Swing Club di Torino

Cos’era lo Swing club di Torino: tutto sullo storico locale

Lo Swing Club di Torino è stato uno dei maggiori punti di riferimento per gli amanti del jazz nel periodo fra gli anni 60 e gli anni 70. Il locale ha accolto musicisti come: Enrico Rava, Tullio De Piscopo e Romano Mussolini, oltre a mostri sacri del jazz internazionale come Thelonius Monk, Miles Davis, Dollar Brand e Gato Barbieri. In questo articolo raccontiamo la storia del club che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del jazz italiano e internazionale.

Storia e leggenda dello Swing music Club di Torino

Nel 1960 Mario Barazzotto, un appassionato di jazz, che disegna fumetti fonda il club in via Fratelli Carle, nel quartiere borghese della Crocetta, dove rimarrà solo per qualche anno.

Leggenda vuole che Barazzotto chiudesse la sua bottega di fumetti al calar della sera; a questo punto si dirigeva a piedi verso una pizzeria ristorante in via Fratelli Carle 46. Dietro al bancone, impastava pizze per gli amici che sarebbero arrivati più tardi. Si parla dei musicisti: Gato Barbieri, Hengel Gualdi, Sergio Farinelli e Emilio Siccardi, persone che vivevano e respiravano jazz ogni giorno.

Via Crocetta, dove fu aperto il primo swing club non era il luogo adatto per l’impeto e l’energia del jazz. Marco, come veniva chiamato Mario Barazzotto, iniziò la ricerca di un nuovo spazio che potesse ospitare al meglio la musica che amava. Scoprì una cantina nel centro di Torino, in via Botero 18, composta da tre locali.

Senza esitazione, Mario si mise all’opera per ristrutturarli e renderli accoglienti. Arredò gli spazi con panche e banchi da scuola, trovando spazio anche per un bar e una cucina. È in questo periodo che entra in scena Nini Questa, una donna dal fisico minuto, sempre vestita di bianco e dal sorriso enigmatico. Nini diventa proprietaria dello Swing Club, incarnandone lo spirito fino all’ultima nota.

Insieme a Toni Lama e all’energico Giorgio Bartolucci, esperto cacciatore di talenti nella scena jazzistica parigina, Nini porta, anno dopo anno, sulla pedana del club nomi che corrispondono ad altrettanti mostri sacri della musica.

L’atmosfera unica, creata dagli arredi retrò dello Swing Club e dalla passione di coloro che lo gestivano, attira un pubblico variegato e appassionato. La piccola lanterna rossa posta sull’uscio diventa un segno riconoscibile per chiunque si avvicini al locale.

Una programmazione eccezionale

Lo Swing Club si guadagna una reputazione per la qualità dei suoi spettacoli e la varietà degli artisti che si esibiscono sul suo palco. Oltre ai nomi già citati, il club ha visto esibirsi leggende del jazz italiano come Gianni Basso, Enrico Rava, Dino Piana e Piero Angela, contribuendo a definire il panorama musicale italiano dell’epoca.

Ma è soprattutto l’incontro con i grandi nomi internazionali a rendere lo Swing Club di Torino un luogo magico. Musicisti del calibro di Thelonius Monk, Miles Davis, Dollar Brand e molti altri hanno scelto di suonare sul palco di questo leggendario club, regalando al pubblico esperienze indimenticabili.

Lo Swing Club: Un’eredità musicale

Purtroppo, nel 1982, la storia dello Swing Club di Torino giunge alla sua fine. La cantina poteva ospitare legalmente 99 persone, ma durante i concerti ne accoglieva spesso oltre 200. Era come una trappola per topi, con una uscita di sicurezza che si apriva su un’altra cantina, e solo dopo averla attraversata si raggiungeva il cortile. Come molti locali dell’epoca, il fumo era libero e, in aggiunta, c’erano anche le cucine. Il risultato era un’aria irrespirabile, la quale negli anni 80 non poteva essere accettata. Il locale avrebbe dovuto essere messo a norma, ma fu impossibile!

Il lascito musicale e l’importanza nella scena jazz italiana dello Swing Club rimangono vivi. La passione e la dedizione di Mario Barazzotto, Nini Questa, Toni Lama e Giorgio Bartolucci hanno contribuito a creare un luogo unico in cui il jazz trovava espressione e vita.

La leggenda dello Swing Club di Torino è stata immortalata nel documentario “Compro oro, vivere jazz vivere swing“, che racconta la storia del club e la sua influenza sulla scena musicale. Il documentario ha contribuito a preservare la memoria di questo luogo iconico e a far conoscere il suo impatto nella cultura swing italiana.

Anche se le porte dello Swing Club si sono chiuse, la sua eredità musicale ha continuato ad ispirare generazioni di appassionati di jazz. È grazie a luoghi come questo che la musica jazz ha potuto vivere e respirare, e l’eredità dello Swing Club di Torino rimarrà per sempre nel cuore degli amanti di questo genere musicale straordinario.

Continua a seguire il nostro blog per altre meravigliose storie sull’era del jazz italiano e internazionale!

Alla prossima!