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Storia e biografia di Al Minns, ballerino e anima dei Whitey’s Lindy Hoppers

Il Lindy Hop è un ballo che trova le sue origini nel quartiere Harlem di New York, abitato in gran parte da famiglie afroamericane: non proprio la fascia più ricca della popolazione statunitense, purtroppo, tantomeno nella prima metà del Novecento. Questo ha reso il mondo dello swing una fonte inesauribile di storie incredibili, interpretate da giovani ragazzi di colore che – grazie al ballo – si sono ritrovati letteralmente a passare dalla strada alle luci di Hollywood.

Molte di queste vicende hanno visto protagonisti delle vere e proprie figure leggendarie, come Frankie Manning – tutt’oggi considerato l’ambasciatore del Lindy Hop nel mondo – e Norma Miller, che grazie alla loro passione sono riusciti ad innovare e a tramandare questa disciplina fino ai giorni nostri. Tante altre, invece, rimangono ingiustamente nascoste. È il caso di Al Minns, un Lindy Hopper fenomenale ma spesso purtroppo dimenticato…

Chi era Al Minns? Storia di un ballerino nato per lo swing

Della vita di Al Minns prima del successo sulle piste da ballo si conosce forse troppo poco. Questo straordinario artista nacque il primo di gennaio dell’ormai lontano 1920 e fin da adolescente amava frequentare la Savoy Ballroom di Harlem: come molti altri giovani afroamericani della sua età, Al amava la musica swing e passava le sue notti a scatenarsi sulle note delle più grandi big band di quegli anni: il suo stile energico e irresistibile lo faceva assomigliare a Long-Legged George Grenidge.

Non possiamo sapere se questa incredibile similitudine fosse ricercata dallo stesso Al o se fosse un suo naturale e spontaneo talento. Ciò che sappiamo, però, è che nonostante fosse ancora soltanto un ragazzo riuscì subito ad entrare nelle grazie di Herbert “Whitey” White: questo corpulento figuro, dopo aver passato anni nelle vesti di buttafuori del Savoy, aveva iniziato a reclutare coloro che reputava i migliori Lindy Hopper di Harlem allo scopo di allestire la migliore squadra di ballerini di sempre.

I Whitey’s Lindy Hoppers – questo il nome del team desiderato da Herbert White – esistevano già da qualche anno quando anche Al Minns ne entrò a far parte. Ma non dovette passare molto tempo prima che ne diventasse uno dei migliori rappresentanti: divenne così uno dei membri più in vista del team conosciuto come The Harlem Congaroos, una branca dei Whitey’s che ne comprendeva solo i ballerini più talentuosi. Era il più giovane di tutti, ma aveva una resistenza e una flessibilità letteralmente impareggiabili!

L’importanza di Al Minns nell’evoluzione del Lindy Hop

Furono proprio queste caratteristiche a colpire sia Herbert White che gli altri ballerini più esperti. Al Minns aveva una forza unica nelle gambe, un dono naturale che riuscì a capitalizzare alla perfezione grazie anche all’aiuto del più esperto Frankie Manning. Quest’ultimo aveva sei anni in più sulle spalle, un’enormità in una disciplina come questa; ciò non impedì ai due di collaborare allo sviluppo delle coreografie del film Helzapoppin’ (1941), che contiene quella che viene tutt’oggi considerata la miglior scena cinematografica di ballo Lindy della storia!

Chiunque abbia avuto l’occasione di osservare con attenzione quella mitica sequenza avrà notato le qualità di Al Minns. Se da una parte si può infatti ammirare Frankie Manning, con il suo stile solido e muscolare, dall’altra è evidente il completo controllo del corpo del giovane Al: mentre balla sembra quasi rilassato, con delle movenze fluide e naturali che sembrano non richiedergli nessuno sforzo. Sappiamo benissimo che non è così, ma vi invitiamo a riguardare il film per crederci: un controllo perfetto nonostante gli oltre 300bpm!

Quel suo particolare modo di muoversi ha influito non poco sull’evoluzione del Lindy, che all’epoca era una disciplina ancora tutta da scrivere: un’altra pagina importante di questa storia si può osservare nel soundie (una sorta di video musicale ante-litteram) Hot Chocolates del 1941. Anche qui il nostro Al Minns si esibisce nella stessa routine, con un ritmo leggermente più lento, ma rimpiazzando il trick finale con una mossa da antologia che sfidiamo qualsiasi Lindy Hopper a replicare con altrettanta perfezione: un vero capolavoro.

La vita di Al Minns in seguito alla fine della swing era

Come molti altri Lindy Hopper del Savoy, anche Al Minns vide la sua carriera troncata dall’avvento della Seconda Guerra Mondiale. Dopo la chiamata alle armi, infatti, passò qualche anno nell’aeronautica militare, nella quale si fece strada diventando sergente. Ma la passione per il ballo non finì con l’arrivo del conflitto, anzi! Con la guerra passata agli archivi, Al tornò subito a calcare le piste assieme a un altro ballerino di enorme talento, Leon James: con il nome di The Jazz Dancers i due si esibirono a diversi festival e in televisione.

La storia di Al Minns come Lindy Hopper vede un lungo periodo di buio a partire dagli anni ‘50: pur continuando a esibirsi con una certa regolarità, la swing era veniva ormai considerata storia antica e i giovani avevano occhi ed orecchie solo per le stelle nascenti del rock and roll. Per vedere rinascere la stella dello swing fu necessario aspettare il revival dei primi anni ‘80: fu in questo decennio di riscoperta che il nome di Al Minns tornò a riaffiorare prepotentemente, grazie a una comunità di appassionati con sede in Svezia.

In questo paese scandinavo, l’arzillo sessantenne riuscì a tenere diversi corsi e conferenze che lo riportarono alla ribalta e si possono ancora oggi trovare diversi video che lo vedono impegnato mentre insegna il Lindy Hop ai suoi fan svedesi. Purtroppo, però, questo ritorno fu tragicamente breve: Al Minns scomparve nel 1985, a soli 65 anni, a causa di un arresto cardiaco. I suoi sette figli non lo dimenticheranno mai, così come le centinaia di giovani che hanno avuto l’onore di imparare a ballare direttamente da lui: una vera leggenda!