Pochissimi artisti, nel corso del Novecento, sono riusciti a far coincidere le gioie del jazz con il successo fra il grande pubblico… uno di questi, però, è senza dubbio il grande Frank “The Voice” Sinatra. Grazie al suo talento e al suo innato carisma, il jazz e le sue declinazioni swing sono entrati nelle case di milioni di appassionati, trasformandolo in uno degli artisti più popolari del ventesimo secolo.
In questo articolo ripercorreremo la sua carriera segnalandovi quelle che, a nostro avviso, sono le sue migliori canzoni… sia dal punto di vista musicale che per quanto riguarda l’aspetto più “iconico”: insomma, una sorta di bignami per chiunque si avvicini a questo artista per la prima volta ma anche un gradito – si spera! – ripasso per tutti coloro che sono cresciuti a pane e sinatra. Buona lettura!
I’ll Never Smile Again (1940)
Prima di diventare uno dei cantanti più noti al mondo, Francis Albert Sinatra era solo un ragazzo figlio di una coppia di immigrati italiani, cresciuto nel New Jersey e innamorato delle canzoni di Bing Crosby. Nel corso dei suoi primi anni da musicista, Sinatra riesce a esibirsi come cantante nella band jazz di Tommy Dorsey e riscuote subito grande successo: fra i migliori pezzi di questo periodo troviamo proprio I’ll Never Smile Again, cover di un vecchio brano di Ruth Lowe. Grazie a questa reinterpretazione, il pezzo torna in voga e resta in testa alle classifiche americane per ben tre mesi.
I’ve Got You Under My Skin (1953)
In seguito al successo ottenuto nei primi anni ‘40, la carriera di Frank Sinatra si è lentamente arenata a causa di una serie di traversie e problemi personali. Le cose cambiarono agli inizi del decennio successivo, quando il nostro firma un contratto con la Capitol Records e si unisce al produttore Nelson Riddle. Grazie all’aiuto dell’etichetta, “The Voice” pubblica uno dei suoi migliori album: Songs For Swingin’ Lovers esce nel 1953 ed è una compilation di splendidi pezzi romantici e perfettamente orchestrati… e al suo interno trova posto una delle canzoni più iconiche della sua carriera: I’ve Got You Under My Skin.
Only the Lonely (1958)
Nel corso degli anni in forze alla Capitol, Frank Sinatra sforna un successo dopo l’altro e trova anche il modo di innovare il mondo della musica realizzando uno dei primi concept album della storia: sì, perchè le canzoni di Frank Sinatra Sings For Only The Lonely sono tutte collegate da un sottile filo rosso, che trasformano il disco in una sorta di affresco personale. Il tema, in questo caso, è la fine di una storia d’amore: non a caso l’opera esce in seguito al divorzio con l’attrice Ava Gardner; sulla memorabile – e bellissima – copertina è raffigurato Sinatra truccato da clown piangente.
Come Fly With Me (1958)
Così come il precedente, anche Come Fly With Me si può considerare una sorta di concept album: questa volta però il concept è decisamente più solare, in quanto con la sua musica Sinatra ci vuole portare con sé in una sorta di viaggio intorno al mondo. Non a caso i pezzi si intitolano Brazil, Blue Hawaii e così via. Ma la title track rimane in assoluto una delle canzoni più famose di The Voice, immediatamente riconoscibile anche da chi non mastica la musica vintage: dopotutto, le sue note riescono a catturare e a comunicare alla perfezione lo spirito libero e il carisma di Sinatra.
Fly Me to the Moon (1964)
Nel 1964, Frank Sinatra torna a riproporre con la sua voce i grandi classici dello swing: Fly Me to the Moon era un pezzo già ben noto, grazie alle versioni di Kaye Ballard (1954) e di Nat King Cole (1961). Ma il tocco del maestro non ha eguali: non a caso la cover contenuta all’interno di Might as Well Be Swing diventa non solo la versione più nota della canzone in tutto il mondo, ma anche una delle più richieste in ambito live per tutta la restante carriera di Sinatra. Ammettetelo, non si può canticchiare “fly me to the moon / and let me play among the stars” pensando alla voce di qualcun altro!
Strangers in the Night (1966)
Il 1966 è un altro anno d’oro per Frank Sinatra: esce infatti Strangers in the Night, probabilmente la sua canzone più famosa in assoluto (lo so, lo abbiamo già detto in precedenza, ma con un repertorio del genere non si può fare altrimenti!)… e segna anche un’importante svolta nella sua immagine di musicista, che passa da un’estetica swing da crooner ad una più attuale – quantomeno per l’epoca – figura da “pop star”. L’idea si rivelò vincente non solo dal punto di vista artistico ma anche per quanto riguarda le vendite: fu infatti il suo disco dal maggior successo commerciale.
My Way (1969)
Indovinate un po’ cosa stiamo per dire? Ebbene sì, ci troviamo dinanzi a “una delle canzoni più famose” del nostro, l’ennesima: nel 1969 esce infatti questo pezzo che segue la via imboccata da Sinatra in questo periodo ed è pertanto caratterizzato da un incedere decisamente più pop che jazz. My Way è una rivisitazione del vecchio successo francese Comme d’habitude e il testo, riscritto in inglese da Paul Anka, parla di vita trascorsa e della relativa nostalgia. La canzone è stata poi reinterpretata da tantissimi artisti: Elvis Presley, Marvin Gaye e addirittura Sid Vicious dei Sex Pistols!
New York, New York (1980)
L’ultimo grande successo di Frank Sinatra è l’ennesimo capolavoro di una carriera incredibile. Nata come parte della colonna sonora del film New York, New York, uscito nel 1977 per la regia di Martin Scorsese, questa canzone era stata inizialmente scritta per essere cantata da Liza Minnelli. Nel 1980, tuttavia, Sinatra la volle registrare per inserirla nell’album Trilogy: Past Present Future, rendendola un classico istantaneo… un vero e proprio inno alla “città che non dorme mai” e che nel 1985 divenne l’inno ufficiale della Grande Mela. Un caposaldo della storia della musica.