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La Storia dello Swing e del Rock and Roll: gli anni d’oro (1936 – 1940)

Chi ha seguito le precedenti puntate della nostra Storia dello Swing e del Rock and Roll sa bene quali e quante siano state le peripezie che hanno portato all’evoluzione e alla definizione della musica jazz e del Lindy Hop. Dai primi passi di Charleston nei quartieri più poveri delle comunità afroamericane passando per la nascita delle big band, abbiamo ripercorso anno dopo i principali eventi che hanno portato alla nascita di questa cultura.

Gli anni intercorsi fra il 1931 ed il 1935 sono stati fondamentali per gettare le basi del Lindy Hop: proprio in questo periodo, infatti, nasce il nome stesso del ballo – grazie all’inventiva e all’ironia del grande George “Shorty” Snowden – e quelli che diventeranno i suoi più grandi esponenti muovono i primi passi sulle piste del Savoy Ballroom di Harlem. La strada per gli anni d’oro dello swing era ormai spianata!

Harlem diventa la capitale mondiale dello swing

Quando si parla di anni ‘30 e di swing, si parla necessariamente di New York. Sebbene anche nel resto degli Stati Uniti d’America questa forma musicale fosse in costante espansione, infatti, è all’interno della Grande Mela che si concentrano la maggior parte dei locali e delle sale da ballo. E il centro nevralgico di questa nuova mania, nata dall’inventiva e dal desiderio di rivalsa del popolo afroamericano, è situato poco sopra a Central Park: ci riferiamo al quartiere di Harlem, che per un decennio è stata l’unica vera capitale dello swing e del Lindy Hop.

Questo popoloso sobborgo ha sempre rappresentato qualcosa di importante per la cultura dell’america più black: fin dagli anni ‘20 era una sorta di meta irrinunciabile per qualsiasi artista, ballerino o musicista di colore; e con l’avvento della Grande Depressione, questa necessità e questo desiderio di musica, arte e pittura non hanno fatto altro che rendersi ancor più urgente. Proprio per questo, nonostante la povertà diffusa, Harlem ha ospitato fra le sue vie i più grandi jazz club dell’intera città

…e tra la 141ma e la 7ma Avenue c’era lui, il Re dei Locali di Harlem: il Savoy Ballroom. L’edificio che lo ospitava era lungo quanto l’intero isolato e al suo ingresso capeggiava un’insegna che recitava la scritta “The Home of Happy Feet”. E proprio questo è stato il Savoy per i ballerini dell’epoca: la casa dei piedi felici nonché una vera e propria mecca per tutti gli appassionati del neonato Lindy Hop. Insomma, il posto in cui ogni appassionato di ballo doveva trovarsi nel corso della seconda metà degli anni ‘30!

La musica di Chick Webb e la prima generazione di Lindy Hoppers

Come ogni regno, anche il Savoy Ballroom di Harlem ha avuto un suo Re. E inizialmente questo ruolo spettava a Chick Webb, un personaggio davvero bizzarro a prima vista: basso, gobbo e con un fisico purtroppo deturpato da una tubercolosi sofferta in giovanissima età, questo musicista non si è mai dato per vinto e proprio per questa sua forza d’animo – seconda solo al suo talento – viene ricordato ancora oggi come uno dei più grandi batteristi jazz della storia della musica. E ogni sera, dietro alle pelli, era proprio lui a esibirsi per gli scatenati ospiti del Savoy.

La prima generazione di ballerini Lindy Hop è letteralmente cresciuta ballando sulle sue note: lo stesso Shorty George, già citato nella precedente puntata della nostra Storia dello Swing, ha sviluppato le sue memorabili mosse proprio grazie a lui (e grazie anche alla sua corpulenta partner, la mitica Big Bea). Nel corso di tutta la seconda metà degli anni ‘30, chiunque volesse vedere ballare del Lindy Hop a livelli incredibili non doveva fare altro che andare al Savoy e dirigersi al famoso Cat’s Corner!

Questo particolare angolo della ballroom è rimasto nella storia del ballo; ad occhi inesperti può sembrare semplicemente un fazzoletto di terra all’interno di un locale jazz. Ma è proprio lì che si radunavano, all’epoca, quei giovani ballerini che poi avrebbero sviluppato quello stile inconfondibile che li ha fatti entrare nella storia: Frankie Manning è solo il più celebre, ma anche Al Minns, Leon James e Norma Miller hanno mosso i primi passi proprio all’interno del Savoy, esibendosi ogni sera in quell’angolo delle meraviglie.

Herbert White e la formazione dei Whitey’s Lindy Hoppers

I ballerini che hanno reso grande il Lindy Hop tra il 1936 ed il 1940 erano in gran parte dei giovani neri di famiglia povera, poco più che adolescenti. Nessuno di loro avrebbe pensato di poter migliorare così tanto la propria vita solo grazie al ballo, e forse è proprio questa loro ingenuità ad averli resi leggendari! Uno dei più grandi passi in avanti nella storia di questa disciplina avvenne nel momento in cui Herbert White, fino ad allora un semplice buttafuori del Savoy, decise di formare il proprio team di ballerini.

Nel giro di pochissimo tempo nacquero così i Whitey’s Lindy Hoppers, un gruppo di giovani scatenati che – sotto l’ala protettiva del manager Herbert White – iniziarono presto a farsi notare per la loro bravura, per l’ineguagliabile senso del ritmo e per le loro capacità atletiche; l’abilità di Whitey risiedeva principalmente nelle sue capacità come scout: quando un talento gli passava sotto gli occhi, difficilmente se lo faceva sfuggire.

Grazie a questo ensemble d’eccezione, capitanato da un allora giovanissimo Frankie Manning, il Lindy Hop poteva fare il salto di qualità definitivo e passare dalle sale da ballo di Harlem e del Savoy agli schermi cinematografici: grazie alle capacità di Whitey come manager iniziarono così a fioccare gli ingaggi nei musical di Hollywood. I lindy hopper stavano diventando delle vere celebrità! Ma di questo parleremo nella prossima puntata…