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La musica italiana degli anni ’60: chi erano i cantanti urlatori?

L’Italia è sempre stato definito “il Paese del Bel Canto”. Questa nomea, nata nel corso dell’Ottocento grazie alla tradizione dell’opera lirica, al melodramma e alle varianti dialettali (come ad esempio la canzone napoletana), si è tramandata fino alla prima metà del secolo successivo. Nel dopoguerra, infatti, anche il popolo italiano sentì sempre di più il bisogno di cambiare, di evolversi e di seguire i passi di Stati Uniti e Inghilterra…

Sì, perché se nei paesi di lingua inglese la musica rock and roll era un fenomeno sociale incontenibile, fino alla seconda metà degli anni ‘50 in Italia continuavano ad avere successo le melodie allegre ed orecchiabili dei nostri grandi cantautori (proprio in questo decennio nasceva il Festival di Sanremo). Ma negli anni ‘60 arrivarono loro: gli urlatori! Scopriamo assieme chi erano e come hanno cambiato per sempre la nostra musica.

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La nascita del fenomeno degli “urlatori”

Per scoprire come sia nato questo fenomeno dobbiamo contestualizzare il periodo storico che l’Italia stava vivendo dal punto di vista sociale e culturale: l’economia stava riprendendosi e si avviava ad aprire una stagione a dir poco florida (il cosiddetto “boom” degli anni ‘60), mentre nei locali e nelle sale da ballo si faceva sentire sempre più forte l’influenza dei cantanti rock americani. Grazie ai juke-box, infatti, le canzoni di Elvis Presley iniziavano a prendere sempre più piede anche fra i giovani italiani…

Quella che si può definire una vera “rivoluzione dei gusti musicali” vide l’intero mercato discografico, compresi gli stessi artisti, costretto a prenderne atto. Tutti sembravano alla ricerca delle controparti italiane delle stelle del rock a stelle e strisce, spingendo ad ispirarsi a loro perfino grandi cantanti come Domenico Modugno. La canzone italiana intesa nel senso più classico stava dunque cambiando, sia dal punto di vista dei testi che per quanto riguardava il look dei suoi interpreti.

Ciò ha portato nel giro di pochissimi anni a un abbassamento dell’età degli ascoltatori, grazie ai dischi in vinile e alle televisioni che entravano con sempre più prepotenza nelle case degli italiani. Ma i cantanti che esordirono in questo periodo, tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio del decennio successivo, non erano ben visti dalla vecchia guardia… anzi, venivano definiti “urlatori” proprio per il loro stile spesso scomposto e sguaiato! Ma il dado ormai era tratto, e nessuno avrebbe più fermato la rivoluzione.

Chi erano i cantanti urlatori più famosi

Uno dei primissimi cantanti a smarcarsi dai canoni e dalla melodia “classica” italiana fu, nel 1958, il grande Tony Dallara: la sua Come prima diventa un immediato successo ed il suo ritornello – ovviamente “urlato”, sebbene il termine oggi possa far sorridere! – si trasforma in uno dei grandi tormentoni di fine decennio. La popolarità del giovane cantante viene riconfermata nel 1959, anno di pubblicazione del singolo Ghiaccio bollente. Gli anni ‘50 si chiudevano così con l’inizio di un nuovo fenomeno di costume…

A Tony Dallara fece immediatamente seguito una controparte femminile dal nome anglofono: Betty Curtis, all’anagrafe Roberta Corti, che riscosse grandi consensi fra i giovani con la sua Con tutto il cuor. Ma furono altri due artisti a cementare nella storia il concetto di “urlatori” e a cambiare per sempre la musica italiana… e parliamo di due veri giganti della nostra cultura: Mina e Celentano. Per capirne la statura, basti pensare che a distanza di mezzo secolo la loro fama si è trasformata in leggenda!

Adriano Celentano divenne subito un mito per tutti i giovani grazie alle sue movenze scatenate, quasi contorte, gli valsero di titolo di “Molleggiato”; ma a convincere tutti erano le sue canzoni, dal ritmo travolgente ed un irresistibile stile rock and roll: come dimenticare successi come Ventiquattromila baci, Azzurro e Il tuo bacio è come un rock? Mina, invece, si distinse subito per le sue incredibili doti canore, grazie alle quali detiene tutt’oggi l’unanime titolo di più grande voce italiana della storia.

Gli urlatori al cinema, in televisione e nello spettacolo

Come sempre accade quando un fenomeno di costume esplode in maniera improvvisa e fragorosa, anche nel caso degli “urlatori” i media iniziarono presto a fare la fila per aggiudicarsi le performance di questi artisti, amati soprattutto dai più giovani. La prima occasione per portare Celentano & Co. sul piccolo schermo arriva nel 1959, agli albori del successo: fu la celebre trasmissione “Il Musichiere” la prima a dar loro spazio, in un episodio completamente dedicata agli urlatori.

La puntata in questione vide un enorme juke-box collocato al centro della scena, che aveva lo scopo di introdurre i vari cantanti; l’urlatore di turno usciva dal retro del dispositivo e iniziava la sua esibizione, portando per la prima volta nei salotti italiani i volti e le voci di Mina e Celentano. Fu un trionfo: di lì a poco, il fenomeno sfondò anche al cinema grazie al film I ragazzi del juke-box (1959); nel lungometraggio cult, girato da Lucio Fulci, oltre al Molleggiato comparivano anche Tony Dallara e il leggendario Fred Buscaglione.

Gli incassi furono qualcosa di stupefacente: oltre 425 milioni delle care vecchie lire, che spinsero subito i produttori a tentare il bis nell’anno successivo. Il risultato fu Urlatori alla sbarra (1960), un altro hit al botteghino che tutt’oggi viene ricordato come “il manifesto” del movimento degli urlatori. Per tutti gli anni ‘60, questo gruppo di incredibili artisti tenne sotto scacco la musica italiana ed ancora oggi molti di loro sono attivi e più vivi che mai: non possiamo fare altro che ringraziarli per le emozioni che ci regalano da allora!