La storia della moda maschile nel corso del Novecento ha subito diverse evoluzioni… per non dire addirittura “rivoluzioni”. Ma se c’è una cosa che nel corso della prima metà di questo secolo è rimasta sempre piuttosto stabile è lo stile delle calzature: dagli anni ‘20 agli anni ‘50, infatti, le scarpe da uomo non hanno subito grandi cambiamenti e distinguere una scarpa realizzata in un determinato decennio necessita di una certa attenzione!
Già, perchè le scarpe nella prima metà del secolo in questione hanno sempre mantenuto uno stile piuttosto semplice, così come la palette dei colori utilizzata. Le più comuni sono sempre state le scarpe eleganti con i lacci; per lo sport si utilizzavano invece delle sneaker, mentre d’estate i sandali andavano per la maggiore. Ma vediamo ora nel dettaglio cosa distingueva le scarpe degli anni ‘40 da quelle dei decenni precedenti e successivi…
Le caratteristiche delle scarpe Oxford negli anni ‘40
Il modello di scarpa da uomo più diffuso nel corso degli anni ‘40 era senza dubbio l’Oxford: una calzatura elegante ed universale che proprio grazie a queste caratteristiche – e alla loro indubbia versatilità – sono rimaste popolari fino ai giorni nostri. In realtà la loro storia parte da molto lontano, se si considera che le loro origini risalgono all’Europa del XIX secolo (e per la precisione alle zone della Scozia e dell’Irlanda). Ma se siete curiosi e volete saperne di più, in questo articolo potete trovare un approfondimento sulle loro radici.
Ma come distinguere un paio di Oxford risalenti agli anni ‘40? Sostanzialmente possiamo fare riferimento ai dettagli relativi alla forma e più in generale alle cuciture: le Oxford di questo periodo infatti erano piuttosto tozze e pesanti, avevano le suole alte, le punte piuttosto larghe e delle rifiniture effettuate con del filo piuttosto spesso. Nella seconda metà del decennio iniziarono ad apparire le prime Oxford con la punta squadrata, che nel giro di pochissimo tempo diventarono davvero popolari.
Sempre negli anni ‘40 fecero poi capolino alcune innovative varianti: i mocassini – anche senza lacci – con gli interni rivestiti in feltro o lana, ad esempio, per tenere i piedi caldi d’inverno (con la variante estiva in cotone)… oppure le Oxford caratterizzate da una trama incrociata, che permetteva all’aria di traspirare e al piede di non soffocare; le versioni più economiche di queste scarpe avevano dei semplici fori sulla parte superiore e nelle pubblicità venivano vendute come “l’aria condizionata per i vostri piedi”.
Le scarpe da ballo a due tonalità e le “saddle shoes”
Gli anni ‘40 sono stati anche e soprattutto – quantomeno per gli appassionati – gli anni d’oro del jazz e dello swing: in questi anni, infatti, migliaia di giovani afroamericani si riversavano ogni sera nei club per scatenarsi sulle piste. Proprio in questo contesto nasce una variante delle già citate Oxford caratterizzate dalla presenza di una seconda tonalità, dando luogo a una calzatura comoda ed elegante ma anche immediatamente riconoscibile: insomma, proprio quel tocco di stile in più perfetto per i ballerini.
Le avrete senz’altro viste mille volte nei vecchi musical di quel periodo, anche se il bianco e nero delle pellicole vi avrà tratto in inganno: se sullo schermo (ai piedi di Fred Astaire o di Gene Kelly) queste scarpe potevano sembrare bianche e nere, in realtà nella maggior parte dei casi erano bianche e marroni; solo in un secondo momento, sul finire degli anni ‘40, ne comparvelo delle versioni bianche e grigie. Ed è proprio a questo tipo di scarpa che ci siamo ispirati noi di Stile Millelire per le nostre Dean Collins!
Un’altra tipologia di calzatura piuttosto popolare negli anni ‘40 erano le “saddle shoes”, letteralmente “scarpe da sella”: si trattava fondamentalmente di un paio di scarpe casual dal tacco basso, con la punta liscia ed un piccolo innesto a forma – per l’appunto – di sella nella parte centrale del piede. Anche se la forma è quella di una scarpa da uomo, all’epoca le saddle shoes venivano indossate da chiunque, uomini e donne; quelle di colore blu e bianco erano fra le più popolari in assoluto.
Gli stivaletti, le monk strap e le sneaker anni ‘40
Oltre alle Oxford nelle loro mille varianti, negli anni ‘40 erano molto comuni gli stivaletti: scarpe di ispirazione militare caratterizzate da una superficie liscia e un numero di fori per lacci che poteva arrivare anche a cinque. In genere venivano utilizzati per lavoro, ma non solo… anche alcuni uomini d’affari amavano indossarli e all’inizio del decennio si diffusero con il nome di “Chukka”: una definizione che dura ancora oggi, sebbene nel corso degli anni ‘50 avessero subìto un deciso calo di popolarità.
Gli anni ‘40 furono anche gli anni in cui iniziarono a diffondersi le prime “monk strap”: delle scarpe particolari, caratterizzate da un cinturino posto sulla parte superiore; un modello di calzatura casual che esplose poi negli anni successivi. Se volete saperne di più, in questo articolo ne abbiamo parlato approfonditamente. Nei mesi estivi, poi, i sandali andavano per la maggiore: realizzati interamente in pelle, i modelli dotato di cinturino a “T” sono rimasti popolari per diversi anni, soprattutto nelle loro varianti in nero e marrone.
Per gli uomini sportivi, invece, la calzatura che non poteva mancare in una scarpiera erano le sneaker: già, con le Olimpiadi del 1936 le classiche Converse All Star divennero incredibilmente popolari e tali rimasero fino ad oggi. Anche negli anni ‘40 venivano utilizzate quotidianamente: scarpe alte e marroni, in pelle o camoscio (solo successivamente in tela) che indossavano i campioni sportivi così come gli adolescenti. Un decennio di transizione, dunque, ma anche di innovazioni che sono durate fino ai giorni nostri!