La musica e il ballo sono delle forme d’arte che accompagnano l’uomo fin dalla notte dei tempi, e nel corso dei secoli hanno simboleggiato la libertà in ogni sua forma. Nel corso della prima metà del Novecento, dominata dalla musica jazz e dai balli swing, queste forme espressive ci hanno regalato storie incredibili di donne e uomini coraggiosi, persone che ci rendono estremamente orgogliosi di amare così tanto queste discipline…
Parliamo di artisti come Gladys Bentley, per esempio, che negli anni ‘20 ebbe il coraggio di sfidare apertamente la rigida morale dell’epoca dichiarando apertamente la propria omosessualità. Ma anche di donne come Josephine Baker, che oltre ad essere la più grande performer di Charleston (qui puoi imparare i primi passi per ballarlo) che la storia ricordi è stata anche una figura molto importante per il suo coraggio: continuate a leggere per scoprire perchè!
L’infanzia di Josephine Baker e i primi anni da ballerina
Questa storia sembra proprio iniziare come mille altre: Freda Josephine Baker nasce da una famiglia estremamente povera il 3 giugno del 1906 a Saint Louis, l’area metropolitana più estesa dello stato dei Missouri. Qui, sulle rive del fiume Mississippi – luogo iconico per l’evoluzione della musica blues e jazz – la giovane cresce tra mille difficoltà: le sue origini “meticcie” (madre afroamericana e padre ispanico) la costringono a trascorrere l’infanzia in un quartiere segregato.
Tuttavia la musica è sempre stata parte integrante della sua vita, a partire da sua madre che era un’ottima ballerina. Il contesto nella quale la piccola Josephine è cresciuta non lasciava molto spazio ai sogni e alle ambizioni: proprio per questo ogni scusa per evadere dalla realtà era benvenuta, dalla danza alle smorfie che fin da bambina amava fare per cercare di strappare un sorriso a chi la circondava. Un’abitudine che si trasforma in un lavoro grazie a una compagnia teatrale, la St. Louis Chorus Vaudeville Show, che la assume a soli 15 anni.
Sotto il variopinto tendone di questa compagine Josephine ha l’occasione di uscire finalmente dal ghetto nel quale è cresciuta, passando – nel giro di pochi mesi – da New Orleans ai fasti di New York. Il suo talento nel ballo ed il suo carisma le permetteranno di esordire sul palcoscenico di Broadway a soli 16 anni, nel contesto dello spettacolo Shuffle Along che andrà poi in replica per oltre due anni. Ma la vera svolta arriva nel 1925, quando Josephine sbarca in Europa per esibirsi nei teatri di Parigi…
Il Charleston e la musica jazz arrivano in Europa
In Francia, Josephine Baker va in scena con La Revue Nègre, uno spettacolo che oggi troveremmo inaccettabile per via del modo in cui rappresenta gli stereotipi razziali, ma che all’epoca era amatissimo dal pubblico altolocato. La giovane riesce così a trovare un successo davvero inaspettato, che le permise di archiviare la vita di stenti e di frequentare le migliori scuole di ballo: il suo stile unico e provocante, al limite dello scandaloso, fece scuola in tutta Europa nel corso della seconda metà degli anni ‘20.
La “Venere Nera” Josephine trasformò un ballo allora sconosciuto nel Vecchio Continente, il Charleston, in un vero e proprio fenomeno culturale. Da Parigi volò in Inghilterra, dove insegnò ai maestri inglesi i passi del Charleston: fu un successo incredibile e per un certo periodo tutti ballarono come lei sulle note di I’d Rather Charleston e altre celebri canzoni. Il ballo era così scatenato che sulle porte di alcuni locali i gestori affissero un cartello che recitava le parole “ballate piano il Charleston” (Please Charleston Quietly)!
Josephine Baker era ricercatissima e oltre 1500 uomini chiesero di sposarla. A spuntarla fu Georges Simenon, celebre scrittore belga e creatore del personaggio di Maigret; ma durò poco, tanto che nel 1927 narra la leggenda di un matrimonio segreto con un nobile siciliano. Dopo il suo ritorno negli Stati Uniti, nel 1937 ottenne la nazionalità francese sposandosi – stavolta ufficialmente – con Jean Lion. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, comunque, tutto stava per cambiare in maniera irreversibile.
Josephine Baker: spia antinazista e attivista per i diritti civili
In seguito al suo rientro in Francia, Josephine Baker si sentiva ormai francese in tutto e per tutto: un amore del tutto ricambiato dal popolo d’oltralpe. Fu proprio questo senso di appartenenza che la portò ad accettare un duro compito: nel 1939, infatti, l’intelligence francese la reclutò per trasformarla in una spia antinazista. La sua fama la precedeva e proprio grazie ad essa Josephine poteva avvicinarsi facilmente a militari e politici di alto livello, allo scopo di raccogliere preziose informazioni.
Rubando diversi documenti sensibili – spesso nascondendoseli nella biancheria – e dando prova di un incredibile coraggio, Josephine Baker si guadagnò al termine del conflitto l’ambita Croix de Guerre. Ma la sua vita era ormai cambiata: si risposò con un celebre direttore d’orchestra, assieme al quale si trasferì in un castello in Dordogna; qui la coppia adottò 12 bambini poveri, ognuno proveniente da un diverso paese in difficoltà. Lo scopo della vita di Josephine, adesso, era quello di aiutare il prossimo e lottare per i diritti civili.
Iniziò rifiutandosi di ballare nei locali nei quali era vietato l’ingresso alle persone di colore e proseguì affiancandosi al grande Martin Luther King nel corso della marcia a Washington. Gli Stati Uniti l’avevano riaccolta come una figlia. Nel 1975 Josephine Baker ci lascia a causa di un’emorragia cerebrale, pochi giorni dopo lo spettacolo organizzato per festeggiare i suoi 50 anni di carriera. Rimane nella storia per aver lottato fin dai primi giorni della sua vita e per aver fatto scatenare generazioni di ballerini.