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Le scarpe Oxford da uomo: quali sono, come indossarle e come abbinarle

Il vero ballerino swing dall’animo vintage si riconosce immediatamente dal suo stile d’altri tempi: un elegante panciotto con papillon, un bel cappello Fedora in testa, dei baffi curati e quant’altro… ma soprattutto, un buon paio di scarpe ai piedi! Difficile dire quale sia la scelta migliore per quanto riguarda la scelta di una calzatura d’epoca; ma se dovessimo scegliere un modello di scarpa iconico per gli anni ‘30, allora non avremmo dubbi.

Sì: le care vecchie scarpe Oxford sono sempre una delle prime scelte quando si tratta di calzature vintage. Il loro design essenziale, la loro praticità e soprattutto l’assoluta eleganza le contraddistinguono da ormai oltre un secolo. Ma come sono nate queste scarpe, come abbinarle al meglio e quali – e quante – varianti ne esistono? In questo articolo cercheremo di approfondire al meglio questo spinoso argomento: buona lettura!

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La storia delle scarpe Oxford: come e quando sono nate

La genesi di questo modello di calzatura è molto dibattuta anche fra gli storici e gli esperti più navigati. L’unico dettaglio che sembra mettere d’accordo tutti è la data in cui sono state ideate: pare infatti che le prime Oxford siano risalenti al XIX secolo e che le prime loro segnalazioni nei testi e nei documenti storici siano avvenute nel territorio della Scozia e dell’Irlanda. Stando ai più, queste scarpe avrebbero sostituito nel corso degli anni gli stivali che gli uomini erano soliti indossare fino a un paio di secoli prima.

Da allora, l’uso di questo tipo di scarpa si è diffuso sempre di più, cambiando forma e nome in base alla nazione o al territorio: negli Stati Uniti, ad esempio, iniziarono a chiamarle Balmoral (proprio in onore al castello scozzese nel quale si pensa siano state indossate per la prima volta). In Francia, invece, presero a definirle Richelieu. In Italia il nome fu ancor diverso, ovvero Francesine. L’unica cosa certa delle Oxford – così erano chiamate nel Regno Unito, il loro paese d’origine – era la loro assoluta eleganza!

Questa loro caratteristica, nel corso dei secoli, l’ha resa la scarpa perfetta per le occasioni più importanti. Che si tratti di una cerimonia ufficiale, di un colloquio di lavoro o di un qualsiasi evento formale, con un paio di eleganti Oxford ai piedi siamo sicuri di non sbagliare mai… e anche nel caso dovessimo uscire per una serata a tema vintage, con queste scarpe si farà sempre una gran bella figura. Ma come si riconosce una Oxford da una Derby, ad esempio? E come si distinguono le mille varianti di una Oxford?

Come sono fatte delle scarpe Oxford

Potrebbero sembrare delle domande banali, ma in realtà non lo sono affatto: le Oxford, per essere tali, devono rispettare delle regole ben specifiche sia per quanto riguarda l’estetica che i materiali (e per alcuni addirittura il colore). La caratteristica principale di un paio di Oxford risiede nella zona dei lacci, che si trova cucita direttamente alla tomaia: in poche parole, la mascherina si sovrappone al cosiddetto “gambetto”, l’esatto contrario di quanto accade nelle altrettanto conosciute Derby.

Il segreto sta dunque nell’allacciatura: se nelle Oxford viene definita “chiusa” – in quanto la mascherina è cucita sulla tomaia – nelle Derby invece è “aperta”, con i gambetti che trovano spazio sopra alla già citata mascherina. Non c’è dunque molto margine di manovra per la regolazione dei lacci: ciò rende molto importante, quando si acquistano delle Oxford, l’assoluta precisione nella scelta della taglia. Per quanto riguarda i materiali di produzione, invece, generalmente si utilizza pelle di camoscio o tessuto tweed.

I fanatici più ortodossi delle Oxford avranno senz’altro delle idee ben precise anche sul colore perfetto delle loro scarpe. Noi non ce la sentiamo di parlare per assoluti: pur rimanendo convinti che quelle nere siano sempre e comunque le più eleganti, anche il marrone ha il suo perchè… dipende chiaramente dagli abbinamenti. L’unica regola che pare essere stata scolpita nella roccia risiede in presenza di un dress code con cravatta bianca, le Oxford dovranno necessariamente essere di colore nero!

Come abbinare e indossare delle Oxford con stile

Se siete arrivati fin qui, avrete ben capito che la parola d’ordine quando si parla di scarpe stringate da uomo in stile Oxford è una sola: eleganza. Nonostante ciò, si tratta di una calzatura molto duttile, in grado di adattarsi a più stili e situazioni: certo non le si può considerare un capo informale, ma non è certo vietato indossarle anche in contesti un po’ più “casual” della grande cerimonia o del colloquio. L’importante è abbinarle nel modo giusto ed evitare il rischio di apparire ridondanti.

La scelta di un abito corretto è dunque fondamentale e forse, più che di abbinamento in sé, sarebbe più corretto parlare di mood o atmosfera: le Oxford, ad esempio, calzano a pennello con qualsiasi abito semplice composto da giacca, gilet e pantaloni del medesimo tessuto; noi preferiamo dei colori sobri come il grigio (da accompagnare rigorosamente con una camicia bianca) ed il blu (idem, ma va benissimo anche una camicia azzurra). In casi simili, probabilmente, la scarpa nera è la scelta migliore.

L’occasione è speciale e preferite un più formale completo gessato? Nessun problema: le Oxford nere sono perfette anche in questo caso; se volete osare e cercare di far spiccare una personalità forte, però, delle Francesine in tweed sono la scelta più ardita e coraggiosa. Con un tight o con un più classico smoking, invece, la scarpa Oxford liscia – anche in questo caso di colore scuro – garantiscono un’eleganza impeccabile. Insomma, con una calzatura così classica è davvero difficile sbagliare: una vera icona di stile!