Sedicente inventore del jazz, del jazz stomp e dello swing, nonché il più grande compositore di tutti i tempi; Jelly Roll Morton è stato uno fra i pianisti più talentuosi dell’epoca, considerato il padre del jazz e forse fra i più odiati per la sua arroganza. In questo articolo ripercorriamo la sua ascesa nel mondo della black music.
Chi era Jelly Roll Morton?
Nato nel 1890 a New Orleans come Ferdinand Joseph Lamothe, Jelly Roll Morton costruì la sua carriera di pianista e compositore nel periodo di transizione fra il ragtime e l’hot jazz.
Morton era figlio di genitori creoli di origini haitiane, non sposati. Il suo cognome deriva, probabilmente dal patrigno William Mouton con cui crebbe, insieme a sua madre.
Conscio delle sue straordinarie doti pianistiche Morton, amava definirsi un genio della composizione e si autoproclamava “l’inventore del jazz”. Per essere più credibile usava ingannare sulla sua data di nascita dicendo di essere nato nel 1885, ben cinque anni prima della data reale.
Iniziò ad appassionarsi alla musica in giovane età, suonando diversi strumenti, ma era il piano la sua eccellenza. Ancora adolescente andò a suonare nei bordelli di Storyville come molti pianisti ragtime dell’epoca.
Là si fece conoscere per le sue doti di amatore e per i suoi modi altezzosi e arroganti. Presto gli furono affibbiati nomignoli dalle ragazze di vita per la sua fama di amatore e fra questi c’era appunto Jelly Roll.
Morton lasciò New Orleans per dedicarsi alla sua carriera di pianista e divenne contemporaneamente un giocatore di professione. Nei nuovi ambienti si fece odiare per i suoi modi arroganti e altezzosi, facendosi nemici sia nella musica, sia nel gioco.
Lo stile di Morton
Morton si era formato in piena era ragtime ma aveva iniziato ad introiettare alcuni stili e ritmi innovativi, che si avvicinavano al primo jazz. Le sue prime composizioni denotano una grande differenza dal ragtime, con sincopi complesse, che riprendevano il tango e le musiche folkloristiche europee che avevano portato gli immigrati.
Le sue performance al piano erano caratterizzate da un rituale: si avvicinava allo strumento lentamente, si toglieva il soprabito elegante che riponeva accuratamente sopra al piano e poi spolverava lo sgabello con un fazzoletto raffinato. Si sedeva con eleganza e iniziava a suonare ritmi velocissimi per incantare il pubblico.
Nel 1926, quando il jazz e lo swing vivevano il loro tempo migliore, Morton fondò la sua band Red Ho Peppers. La formazione riuniva i più bravi musicisti del momento. Con la band iniziò ad incidere alcuni brani brillanti per l’originalità e la qualità esecutiva.
La genialità di Morton stava nel saper scrivere pezzi originali che non superavano i 3 minuti, per restare nel tempo massimo supportato dai dischi per le incisioni dell’epoca.
Il successo di Jelly Roll Morton e i brani che hanno inciso nel jazz
Morton aveva un certa rigore nella scrittura dei pezzi; scriveva i brani con una profonda liberta nel linguaggio e con molta precisione.
I pezzi che hanno segnato il successo del Red Hot Peppers e del suo astro creativo sono: black bottom stomp, Smoke house blues, the chant, Dead man blues, Doctor jazz, The pearls, Kansas City stomp e Wolverine Blues, considerati i capisaldi del primo jazz.
Declino della carriera e morte
Verso gli anni della grande Depressione americana (1929), Jelly Roll Morton iniziò a fare molta fatica nel trovare ingaggi, anche a causa del suo brutto carattere.
Negli anni del successo aveva coltivato contemporaneamente la fama di attaccabrighe e arrogante, rimanendo in cattivi rapporti con molte persone. Queste questioni gli fecero perdere molti ingaggi.
Nel 1935 si stabilì a Washington per dirigere la sala di un locale notturno di cui faceva anche i pianista.
Ci fu un breve ritorno di notorietà verso la fine degli anni Trenta, grazie ad un lettera di protesta che scrisse ad una radio. Il motivo della protesta era il nominativo di “padre del blues” che era stato dato a W. C. Handy; Morton rivendica il titolo, con l’assoluta convinzione che spettasse a lui.
Il fatto scatenò l’attenzione di Alan Lomax, incaricato di creare una discoteca di musica folkloristica americana per la biblioteca del Congresso.
Il materiale raccolto da Lomax fu integrato con testimonianze e ne fu tratto il libro Mister Jelly Roll.
Nonostante tutto, Morton non riacquistò mai la sua antica fama e morì in povertà nel 1941, al Country General Hospital di Los Angeles. Il musicista si era ammalato da alcuni anni ai polmoni, malattia aggravata dai suoi numerosi viaggi in cerca d’ingaggi e dallo stile di vita turbolento.
La storia stessa della nascita del jazz e dello swing conferma che Morton, probabilmente non fu l’inventore del genere; egli, però, fu senz’altro un pioniere e un grande innovatore nel campo. Ancora oggi il jazz deve molto al suo rigore compositivo e al suo stile pianistico.
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