Robert Johnson

Robert Johnson: storia di un dannato dal blues

Robert Johnson è stato fra i più importanti bluesman del ‘900 e oltre; la sua difficilissima tecnica chitarristica, basata su fingerpicking, abbinata alla sua tecnica vocale e alla capacità d’improvvisare, fanno di lui un punto di riferimento per i migliori musicisti blues e non solo. Per questo, nel 1986 fu uno dei primi musicisti ad essere inserito nella categoria Early Influences della Rock and Roll Hall of Fame.

In questo articolo esploriamo la sua oscura leggenda; la quale ha contribuito ad accrescere la sua fama sia in vita che dopo la morte!

Robert Johnson: la biografia di un’icona blues

La vita privata di Robert Johnson è segnata da un velo di mistero, dato anche dalle scarse notizie accertate e da molte dicerie che lo riguardano da quando era in vita.

Si sono potute verificare poche notizie sulla sua biografia e ancora oggi la sua morte appare misteriosa. Nasce da una famiglia in condizioni di estrema povertà, Hazlehurst (Mississippi), l’8 maggio 1911. La madre, Julia Dodds, era stata abbandonata dal primo marito, da cui aveva avuto un figlio. Maturò una relazione con un certo Noah Johnson, da cui nacque, appunto, Robert.

Il figlio maggiore di Julia insegnò a Robert a suonare l’armonica a bocca e in seguito la chitarra. Fin da bambino, infatti, Robert manifestava una spiccata passione per la musica e il desiderio d’imparare a suonare.

Dopo aver trascorso un periodo a Memphis, nel 1929 Johnson si sposò con una ragazzina, appena sedicenne. Si trasferì a Robinsonville e l’anno successivo la moglie morì, dando alla luce una bambina anche lei, morta nel parto. Questa tragedia ha profondamente sconvolto Johnson, che ha iniziato a vagare tra le città del Mississippi, cercando conforto nella musica e nell’alcol.

Nel 1931, Johnson ha sposato Calletta Craft e si è trasferito nel villaggio di Copiah County. In questo periodo, il musicista si dedica sempre di più al miglioramento della sua tecnica, allontanandosi dalla nuova moglie e da chi lo conosceva.

È in questo periodo che ha cominciato a circolare la leggenda che Johnson avesse stretto un patto col Diavolo, vendendo la sua anima in cambio della straordinaria abilità di suonare la chitarra.

Il mistero sullo sviluppo della tecnica di Johnson

Questa leggenda satanica è stata alimentata dalla sua straordinaria abilità tecnica, basata sul fingerpicking, una tecnica di suonare la chitarra molto complessa, e dalla sua voce evocativa. I suoi testi sinistri, che spesso narravano di spettri e demoni, hanno contribuito a consolidare la credenza nel suo accordo diabolico.

Altre fonti hanno contribuito a consolidare il mito del patto di Johnson con il Diavolo: i racconti dei musicisti che lo hanno conosciuto narrano di come fosse goffo nel suonare la chitarra, prima della morte della moglie.

Il chitarrista sarebbe scomparso misteriosamente subito la perdita e sarebbe, poi, riapparso l’anno successivo, completamente cambiato: sorprendeva tutti con una maestria e un’espressività  del suono straordinarie.

Si narra che l’incontro decisivo tra Johnson e il Diavolo sia avvenuto a mezzanotte, presso un crocevia desolato. Tuttavia, c’è una versione “ufficiale” che sostiene che Johnson abbia incontrato un misterioso bluesman di nome Ike Zimmerman, che lo avrebbe aiutato a perfezionare il suono della chitarra e a sviluppare una nuova tecnica. Zimmerman era noto per suonare tra le tombe nei cimiteri e questo gli valse la fama di emissario del demonio.

Oltre alle storie del patto diabolico, ci sono aneddoti che descrivono la straordinaria capacità di Johnson di riprodurre note per note qualsiasi melodia ascoltasse, sia che fosse in radio o in un locale affollato, senza nemmeno prestare molta attenzione.

Le canzoni iconiche di Robert Johnson

Durante il periodo tra il 1936 e il 1937, registrò 29 canzoni per l’American Record Corporation. Queste registrazioni furono pubblicate su undici dischi a 78 giri dall’etichetta Vocalion, durante la sua vita, e su un disco dopo la sua morte.

La maggior parte delle canzoni di Robert Johnson ha raggiunto uno status iconico e sono oggi considerate degli inni duraturi del genere blues. Brani come “Cross Road Blues,“Love In Vain,” “Hellhound On My Trail,” “I Believe I’ll Dust My Broom,” “Walking Blues” e “Sweet Home Chicago” sono diventati pilastri della sua discografia.

L’intensità e l’eredità musicale

Come molti bluesmen del suo tempo, Johnson suonava nelle strade e nei locali notturni, conducendo una vita errante e solitaria. Le sue canzoni romanticizzavano questa esistenza difficile. Tuttavia, ciò che lo ha reso straordinario è stata l’intensità senza precedenti con cui esprimeva le sue emozioni attraverso la voce e la chitarra. La sua musica ha superato il periodo di massimo splendore del blues tradizionale e ha continuato ad affascinare il pubblico di tutto il mondo.

La sua tecnica a caratterizzato l’ondta dei bluesman del Delta, che si sono ispirati a lui.

La potenza e l’incanto del blues di Robert Johnson

La musica di Johnson ha avuto un impatto notevole, trasformando le difficoltà del suo tempo in poesia e raggiungendo una profondità emotiva unica. La sua abilità nel trasformare la solitudine, le paure e lo stile di vita tormentato di un afroamericano durante la Grande Depressione in una forma di espressione universale ha reso la sua musica atemporale. Keith Richards ha affermato che Johnson rappresenta il massimo del blues, mentre Eric Clapton ha descritto la sua musica come la cosa più profondamente sentita che abbia mai ascoltato.

L’eredità duratura di Johnson

Nel corso degli anni, dopo la sua morte, Robert Johnson è diventato noto come il Re dei Cantanti di Blues del Delta. La sua influenza si è estesa a tal punto che le più grandi rockstar, come i Rolling Stones, Bob Dylan, Eric Clapton e gli Allman Brothers, non hanno esitato a elogiarlo e a reinterpretare le sue canzoni.

Nel 1990, la Sony Legacy ha pubblicato l’edizione in 2 CD intitolata “Robert Johnson: The Complete Recordings“, ottenendo un grande successo critico e vendite eccezionali per una ristampa di blues tradizionale. Questo ha dimostrato che c’è un pubblico desideroso di ascoltare la musica delle radici più profonde del catalogo della Sony, soprattutto se accompagnata da una storia coinvolgente.

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Alla prossima!