Se sentiamo nominare la Savoy Ballroom pensiamo subito a una sala da ballo mitica, dove si radunavano le icone storiche della swing dance: Frankie Manning, Shorty George, Norma Miller, Al Minns sono stati danzatori stabili nella leggendaria sala dello swing. Oltre a loro, molti altri si sono radunati ed esibiti sul dance floor del locale; ma la particolarità del Savoy sta anche nella fortunata selezione delle band che suonavano dal vivo, dovuta anche al fervente periodo, contraddistinto dai musicisti che hanno fatto la storia del jazz.
Storia della Savoy Ballroom
La sala da ballo Savoy si trovava nel quartiere di Harlem a New York; fu aperta il 12 marzo del 1926, solo 3 anni prima della crisi del ’29 e fu chiusa il 10 luglio del ’58. Complessivamente, la famosa ballroom fece ben 32 anni di storia nelle danze swing americane. Al Savoy si ballava di tutto: charleston, two step, break away e proprio là, appena due anni dopo la sua apertura nacque il Lindy Hop e là vi esplose.
Con il passare degli anni e il cambiamento delle mode, al Savoy si iniziò a ballare boogie woogie, balboa, shag e jive; la sala ha visto cambiare i gusti di un’epoca e ha accompagnato intere generazioni di ballerini.
Proprio per la sua importanza storica, il 26 maggio del 2002 venne posta una targa commemorativa nella Lenox Avenue tra la 140° e 141° street, dove era sita la mitica sala da ballo; in quell’anno i lindy hoppers Frankie Manning e Norma Miller vivevano ancora e presenziarono alla cerimonia celebrativa.
Ma perché la sala aveva tanto successo?
Intanto, rispetto al Cotton Club, che chiuse ben 12 anni prima, la Savoy ballroom non applicava politiche discriminatorie. L’entrata era ammessa a tutti gli appassionati: bianchi e neri. I ballerini di colore più celebri, non si limitavano a fare esibizioni, ma disponevano della sala come gli altri ballerini.
Per questo, il Savoy era molto popolare e frequentatissimo. Nel quartiere di Harlem veniva identificato come The track (la pista), perché per molti era il locale da ballo principale dello stato di New York. Nei dintorni il Savoy veniva definito The home of Happy feet, per la sua atmosfera allegra e frizzante.
L’anno successivo all’apertura della Savoy Ballroom a New York, aprì un’altra sala Savoy a Chicago. Cercò d’imitare dimensioni e decori interni della sala di Harlem.
Lo spazio della Savoy Ballroom
La Savoy Ballroom era una sala di medie dimensioni, che spesso venivano ingrandite dai gestori, per farla sembrare più grande e imponente.
Nel suo libro This Thing Called Swing, Christian Batchelor descrive la pista con le misure di 66 m per 17.
Il locale era al secondo piano e nell’insieme occupava un intero isolato. La pista era meno della metà dell’intero locale; il quale era a tutti gli effetti un social club con:
- spogliatoi maschile e femminile
- 2 bar ai lati opposti
- una cucina
- un doppio palco che permetteva di alternare le band in uno scambio continuo
- molti tavoli con sedie e poltrone
- ufficio interno
- cabina telefonica
Il doppio palco poteva ospitare una grande band e una di medie dimensioni. In questo modo, la musica era continua perché le due band si alternavano: l’una iniziava a suonare quando l’altra aveva terminato di eseguire il suo pezzo.
Secondo le ricostruzioni della planimetria della New York public Library , lo spogliatoio delle donne era significativamente più piccolo di quello degli uomini; accanto al palco, nella zona nord-est della pista da ballo, c’èra l’angolo riservato ai ballerini più dotati: il “Cat’s Corner“, anche se pare che il termine non fosse utilizzato all’epoca.
Le foto scattate all’epoca, ci consegnano un’immagine della ballroom sempre affollata e decorata con stili pomposi. Possiamo farci un’idea degli interni osservando le poche foto a disposizione sul sito della New York public Library; ma se vogliamo avere un’idea dello spazio della sala possiamo guardare l’ottima ricostruzione del film Malcom X di Spike Lee (1992).
Grandi nomi dello Swing e del Lindy hop

La Savoy Ballroom è stata l’unica sala ad avere la presenza costante dei migliori ballerini di Lindy hop e swing dance. I ballerini erano soliti portare una felpa che li distingueva dal resto degli ospiti, dove appariva la scritta in bella vista Savoy Lindy Hoppers. Il gruppo era Whitey’s Lindy Hoppers, il corpo di ballo di Frankie Manning, famosi al punto da esibirsi in produzioni di Broadway e Hollywood.
Oltre all’ambasciatore del Lindy Hop Manning, c’erano nel gruppo: Al Minns, Leon James, Norma Miller, Willa Mea Ricker e tantissimi altri grandi interpreti dei balli swing.
Oltre ai grandi nomi del mondo della danza, la Savoy era famosa anche per le sue Battle of the bands; ossia le sfide fra ruppi musicali.
Alcuni fra i nomi più importanti che presero parte alle battaglie furono: la Benny Goodman Orchestra contro Chick Webb (1937) e (1938 ); la Count Basie orchestra freschi d’esibizione con Goodman, nel suo famoso concerto jazz alla Carnegie Hall. Anche la band di Basie si esibì contro Web e si disse che fu sempre quest’ultmo a vincere.
Del resto la band di Chick Webb era l’orchestra principale del Savoy, almeno per tutti gli anni 30. Nella band cantò a lungo Ella Fitzgerald.
Nel ’33 Edgar Sampson compose il brano Stompin’ at the Savoy, che prese il nome dalla sala da ballo e divenne un classico da Big Band e standard jazz.
Quando la Savoy ballroom venne chiusa nel 1958, l’edificio in cui era ospitata venne demolito; al suo posto sorse un complesso residenziale, denominato Delano Village.
Conclusioni
La storia del Savoy ti ha fatto venire voglia di ballare? Se la risposta è sì allora dai un’occhiata alle nostre scarpe da ballo swing e scegli il modello più adatto al tuo stile!
Buttati nella pista ideale della tua ballroom e fatti trascinare dalle atmosfere vive e vibranti degli anni dello swing.
Alla prossima, per altre storie dall’era delle Mille lire!