articolo parleremo proprio di una di esse, una delle più influenti di sempre e per molti la migliore in assoluto: una figura il cui nome parla da sé, considerato che è entrato a far parte della leggenda ed è sinonimo di cinema.
Ci riferiamo – come già avrete capito dal titolo e dall’immagine di questo articolo – alla divina Greta Garbo, un’artista che definire semplicemente “attrice” sarebbe riduttivo: non a caso riuscì a cavalcare l’onda del successo tanto nell’era del muto che in seguito all’avvento del sonoro, interpretando numerosi ruoli memorabili e vincendo un Oscar alla carriera. Ma chi era davvero Greta Garbo? Andiamo a scoprirlo assieme…
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L’infanzia e i primi anni di carriera di Greta Garbo
Il nome di Greta Garbo è così vicino al mondo del cinema di Hollywood che sono in pochi a conoscere le sue origini tutt’altro che americane: Greta Lovisa Gustafsson, infatti – questo il suo nome di battesimo – nasce il 18 settembre del 1905 a Stoccolma, in Svezia. Figlia di un lavoratore itinerante, passò buona parte della sua infanzia e della sua adolescenza in povertà; fu solo grazie all’incontro fortuito con il regista Erik Petschler che riuscì ad ottenere un piccolo ruolo da comparsa nel film Peter the Tramp del 1922.
Fu questa la scintilla che la spinse ad iscriversi ai corsi del Royal Dramatic Theatre di Stoccolma, nel quale studiò fino al 1924. Nello stesso anno prende parte alle riprese del film I Cavalieri di Ekebù, interpretando finalmente un ruolo più rilevante; il regista Mauritz Stiller, colpito, le consigliò di adottare il cognome “Garbo” e l’aiutò a procurarsi un contratto con la Metro Goldwyn Mayer. Grazie a questa neonata – quantomeno all’epoca! – casa produttrice, Greta Garbo era finalmente pronta a conquistare Hollywood…
I produttori inizialmente non erano del tutto convinti del talento della giovane. Ma il successo del suo primo film americano (Il Torrente, del 1926) li fece ricredere tutti, tanto da aumentarle il compenso e ad assicurarsene l’esclusiva: inizia così la carriera di Greta Garbo sotto l’egida della MGM, che la vide partecipare a diversi film muti come La Carne e il Diavolo (1926), Il Destino (1928) e Il Bacio (1929), spesso assieme al compagno di allora John Gilbert. La sua presenza misteriosa ed eterea l’aveva già resa una diva!
Il grande successo a livello mondiale
L’arrivo del sonoro, un evento che fu sinonimo di rovina per molti grandi attori del cinema muto, non fece altro che accrescere la popolarità di Greta Garbo. Il suo primo film “parlato” fu Anna Christie, del 1930, e venne distribuito nei cinema con la frase di lancio “Garbo talks!” (“la Garbo parla!”) proprio per sottolineare l’eccezionalità dell’evento. E la sua prima battuta fu un “give me a whiskey” (in italiano “Jimmy, un whisky con ginger ale a parte”): una frase insolita per una donna dell’epoca e che diventò subito leggenda.
Con il suo secondo film parlato, Romanzo (1930), Greta Garbo si aggiudicò la sua prima nomination agli Oscar. E con Grand Hotel (1932) consolidò definitivamente il suo status di star mondiale: bastò il suo nome sulle locandine a renderlo un successo di pubblico clamoroso. In questo film, fra le altre cose, appare una delle frasi più celebri della storia del cinema americano – stando anche a una classifica dell’American Film Institute: quel “voglio essere sola”, pronunciato proprio dalla viva voce di Greta Garbo.
La “divina” fu protagonista di quattordici film negli anni ‘30, tutti grandi successi. I migliori sono probabilmente Anna Karenina del 1935 e il capolavoro Ninotchka, del 1939. Solo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale pose freno alla carriera dell’attrice, che scelse di ritirarsi dopo il flop di Non Tradirmi con Me (1941). Da allora condusse una vita riservata, senza mai apparire pubblicamente: una scelta che non fece altro che aumentarne uno status di leggenda, se si pensa che non ritirò nemmeno l’Oscar alla carriera del 1955!
Cosa rese Greta Garbo così celebre?
Ma quali furono i motivi che resero Greta Garbo una celebrità mondiale, fuori dal tempo e dalle mode? Innanzitutto, ci verrebbe da dire il suo volto: uno sguardo così intenso, comunicativo e pieno di fascino che ha avuto davvero pochi rivali nella storia del cinema e che ancora oggi è impareggiabile. Molti suoi colleghi dell’epoca erano certi che la divina avesse un’aura quasi ultraterrena che non si scorgeva dal vivo, ma che appariva magicamente sul grande schermo: non fatichiamo a crederci.
La sua carriera nel cinema americano, comunque, fu per buona parte – soprattutto nel corso degli anni ‘20 – caratterizzata da ruoli piuttosto cupi ed oscuri: per oltre un decennio la Garbo interpretò la classica “mangiatrice di uomini”, tanto sensuale quanto fatale. Per questo nella vita di ogni giorno scelse di vestire quasi sempre in maniera mascolina, come per smarcarsi dalla sua immagine sullo schermo. Ed è fuori da ogni dubbio che questo suo lato androgino, all’epoca così inusuale e trasgressivo, abbia contribuito alla sua fama…
Dopotutto era davvero ironico che una delle donne più belle del mondo preferisse travestirsi da uomo nella sua quotidianità! E anche la malinconia del suo ritiro solitario, in un appartamento di New York, fu una scelta davvero peculiare e unica per i suoi tempi: un vero enigma. Tuttavia, a distanza di oltre trent’anni dalla sua morte, il personaggio di Greta Garbo è ancora più vivo che mai… e i suoi film non stancano – e mai stancheranno – i suoi milioni di fan. Una vera icona dello stile e del cinema vintage!