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Il parka da uomo vintage: la sua storia e come abbinarlo in stile Mod

Sulle pagine del magazine di Stile Millelire abbiamo ripercorso i fasti e le storie di diversi capi d’abbigliamento vintage… dal frac al papillon, passando per diversi tipi di calzature come le scarpe Oxford. Ma non abbiamo ancora parlato di un altro elemento di culto, una presenza fondamentale nel guardaroba di tutti gli amanti dello stile vintage che si rispettino: il parka, un giaccone nato negli anni ‘50 ma ancora più attuale che mai.

Nel corso degli anni, il parka è diventato un vero e proprio simbolo. Se prima era  appannaggio quasi esclusivo del mondo militare, in seguito si è trasformato in uno dei capi fondamentali della moda alternativa… soprattutto negli anni ‘90, durante i quali è diventato un simbolo dello stile e dell’abbigliamento urban. In questo articolo ne ripercorriamo la storia, dagli albori ai giorni nostri: buona lettura!

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La storia del parka e cosa vuol dire

Anche se quasi tutti ne hanno almeno uno nell’armadio, sono in pochi a conoscere le origini del termine parka. Nessun problema, siamo qui per far luce anche su questo: la parola, in lingua russa, significa pelle di animale. Proprio con essa che le popolazioni inuit – che in molti ancora oggi conoscono con il termine dispregiativo di esquimesiproteggevano i loro corpi dai rigidi inverni tipici di quelle latitudini. Considerate le temperature, infatti, avevano bisogno delle pelli di ben tre animali per non assiderarsi!

Per la precisione, gli inuit usavano cucire l’una sopra all’altra le pelli di un esemplare di volpe, di orso polare e di foca… una tradizione che però non si è mantenuta nel momento in cui il capo ha iniziato ad essere utilizzato anche in occidente: i primi furono gli americani, per la precisione grazie al marchio “made in USA” Refrigiwear. Fu questa azienda ad avere l’intuizione di trasformare il parka degli inuit in un abito di lavoro per gli operai dell’industria della carne, costretti a lavorare nelle celle frigorifere.

Con l’inizio degli anni ‘50 e con lo scoppio della guerra di Corea (1951/1953), questa versione più leggera del parka (chiamata M-51) fu adottata ufficialmente dalle milizie statunitensi che parteciparono al conflitto. Al termine dello stesso, il capo d’abbigliamento in questione inizia la sua strada nell’ambito degli abiti per civili: il suo slogan, a modern way to keep warm (letteralmente “mantenersi al caldo in modo moderno”) lo rende subito popolare non solo negli Stati Uniti ma in tutto il resto del mondo.

Il parka nella storia: dagli anni ‘50 agli anni ‘90

Da questo periodo in poi, il parka non ha mai smesso di essere amato, venduto e indossato da chiunque, senza limiti di sesso e di età: niente male, per un capo d’abbigliamento nato allo scopo di proteggersi dal rigido gelo della Russia orientale. Il primo movimento a trasformare il parka in un capo di culto sono i Mods, i giovani “modernisti” amanti del jazz e della cultura alternativa che influenzarono un’intera generazione di britannici: il loro stile a tema militare viene tutt’ora imitato e tramandato.

La sua versione più nota si presenta sotto forma di giubbotto impermeabile munito di cappuccio, chiudibile sul davanti con una cerniera che sale fino al collo. Oltre alla zip sono presenti anche i bottoni, e il colore più comune è per l’appunto verde militare. Il parka ha continuato ad essere il giubbotto preferito dalle sottoculture degli anni ‘60; nel 1973 furono addirittura i mitici Who a rendere omaggio a questo capo, indossandolo in occasione delle foto promozionali scattate per l’album Quadrophenia.

In tempi più recenti, ovvero nei primi anni ‘90, il parka è diventato il simbolo del movimento “grunge” e trasandato promosso da band entrate nella storia della musica come i Nirvana e i Pearl Jam. Questo aspetto alternativo del parka ha portato alcune aziende a realizzare, nel corso dell’ultima decade, delle alternative ecosostenibili al solito tessuto; hanno così iniziato a comparire dei parka prodotti con materiali riciclati, vegan e cruelty free: una mossa che ha fatto tornare questo capo sulla cresta dell’onda anche nel nuovo millennio.

Come abbinare un parka e vestire in stile Mod

Il parka, come abbiamo detto, è dunque perfetto per ottenere un look casual, alternativo ed “urbano”… e soprattutto durante le stagioni fredde può davvero dare una marcia in più al nostro outfit. Che il parka stia bene con tutto, comunque, è un dato di fatto: basti pensare che di recente si è sdoganata la moda di tornare a indossarlo anche sopra agli abiti più formali, esattamente come facevano i Mods negli anni ‘50 e ‘60: un look deliziosamente vintage che amiamo particolarmente replicare!

Per vestirvi come loro vi consigliamo di rivolgervi al mercato dell’usato e di procurarvi un parka militare originale dell’epoca, lungo ed avvitato: il cappuccio e la coda di rondine sono obbligatori. Purtroppo nei mercatini dell’usato se ne trovano sempre di meno (e sempre a prezzi più elevati), ma non temete: esistono diverse alternative contemporanee che ne ricalcano lo stile molto fedelmente. Il parka andrà a coprire un abito elegante, possibilmente sartoriale e sicuramente dal taglio stretto.

Ai piedi, i Mods indossavano delle scarpe eleganti – delle classiche Oxford andranno benissimo – oppure, in alternativa, degli anfibi in stile militare come le Doc Martens. Come ultimi tocchi di classe, gli accessori: la parka andrà ornata con spille a tema, la più classica – e immancabile – è quella che raffigura il logo della Royal Air Force. Una volta pronti, salite a cavallo della vostra Vespa! Sarete pronti a fare un balzo nel passato di mezzo secolo: lo stile dei Mod è più vivo che mai.