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Storia del Balboa, il ballo swing più elegante: cos’è e come si può ballare?

Abbiamo già avuto modo di parlare, fra le pagine del magazine di Stile Millelire, degli stili e delle varianti che compongono il mondo dei balli jazz e swing. Il Lindy Hop nasce negli Stati Uniti sul finire degli anni ‘20, ma nel corso del ventennio successivo si è ramificato in mille direzioni; ciò è potuto avvenire grazie alla passione e alla fantasia dei suoi maggiori interpreti: Frankie Manning ne è senz’altro il più celebre, ma non va sottolineato il lascito di altri grandi ballerini come Shorty Snowden e Dean Collins.

Quest’ultimo fu colui che portò il nostro ballo preferito al di fuori di New York, inaugurando la stagione del West Coast Swing che a partire dai primi anni ‘40 occupò stabilmente i grandi schermi Hollywoodiani. Altri ancora invece contribuirono alla diffusione del Lindy in altri stati americani, come ad esempio la California: qui nasce il ballo di cui vogliamo raccontarvi nelle righe a seguire, ovvero il Balboa!

California, anni ‘30: dove e quando nasce il Balboa

Come spesso capita quando si cerca di ricostruire una storia lontana e nata quasi per caso, come del resto fu per la nascita del Lindy nei quartieri più poveri di New York, le informazioni finiscono per disperdersi fra le pagine del tempo e farsi sempre più frammentarie (nonché difficili da esporre seguendo una cronologia che risulti il più fedele possibile al reale). La genesi del Balboa non fa eccezione e ad oggi possiamo solo limitarci ad affermare che, ad un certo punto, nella California del Sud – e più precisamente nella zona di Orange County – delle coppie di ballerini ebbero l’intuizione di esibirsi proprio come si faceva al Savoy Ballroom di Harlem, letteralmente dall’altra parte del paese.

La cosa piacque fin da subito, tanto che questo ballo composto da calci, giri ed altri passi divenne subito una moda per i giovani del posto; lo si chiamava semplicemente “swing”, come la musica sulla quale veniva ballato. L’evoluzione fu molto veloce e la California non ci mise molto tempo ad appropriarsene, tanto che presto si iniziò a parlare di “swing della California” oppure ancora “Los Angeles swing”. Ognuno di questi nomi corrispondeva inizialmente a una leggera differenza nello stile e nell’esecuzione; come se il destino avesse un suo disegno, però, queste varianti confluirono presto in quello che tutt’oggi si chiama “Balboa”.

Stile e caratteristiche del Balboa: come si balla?

Da tutto questo mare di informazioni sommarie provenienti da un passato lontano, sbuca però una certezza: ci riferiamo al significato del nome di questo ballo, che non arriva dal celebre pugile cinematografico (lui sarebbe nato solo 50 anni dopo!) bensì dalla penisola di Balboa: proprio in questa località della California, per la precisione a Newport Beach, si trovavano infatti la maggior parte delle sale da ballo nelle quali i giovani ballerini si scatenavano e mostravano a tutti il loro swing.

Ma cosa distingue il Balboa dallo swing? Possiamo dire che si tratta di un ballo spettacolare, ma al contempo davvero intimo: questo per via della posizione che le coppie devono assumere per esibirsi, con i loro corpi a contatto per quasi tutta la superficie del busto; ma non solo: anche le braccia e le gambe si sfiorano in continuazione ballando. La posizione del Balboa “puro” (quello delle origini, per l’appunto, che alcuni definiscono “Pure Balboa” o “Pure-Bal”) è del tutto chiusa, petto contro petto, mentre la postura va mantenuta eretta.

Questa estrema vicinanza fra i due partner richiede necessariamente una grande connessione, soprattutto per quanto riguarda lo spostamento dei pesi ed il footwork in sé: i movimenti devono essere sempre in perfetta sintonia e il dinamismo di coppia richiesto è pressoché totale! Gran parte dei movimenti nel Balboa si svolge con i piedi, senza particolari acrobazie; la parola d’ordine, piuttosto, è “eleganza”. Per i più spericolati ne esiste comunque una variante comprensiva di mosse aeree, che gli esperti chiamano “Bal-swing”!

Qualche curiosità sul Balboa e i suoi maggiori interpreti

Ma per quale ragione il Balboa si è sviluppato in maniera così diversa dal Lindy Hop, nel giro di così poco tempo, soprattutto per quanto riguarda la distanza fra leader e follower? Dietro a questa domanda si cela una curiosità davvero bizzarra: il poco spazio, lo stretto contatto ed i passi brevi che i ballerini devono seguire derivano direttamente dalle leggi piuttosto rigide che all’epoca erano in vigore all’interno delle sale da ballo della California. Le ballroom più famose, come ad esempio il Rendezvous oppure il Pavillion, erano infatti perennemente affollate: calciare e saltare come nel Lindy che conosciamo era dunque impossibile e urtare un altro ballerino per errore poteva far terminare anzitempo una serata di festa. La soluzione perfetta? Il Balboa, chiaramente.

Oggi questo ballo è tornato prepotentemente in voga, ma in pochi sanno che per diversi decenni il Balboa era finito tristemente nel dimenticatoio; basti pensare che le testimonianze filmate originali dell’epoca, sulle quali basarsi per cercare di capire quali fossero le capacità dei grandi di quei tempi, ammontano a pochi minuti di girato: qualche spezzone filmato qua e là, ma davvero nulla di concreto al di fuori dei quotidiani locali e dei poster originali degli eventi.

Ci volle la passione di una serie di ballerini americani per far rivivere il Balboa negli anni ‘80, riportandolo in auge: la più importante è forse Sylvia Sykes, una delle istruttrici e coreografie più importanti attualmente inattività, e assieme a lei il suo compagno Jonathan Bixby. Ma anche il grande Dwight Lupardus, colui che ha inventato il termine “Bal-swing”. Il resto, fino ai giorni nostri, è storia nota: anche grazie a costoro possiamo imparare il Balboa nelle migliori scuole di ballo!