Via Santa Tecla e Santa Tecla club- Via Larga

Santa Tecla: il club che lanciò il jazz a Milano

Il Santa Tecla Club è stato il locale più famoso della Milano anni ’50 e punto di riferimento per la scena jazz milanese. Dal palco del Santa Tecla si sono esibiti artisti come Milan College jazz Society e il Gianni Basso-Oscar Valdambrini Quintett e numerosi jazzman internazionali di passaggio a Milano.

In questo articolo raccontiamo la sua storia e come incise sul movimento jazz italiano.

Storia del Santa Tecla Club

Il Santa Tecla fu aperto nel 1951, proprio nel centro storico di Milano, in Via Santa Tecla 3, appena a due passi dal Duomo.

L’interno del locale fu progettato da Joe Colombo, architetto e designer famoso negli anni Cinquanta anche per aver creato il Carello Musica per La Rinascente. Un carrello che raccoglieva i vinili di musica jazz pronti da essere inseriti nel giradischi.

Proprio il contributo di Colombo per il design interno caratterizzava il locale con linee avanguardistiche; espressione di una rivoluzione in essere e delle nuove generazioni.

Alcuni frequentatori illustri come Teo Teocoli, allora cantante nei Quelli, ricorda la particolarità delle pareti del club, affrescate con ” gli originali di Tex Willer fatti da Bonelli”.

Così i ritmi del jazz e dello swing rappresentavano la novità nel panorama musicale e del cambiamento dei costumi.

Il Tecla era gestito all’epoca da musicisti e stelle dello star system milanese; tra cui ci fu l’attore e ballerino Jack La Cayenne, il quale ai tempi si esibiva con Celentano.

Gli artisti del Jazz Italiano sul palco del Santa Tecla

Il Santa Tecla fu trampolino di lancio per moltissimi artisti della scena Jazz  milanese dell’epoca, di cui alcuni sono tutt’ora contemporanei.

Alcuni nomi di punta che hanno calcato il palco del club sono:

  • Enrico Intra
  • Sante Palumbo
  • Paolo Tomelleri
  • Milan College jazz Society
  • Emilio Soana
  • Guido Manusardi
  • Franco Cerri
  • Basso Valdambrini
  • Bruno De Filippi
  • Romano Mussolini

Inoltre, il Santa Tecla ospitò  musicisti internazionali del calibro di  Chet Baker e Jerry Lee Lewis, direttamente dagli States.

Musica leggera Italiana

Il locale milanese divenne talmente famoso da diventare un punto di riferimento anche per la musica leggera negli anni 60.

Molti artisti Italiani salirono sul palco del prestigioso club milanese come: Giorgio Gaber, Luigi Tenco, Lucio Battisti, Celentano, Jannacci e Quelli (ex PFM).

Il Jazz milanese al Santa Tecla

Le dirette testimonianze dei musicisti che all’epoca hanno cavalcato il palco del locale hanno ricostruito l’atmosfera che si respirava alle serate milanesi.

In un’intervista del 2003, Franco Cerri descrisse le serate jezzistiche al Tecla, come “indimenticabili”; spiegando, poi, che i giovani frequentatori vivevano il jazz soprattutto come divertimento. La gente del club rideva e ballava fino a notte fonda proprio come oggi.

Il musicista Franz Di Ciocco, oggi nella PFM, ricorda le “lunghissime jam session in cui le band facevano la staffetta“. Il segnale per il cambio era il pezzo jazz Blue moon : iniziava a suonarla chi stava andando via e proseguiva chi arrivava“.

Negli anni 50 il Santa Tecla era il tempio  del Jazz moderno e del be bop alla Charlie Parker; in quegli anni Tony Dallara si esibiva solo in inglese e si rifaceva al sound americano dei Platters, Frank Sinatra e Frankie Lane; mentre, Jannacci era dedito soprattutto al Jazz.

Il cantante rock Ricky Gianco ricordò, alcuni anni fa, la sua “tentata” fuga adolescenziale allo scopo di andare al Santa Tecla a vedere il concerto di Chet Baker; un evento unico che trascinò la serata fino all’alba.

Le trasformazioni e la fine del Tempio del jazz

Verso gli anni 70 il Tecla club divenne anche punto di ritrovo della malavita e del riciclaggio; una sorte che lo accomuna al tempio del jazz newyorkese Cotton Club.

In quegli anni il club subì la prima trasformazione e divenne una discoteca dove s’incontravano i cosiddetti Sanbabilini; ossia i giovani dell’alta borghesia milanese.

Negli anni 90 il Santa Tecla subì un incendio che distrusse completamente l’edificio, ma fu riaperto nel 2006. Il nuovo stile riprendeva i club tipici di New York e anche il nome del club subì una trasformazione: divenne il Santa Tecla cafè.

Il progetto però aveva definitivamente abbandonato l’idea del jazz per inseguire le nuove mode musicali e organizzare serate a tema come: ” Punk Wear Prada”.

Dopo soli 10 anni di attività il locale fu definitivamente chiuso.

Curiosità

Il 30 gennaio scorso, al Chiostro Nina Vinchi del Piccolo Teatro di Milano è stato presentato un vinile in memoria degli anni del jazz al Santa Tecla, intitolato: ” Santa Tecla, io c’ero“.

L’opera è un cofanetto contenente  il vinile e un libretto di 36 pagine sulla storia di Joe Colombo e del Santa Tecla; il progetto è stato realizzato dal produttore discografico Massimo Monti, della società Musicians & Producers e dal Maestro Enrico Intra e prodotto da Codiceicona.

Il vinile raccoglie i brani dei migliori artisti che all’epoca si esibivano al Tecla e che hanno collaborato al progetto.

Fra questi ci sono: Enrico Intra, Sante Palumbo, Tomelleri, Emilio Soana, Guido Manusardi e Franco Cerri.

La copertina riproduce un’immagine di un’opera d’arte del grande Dario Fo, che pare essere stato anch’egli un assiduo frequentatore del club.

 

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