Ci sono mille modi per vestirsi “rock and roll”! E se molti di loro sono ormai diventati quasi uno stereotipo (basti pensare al classico giubbotto in pelle nera), altri ancora sono invece stati dimenticati dai più… e vengono oggi utilizzati solo dai veri appassionati di stile vintage. Di quest’ultima categoria fanno senza dubbio parte gli stivaletti resi celebri dai movimenti underground britannici nel corso degli anni ‘60: i Winklepicker!
Se non ne avete mai sentito parlare, non disperate: è piuttosto normale, si tratta di un capo d’abbigliamento davvero di nicchia e poco conosciuto, anche se negli ultimi anni sono tornati piuttosto in voga tra gli entusiasti del mondo vintage. In questo articolo scopriremo che cosa sono e andremo a ripercorrerne la storia, partendo dalle loro origini fino ad arrivare ai giorni nostri: che altro aggiungere, se non l’augurio di una buona lettura?
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che cosa sono e come sono nate le scarpe saddle o “a sella”!
Cosa sono e come sono nati gli stivaletti Winklepicker
Come spesso ci capita, anche questa volta per risalire alle origini di un indumento dobbiamo andare parecchio indietro nel tempo: in questo caso il balzo nel passato ci porta alla nobiltà europea del XV secolo e alla comune abitudine di portare ai piedi le cosiddette “poulaine”. Queste particolari calzature realizzate in cuoio – conosciute anche con il termine inglese crakowe – avevano una caratteristica particolarmente evidente: la loro punta, infatti, era imbottita e molto più lunga del piede di chi le indossava.
Quando gli stivaletti Winklepicker iniziarono a diffondersi nell’Inghilterra nella seconda metà degli anni ‘50, la loro punta non era certo lunga come le antiche poulaine (basti pensare che le sole punte di queste scarpe arrivavano misurare oltre 50 cm!)… ma la loro estremità era comunque molto accentuata, il che conferiva loro un aspetto decisamente “minaccioso”. Per questo nel giro di pochi anni questi stivaletti vennero adottati soprattutto dalle categorie più emarginate, che all’epoca stavano nascendo nel segno del rock.
Nei primi anni ‘60 una variante dei Winklepicker – con l’estremità della punta tagliata in maniera netta, quasi a formare uno “scalpello” – era infatti diventata la calzatura per eccellenza dei cosiddetti Mod, una delle subculture giovanili dominanti in quel periodo. E allo stesso tempo era nata anche una versione delle Winklepicker munita di tacchi a spillo, la cosiddetta High Street: nel giro di pochissimi mesi divenne così popolare che gran parte delle donne inglesi ne aveva almeno un paio!
Perchè si chiamano Winklepicker e perchè venivano usate
Sulle origini del nome non c’è mai stata molta chiarezza. Possiamo comunque cercare di ricostruirne l’etimologia partendo dai due termini che lo formano: il winkle è un mollusco marino con conchiglia (in italiano vengono chiamati con il nome scientifico “littorinidae”), famoso per essere utilizzato industrialmente al fine di ricavarne il colorante violaceo definito “pervinca”. E come fanno i pescatori a raccogliere questi molluschi e a staccarli dalle rocce marine? Semplice: usano uno strumento appuntito chiamato “winkle picker”.
Ecco dunque spiegato – seppur in maniera del tutto fantasiosa – l’origine del nome di questo particolare stivaletto dalla punta prominente, che dopo essere stato preso come modello di calzatura ideale dai Mod e dai Teddy Boys: sempre negli anni ‘60, infatti, non di rado venivano riportati sugli organi di stampa locali gli scontri fra questi gruppi rivali. Le “battaglie” fra Mod e Teds (come preferivano farsi chiamare) erano quasi all’ordine del giorno e la loro pericolosità veniva spesso magnificata dai media.
Per un certo periodo l’attenzione dei più conservatori si concentrò proprio sulle scarpe che indossavano: si pensava, infatti, che gli stivaletti Winklepicker fossero stati scelti dalle gang di teppisti dell’epoca per via della loro forma e dei danni che potevano infliggere agli avversari in caso di una collutazione fisica. Ma è un mito da sfatare: colpendo qualcuno o qualcosa con delle Winklepicker è molto più facile danneggiare inutilmente le punte delle scarpe piuttosto che procurare dei danni a chicchessia!
Chi indossa oggi gli stivaletti Winklepicker?
Dopo essere diventate così popolari e controversi, gli stivaletti Winklepicker iniziarono ad essere indossati anche dai membri delle band rock and roll più famose dell’epoca. Basti pensare che addirittura i Beatles nel loro primo periodo (quello della mitica pettinatura “mop-top”, ovvero “a scodella”) indossarono degli stivaletti molto simili, ovvero quelli che oggi potremmo chiamare “Chelsea Boots”… e negli anni a venire furono molti altri gli artisti che li adottarono sia on-stage che nella vita di ogni giorno.
Negli anni ‘70, soprattutto, ci fu un vero ritorno di fiamma per i Winklepicker: ciò avvenne soprattutto grazie alle band di ispirazione Mod come i “The Jam” e soprattutto ai mitici “The Who”, che con il loro progetto Quadrophenia (non ci riferiamo solo al celebre album del 1973, ma anche all’omonimo film uscito in sala nel 1979) riportarono questo stile in piena voga. Fu questo l’ultimo vagito delle mode britanniche degli anni ‘60, che lasciarono presto spazio all’anarchia nichilista delle prime band punk.
Ai giorni nostri, invece, questa particolare calzatura è riservata a delle nicchie molto specifiche: si tratta infatti di uno dei modelli di scarpa preferiti dai membri del mondo goth, dark e rockabilly…ed è per questo che alle feste a tema non manca mai chi ne indossa un paio. Ma non solo: anche molte band garage rock le sfoggiano, spesso proprio per omaggiare gli artisti del passato. Insomma, nonostante tutto non si può affermare che l’eredità di questo indumento sia andata perduta nel corso del tempo!