Dagli anni ‘70 ad oggi l’abitudine di indossare il cappello si è purtroppo perduta, portando la moda e lo stile nell’uomo a perdere a sua volta un accessorio caratteristico e in grado di conferire a chi lo porta un irresistibile stile vintage. Fortunatamente negli ultimi tempi questa usanza sembra avere in parte ripreso piede tra i più giovani: la dilagante passione per il vintage ha addirittura fatto tornare in auge la mitica “coppola”, l’inconfondibile copricapo siciliano!
Molti di noi si ricordano di questo particolare cappello grazie ai nostri nonni, che lo indossavano tutti i giorni. Altri ancora invece avranno imparato a riconoscerle grazie alla serie tv Peaky Blinders, ambientata in Inghilterra nel periodo immediatamente successivo alla Prima Guerra Mondiale. Ma come nasce il copricapo in questione? E soprattutto, come lo si può indossare davvero con stile? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste domande.
Potrebbe interessarti anche:
come scegliere e indossare un cappello vintage, la guida
Storia della coppola, dalla Sicilia al resto del mondo
Sebbene in molti siano convinti che la coppola sia sinonimo di Sicilia – o comunque del sud Italia – la realtà è ben diversa: il copricapo in questione pare infatti avere delle origini anglosassoni, rilsalenti per la precisione al XVI secolo. Era il periodo del Regno dei Tudor e i nobili maschi dell’epoca erano obbligati a indossare dei cappelli di produzione inglese; da questa legge, scritta per sostenere la produzione della lana locale, nasce questo particolare flat cap (“berretto piatto”) che si può considerare a tutti gli effetti un antenato della coppola.
Nei secoli successivi il flat cap è giunto anche alle fasce più basse della popolazione, diventandone in breve tempo una sorta di simbolo: la sua versatilità gli consentiva di essere utilizzato sia per svago che per lavoro, rendendolo un copricapo universale. Grazie ai fenomeni migratori, questa moda arrivò anche negli Stati Uniti diventando particolarmente popolare soprattutto tra gli adolescenti. Nelle grandi metropoli americane iniziarono a indossarlo anche gli autisti di taxi, i venditori di giornali, i fornai e quant’altro.
Ma in Italia? Contrariamente a quanto si possa pensare, qui arrivò nei primi anni del XX secolo, grazie agli investitori inglesi che in quel periodo sbarcavano in massa in Sicilia in cerca di fortune. Il copricapo venne presto adottato dai contadini locali, che contribuirono a farlo diventare un vero e proprio simbolo di quelle zone; rimane comunque un mistero la nascita del termine coppola, anche se gli storici sostengono che derivi dalla tipica forma a coppa o a cupola che caratterizza la parte superiore del cappello.
Come scegliere e indossare una coppola con stile
La coppola è stata dunque adottata in Sud Italia – in seguito alla Sicilia fu anche la Sardegna ad appropriarsene, ribattezzandola berritta – e tutt’oggi molte persone anziane la indossano senza farne certo una questione di moda o di stile. E ne hanno ben donde: dopotutto si tratta di un copricapo splendidamente casual, da portare senza farsi troppi patemi, specialmente nel periodo autunnale ed invernale (non dimentichiamo infatti che la coppola nasce come berretto realizzato in lana).
Tuttavia, chi vuole indossare una coppola anche d’estate potrà procurarsene una versione in lino, perfetta dunque per i mesi più caldi. Se volete che questo copricapo diventi un vostro tratto distintivo, però, ci sono alcuni accorgimenti che potrete prendere per avere quella marcia in più: personalizzando la tesa della coppola e deformandola leggermente, ad esempio, riuscendo così a dargli una forma più idonea a quella del vostro viso. Inoltre, per quanto possa sembrare sciocco, non indossatela mai al contrario: non è un cappellino da baseball!
Qualche doverosa ulteriore raccomandazione la potremmo fare in relazione agli abiti e agli accessori da abbinare. Per avere uno stile davvero vintage, potreste decidere di indossare una coppola assieme a un papillon, con delle bretelle oppure con un gilet, magari con un orologio a taschino come tocco di classe. Ma fate bene attenzione: scegliete bene ognuno di questi accessori… tutti assieme potrebbero risultare ridondanti e farvi risultare, piuttosto che dei gentiluomini d’altri tempi, a un cosplayer mal riuscito.
Come pulire e mantenere una coppola al meglio
Quando si tratta di indumenti ed accessori in lana, un accurato lavaggio a mano è sempre la scelta migliore (anche per evitare di rovinare la tesa). Lavare per bene una coppola, magari ereditata da un vostro caro nonno, sarà fondamentale per conservarla il più a lungo possibile; pertanto, occhio all’acqua calda! Usate sempre, allo scopo, un piccolo recipiente di acqua tiepida con un goccio di detersivo delicato e rigorosamente senza candeggina. E prima di immergere il cappello, verificate che questi non si scolorisca al contatto.
In ogni caso premuratevi di non bagnare la tesa a meno che non sia così sporca da doverla lavare per forza: piuttosto, concentrate la vostra attenzione sulla parte interna del berretto, soprattutto dove si appoggia la fronte; per via dell’inevitabile sfregamento, il sudore e la sporcizia tendono ad accumularsi soprattutto lì. Dopo un primo lavaggio, risciacquate con dell’acqua fredda ed evitate assolutamente di torcerlo o strizzarlo! Lasciatelo asciugare sotto al sole: solo così sarete sicuri che non perderà la sua forma e non si rovinerà.