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Storia e cultura del Burlesque, divertente (e sensuale) spettacolo vintage

Musica jazz, ballo, sensualità e un irresistibile retrogusto vintage. Sono questi gli ingredienti dello spettacolo che oggi conosciamo come Burlesque; una cultura e una tradizione dalle radici molto lontane, che negli ultimi anni è però tornata prepotentemente alla ribalta: per molte donne influenzate dal fascino delle pin-up anni ‘50, il Burlesque è un vero e proprio stile di vita. Per gran parte degli uomini, invece, si tratta di un’esibizione non solo divertente ma anche – a suo modo – decisamente sexy… senza mai, però, essere volgare.

Ma come nasce la moda di questo spettacolo? E soprattutto, come si relaziona alla musica e al vintage più in generale? Non tutti lo sanno, ma la pratica del Burlesque nasce molto prima di quanto si possa pensare e nel corso degli anni si è parecchio evoluta, senza però mai cambiare la sua più intima essenza. In questo articolo vi proponiamo un’approfondita analisi dell’argomento, partendo dalle sue origini e arrivando fino ai giorni nostri, da Mae West a Dita Von Teese: una storia intrisa di ironia, trasgressione e sensualità!

Le origini del Burlesque e le sue caratteristiche principali

Tutto ha origine in Inghilterra, nel corso della seconda metà dell’Ottocento; la particolare situazione sociale di allora, con le classi meno abbienti costrette a fare grandi sacrifici anche solo per potersi sfamare, aveva fatto nascere uno spontaneo bisogno di satira e umorismo. Prende così forma il Burlesque (in italiano burlesco, come si può facilmente intuire per assonanza): uno spettacolo di critica sociale che si faceva burla, per l’appunto, delle abitudini dei benestanti e dei grandi industriali, con musica, ballo e comicità che si fondevano in un’unica irresistibile rappresentazione. Mancava però ancora un ultimo dettaglio…

Nonostante la trama, spesso comunque piuttosto esile, l’interesse del pubblico tendeva infatti a scemare nel tempo. Proprio per questo gli organizzatori dei vari spettacoli avevano iniziato ad aggiungere alle loro serate di Burlesque quella componente “piccante” che è tutt’oggi marchio di fabbrica inconfondibile: quel pizzico di sensuale nudità, mai volgare e spesso addirittura sofisticata ed elegante. La donna diventava così sempre più protagonista di queste serate, grazie a dei costumi trasgressivi e succinti: quando il Burlesque arrivò negli Stati Uniti, questa miscela di ingredienti lo rese fin da subito un successo incredibile.

L’esplosione del fenomeno del Burlesque negli Stati Uniti

Erano i primi anni ‘40 quando il Burlesque dominava i palchi di Broadway, facendo il tutto esaurito per diverso tempo. Ed è proprio qui a New York, nel corso degli anni ‘40 e ‘50, che il Burlesque si codifica anche dal punto di vista strettamente musicale: le maggiori influenze sonore, all’epoca, arrivavano dalle comunità afroamericane, dal loro blues e dalle big band del jazz, con il loro swing che imperversava in tutte le sale da ballo. Proprio per questo gli organizzatori degli spettacoli nelle grandi città degli Stati Uniti ingaggiavano delle piccole orchestre, che si suonavano – rigorosamente dal vivo – mentre le attrici si esibivano nelle loro piccanti movenze. Molti pezzi dell’epoca restano tuttora noti proprio per la loro profonda sensualità, come Harlem Nocturne di Earle Hagen o The Stripper di David Rose.

Come spesso accade (anzi, quasi sempre, purtroppo!) anche nel caso del Burlesque non dovette passare molto tempo prima che la stampa benpensante iniziasse a farsi sentire, lamentandone l’eccessiva volgarità. Fra l’altro il concetto stesso di strip-tease nacque proprio in quel contesto, ma del tutto per sbaglio: un divertente aneddoto infatti racconta di come nel 1917, nel corso di uno spettacolo di Burlesque, il costume di una ballerina si sfilò a causa di un errore del tutto involontario; un incidente, in pratica, che però entusiasmò il pubblico presente ad un livello tale che la cosa divenne presto parte integrante dello spettacolo!

La donna protagonista nel Burlesque: ieri e oggi

Probabilmente, comunque, la cosa che più infastidiva la conservatrice stampa dell’epoca era il ruolo della donna nell’ambito degli spettacoli Burlesque. In un’epoca di emancipazione, infatti, questa nuova corrente fu solo l’ennesima riprova di come il genere femminile si stava affermando sempre di più all’interno della società. Una delle prime artiste in questo campo a dimostrare che si poteva fare sfoggio della propria intelligenza, oltre che del proprio corpo, fu l’indimenticabile Mae West; non solo con le sue procaci esibizioni, ma anche con l’umorismo e la sagacia delle sue scomode battute. Nel 1927 un suo spettacolo la fece finire per qualche giorno in prigione: la causa? Oltraggio al pudore.

Ci fu addirittura un periodo nel quale il Burlesque rischiò di scomparire per sempre dalle scene, proprio a causa della presunta “corruzione della morale” che questi spettacoli sembravano diffondere. Fu lo stesso sindaco di New York a chiudere i teatri che ospitavano il Burlesque, trasformandoli in sale cinematografiche. Lo spirito comunque rimase sempre vivo, e nonostante i numerosi alti e bassi questa cultura ha proliferato anche nei decenni successivi: l’icona più rappresentativa nel corso degli anni ‘50, ad esempio, fu senz’altro Bettie Paige.

Capofila di una serie di figure femminili sempre più intelligenti, trasgressive e provocanti, Bettie Paige trovò inizialmente il successo come modella; fu una delle prime donne a posare con lo stile delle pin-up, aprendo una fortunata stagione e contribuendo a creare un filone tutto nuovo. Tra mille trasgressioni e presunte relazioni omosessuali, Bettie Paige è ancora oggi un vero e proprio simbolo; negli anni a venire il suo posto è stato preso da Dita Von Teese: grazie a lei, il Burlesque ha vissuto un vero e proprio periodo di rinascita nel corso degli anni 2000, tornando a essere popolare anche fra i più giovani e restituendo nuova linfa a questo genere di spettacoli.