L’era del jazz e delle big band dello swing si ricorda soprattutto per le grandi canzoni e per i loro autori, ovvero i direttori d’orchestra delle cosiddette “big band”: artisti che si sono guadagnati un posto di diritto nella storia della musica, come Benny Goodman, Count Basie e Duke Ellington. Ai tempi le persone facevano la fila fuori dai locali per godere delle loro performance e scatenarsi sulle piste…
Ma a casa, invece, come si ascoltava la musica? La risposta la conoscete già quasi tutti: ai tempi, infatti, l’unico modo per fruire dell’estro di questi fuoriclasse del jazz era acquistare un buon grammofono e fare scorta di dischi! Per fortuna, nonostante l’avvento dei cd e del digitale, noi appassionati siamo ancora legati al supporto fisico e spesso compriamo così tanti album da non sapere proprio più dove metterli!
La storia dei dischi in vinile
Prima di risolvere l’annoso problema dell’accumulo dei dischi in vinile e della cronica mancanza di spazio nel quale archiviarli, facciamo un po’ di cultura: torniamo indietro nella storia e scopriamo assieme come è nato questo amatissimo supporto. Anche se i dischi fonografici esistevano già – e venivano riprodotti grazie ai grammofoni – i vinili così come li conosciamo oggi raggiungono i mercati statunitensi solo nel 1948.
I “dischi fonografici” da 78 giri, infatti, erano realizzati in lamina di metallo e rivestiti in gommalacca, pertanto non sarebbe corretto definirli “vinili”. Questi ultimi hanno dei solchi appena visibili ad occhio nudo e ruotano a una velocità più bassa, generalmente a 33 giri, risultando non solo più leggero e durevole del suo antenato fonografico ma garantendo allo stesso tempo una qualità del suono ben più elevata!
Fu così che il formato da 33 giri divenne rapidamente uno standard e venne affiancato solo un anno dopo dal 45 giri, leggermente più piccolo e perfetto per contenere una sola canzone per lato. Il mercato è poi cresciuto in maniera inarrestabile, dando vita a vinili di ogni sorta: dal “picture disc” (in cui la copertina dell’album viene stampata sul disco stesso) ai dischi sagomati (che come suggerisce il nome possono avere le forme più disparate).
I migliori porta-vinili vintage sul mercato
Fatta questa breve premessa storica, torniamo al punto focale di questo articolo: come e dove archiviare i nostri numerosi acquisti vinilici? Alcuni si arrangiano costruendo delle strutture apposite, altri ancora li infilano nella libreria. Ma la soluzione più pratica, ordinata e maneggevole rimane l’uso delle apposite casse porta-vinile, magari caratterizzate da un irresistibile aspetto vintage… andiamo a scoprire assieme le migliori.
Cassetta porta attrezzi in legno per 100 dischi
Questa semplice cassetta in legno, ad esempio, è perfetta per contenere fino a 100 dischi in vinile da 33 giri… e non solo vi permetterà di archiviarli nell’ordine che preferirete (noi, ad esempio, conserviamo tutto in ordine rigorosamente alfabetico!) ma anche – grazie alle sue robuste ruote con cuscinetti a sfera – di trasportarli con facilità nel caso vogliate consultarli con tutta calma sul divano.
Inoltre, il materiale di costruzione – per la precisione in legno di rovere – conferisce all’articolo quel gradevole aspetto vintage che si abbina perfettamente a una modalità così squisitamente retrò di fruizione della musica. Per proteggere i vostri tesori dalla polvere, infine, nella confezione è compreso un panno di iuta lavabile che si può posizionare e fissare sulla parte superiore della cassetta, proprio come un coperchio.
Crosley Record Storage Crate – cassa per vinili
Avete mai sentito nominare il signor Powel Crosley? Questo imprenditore fu il primo, nel 1920, a intuire il potenziale delle radio nel mercato di massa: con la sua azienda – la Crosley Radio – iniziò a costruire piccole radio economiche, permettendo a questo strumento (fino ad allora per pochi) di entrare nei salotti di milioni di persone nel mondo. Oggi la Crosley si occupa di mille altre cose, come dimostra questo articolo…
Proprio come la cassetta precedente, anche questa scatola porta-vinili viene realizzata in legno – rustico, in questo caso – ed ha un gradevole aspetto vintage, corredato dal logo della celebre azienda della quale vi abbiamo appena parlato. Al suo interno è possibile stipare fino a 75 dischi, che rimarranno protetti e al sicuro grazie alla resistenza dei materiali di costruzione. Le maniglie integrate ne permettono inoltre un facile spostamento!
Porta Vinili in Legno con supporto in Acrilico Trasparente
Se invece desiderate una soluzione un po’ più elegante della – seppur pratica – cassetta in legno per archiviare i vostri tesori musicali, allora questo porta vinili può fare al caso vostro. Costruito in resistente legno massello, grazie al suo peculiare design vi permetterà di esporre i vinili impilandoli l’uno vicino all’altro con un’inclinazione di 45°. Le scanalature presenti sulla struttura li manterranno ben saldi, eliminando il rischio di cadute.
Certo, forse il suo aspetto è fin troppo moderno per un vero appassionato di vintage, ma bisogna ammetterlo: questo espositore, su uno scaffale, oltre a permettervi l’archiviazione dei vinili a 33 giri funge anche da splendido soprammobile! Sulle sue doghe possono trovare spazio fino a 50 dischi, ovviamente in base allo spessore delle loro custodie; un buon articolo – oltre che un’ottima idea regalo – per ogni appassionato di musica.