Fin dalla sua nascita, il magazine di Stile Millelire si è proposto di diffondere quanto più possibile la cultura vintage, in particolar modo quella legata alla musica swing, al rock and roll e ai relativi balli: dal Lindy Hop di Frankie Manning e del Savoy, dunque, fino ad arrivare al rock and roll di Elvis Presley e Little Richard. Mondi che possono sembrare apparentemente lontani per chi non ne conosce approfonditamente la storia…
Proprio per questo abbiamo pensato di redarre una serie di articoli che raccontassero la nascita e l’evoluzione di questi generi musicali e di questi balli, cercando di sottolineare i tratti che li accomunano e che li rendono l’uno diretta conseguenza dell’altro. Allacciatevi le cinture, dunque: nelle righe a seguire partiremo assieme per un incredibile viaggio e vi racconteremo, passo dopo passo, la Grande Storia dello Swing e del Rock and Roll!
Dal 1920 al 1925: l’ascesa del Charleston
La storia dei nostri generi musicali parte da molto lontano e per la precisione da quell’oscuro periodo nel quale la pratica dello schiavismo era cosa comune. Gli schiavi africani venivano portati negli Stati Uniti e portati a lavorare nelle piantagioni di cotone: cosa poteva nascere di buono da una situazione del genere? La forza d’animo di questi uomini e di queste donne, fortunatamente, non ha impedito loro di continuare a suonare e a ballare.
Anche nelle condizioni più dure, dunque, le comunità afroamericane non avevano perso la voglia di vivere e divertirsi: il Charleston è un ballo che nasce proprio da questa fortissima urgenza e che nel giro di pochi anni si diffuse a macchia d’olio. Nelle sale da ballo e nei teatri, questa danza era diventata un vero e proprio fenomeno di costume: non ci volle molto tempo prima di vederlo arrivare anche in Europa.
Leggi qui l’approfondimento sui primi anni del Charleston
Dal 1926 al 1930: inizia l’era delle Big Band swing
Nello stesso periodo in cui il Charleston teneva banco nei locali degli Stati Uniti e di mezza Europa (soprattutto in Francia e in Inghilterra), le sale da ballo di New York assistevano alla nascita di un nuovo modo di intendere la musica jazz. Iniziavano così a formarsi le prime piccole orchestre, composte mediamente da una ventina di musicisti e guidate da maestri pieni di carisma e di idee innovative.
Questa inedita veste del jazz, che prese in breve tempo il nome di swing, sembrava sposarsi alla perfezione con la necessità di ballare che risvegliava in coloro che l’ascoltavano. Fu così che le grandi ballroom iniziarono a riempirsi di giovani afroamericani pieni di voglia di muoversi e divertirsi. Uno dei pionieri di questa nuova danza fu George “Shorty” Snowden: ballando, a suo dire, credeva di volare come il celebre aviatore Charles “Lindy” Lindbergh!
Leggi qui l’approfondimento sulle prime Big Band swing
Dal 1931 al 1940: la nascita del Lindy Hop e la sua età dell’oro
Le acrobazie di George “Shorty” Snowden si diffusero tra i giovani con una velocità vertiginosa: il Lindy Hop (così era stato battezzato questo nuovo modo di ballare, proprio in onore della celebre frase di Shorty) era diventata una moda irrinunciabile e la sua capitale divenne il quartiere di Harlem, a New York. Qui si trovavano le sale da ballo più importanti, fra le quali spiccava su tutte il Savoy Ballroom.
Leggi qui l’approfondimento sulla nascita del Lindy Hop
Nella seconda metà degli anni ‘40 il Lindy era diventato il ballo per eccellenza e migliaia di giovani, non solo afroamericani, frequentavano i migliori locali per osservare con i propri occhi i grandi protagonisti: Frankie Manning, soprattutto, una vera e propria leggenda del Lindy Hop. In questi anni si formarono inoltre i Whitey’s Lindy Hoppers, riconosciuti tutt’oggi come il gruppo di ballerini swing più talentuoso di ogni tempo.
Leggi qui l’approfondimento sull’età dell’oro del Lindy Hop
Dal 1941 al 1945: il Lindy Hop debutta al cinema
Nella prima metà degli anni ‘40, prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il Lindy Hop era al suo apice sia a livello di popolarità che per quanto riguarda lo stato di forma dei suoi protagonisti. Fu proprio in questo periodo, infatti, che questo ballo iniziò a farsi strada anche nella sponda opposta degli Stati Uniti: sì, proprio in quella Hollywood che trovò in questi ballerini – Dean Collins su tutti – delle comparse ideali per innumerevoli musical…
Leggio qui l’approfondimento sul Lindy Hop a Hollywood
Dal 1946 al 1950: il declino dello swing e la fine di un’epoca
Con lo scoppio del grande conflitto, molti giovani furono chiamati alle armi: fu così che iniziò il fulmineo declino di questa cultura, nata solo pochi anni prima e messa letteralmente in ginocchio dalla guerra. Fra i maggiori musicisti dell’epoca, chi ebbe la fortuna di essere esentato dal servizio militare continuò a suonare nei vari club; ma non era più la stessa cosa: l’immediato dopoguerra vide farsi strada un bisogno di musica tutta nuova.
Nuove forme musicali, dunque, per un periodo storico nel quale i cambiamenti si susseguivano a velocità vertiginose: le big band non erano più sostenibili e il Lindy Hop aveva bisogno di un erede che potesse raccoglierne il testimone, qualcosa di più diretto e selvaggio… insomma, qualcosa che si potesse suonare con pochi strumenti, come ad esempio una chitarra, un basso e una batteria. Avete capito, vero?
Leggi qui l’approfondimento sulla fine dell’era dello swing
Dal 1951 al 1955: la genesi del Rock and Roll
Nei primi anni ‘50 i dischi in vinile stavano entrando nelle case di tutti e le trasmissioni radiofoniche erano diventate il più grande punto di riferimento per tutti gli appassionati di musica. Uno dei deejay più influenti dell’epoca fu senza dubbio Alan Freed, che per descrivere la musica che aveva da poco iniziato a mettere in onda utilizzò per primo il termine rock and roll: una sorta di blues elettrico contaminato con sonorità boogie e country.
Grazie al contributo delle sue trasmissioni radiofoniche, il rock and roll stava velocemente prendendo piede fra i giovani come una forma musicale nuova e dirompente. Il primo grande esponente di questa cultura musicale fu Bill Haley, che con i suoi Comets incise il primo pezzo rock della storia; le sale di registrazione iniziarono finalmente ad aprire anche ai musicisti di colore, permettendo a una nuova epoca di prendere forma.
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Dal 1956 al 1960: l’ascesa delle grandi stelle del rock
A partire dalla seconda metà degli anni ‘50 una serie di grandi e carismatiche figure iniziarono a farsi portabandiera del rock and roll, contribuendo a portarne il verbo anche al di fuori degli Stati Uniti: parliamo di artisti senza tempo come Elvis Presley, Little Richard e Chuck Berry, le cui canzoni sono tutt’oggi ballate e suonate da musicisti ed appassionati di ogni parte del mondo. Grazie alla loro musica, il rock and roll era diventato un immenso fenomeno culturale.
Nessuna forma artistica prima di allora aveva avuto un impatto così forte sulla cultura popolare: il rock and roll aveva pesantemente influenzato addirittura il modo di vestirsi e di pettinarsi dei più giovani, dando vita a una serie di archetipi che dopo oltre mezzo secolo non vogliono saperne di cedere il passo. Tuttavia, questi anni restano una vera epoca d’oro per il rock: un periodo insuperato che ha visto nascere innumerevoli capolavori.